5 Maggio 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

A dicembre Irene Dionisio espone all’ONU di Ginevra la nuova opera “Natura morta”

Da sabato 25 per Fondazione Rebaudengo – Progetto Genesi ad Alba nuova installazione “I nostri corpi fioriranno”

All’EUR, intanto, c’è “A very italian Palazzo”

Tre nuove e importanti partecipazioni per Irene Dionisio, artista e filmmaker torinese la cui produzione si snoda tra cinema e arte visiva. Tre mostre nel solco dell’impegno sociale dell’artista. 

«L’arte può essere un veicolo di comprensione – o addirittura previsione – del reale – ed esercitare la sua potenzialità terapeutica di cura del trauma sociale – afferma Dionisio – È uno strumento con che indaga e provoca meraviglia e che in questi “tempi difficili” che stiamo vivendo è un’ancora di salvezza a cui guardare»

Sabato 25 novembre ad Alba debutta – in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne – la sua nuova installazione, “I nostri corpi fioriranno“, all’interno della mostra “Mai la luna urlò così tanto” a cura di Ilaria Bernardi e Irene Calderoni, allestita da Fondazione Rebaudengo – Progetto Genesi – alla Banca d’Alba dal 25 novembre al 15 dicembre.  Attraverso una trasposizione dalla ricerca d’archivio sul tema della violenza di genere, Dionisio ha creato «un memoriale materico, olfattivo e sonoro in divenire».

“I nostri corpi fioriranno” nasce a partire da un rito simbolico di riconoscimento e celebrazione di sei donne illustri uccise per le proprie idee. Dal tragico assassinio di Ipazia ad Alessandria d’Egitto nel 415 – fino all’assassinio politico nelle favelas di Rio de Janeiro di Marielle Franco nel 2019, passando per le morti illustre della rivoluzionaria Rosa Luxemburg, l’attivista ed ecologista honduregna Berta Càceres, la giornalista indiana Gauri Lankesh e la giovane attivista iraniana Neda Aghan Soltan la memoria diviene profumo, materia e suono.

Una fioritura simbolica sui luoghi di femminicidi illustri evocata con la creazione di uno spazio metafisico. Un giardino e memoriale sonoro ed olfattivo che la Storia ci ha dimostrato in continuo e – terribilmente – “perturbante” divenire. Un luogo che pullula di fiori di fuoco. 

Irene Dionisio è stata, poi, chiamata a partecipare alla terza edizione della fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea “Roma Arte in Nuvola” che si terrà a Roma dal 23 al 26 novembre  nel Centro Congressi La Nuvola all’EUR. La mostra è allestita nel Foyer del Centro Congressi: Dionisio qui proietta l’opera “A Very Italian Palazzo“, prodotta in occasione de La Grande Visione Italiana e circuitata livello internazionale (tra le ultime, l’esposizione all’Onu a New York). 

È un’opera video girata all’interno del Palazzo della Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri. Il film di Dionisio si confronta con la relazione tra l’architettura dell’edificio razionalista (ex Casa Littoria) e i limiti della bandiera italiana, suggerendo un parallelo tra la metafisica del palazzo e lo spazio del pensiero. Nell’universo di linee e geometrie, le geografie emotive si affiancano a quelle materiali attraverso un racconto che omaggia il cantiere della Farnesina, casa della diplomazia e della democrazia.

Infine, l’evento più importante: la partecipazione all’Onu di Ginevra ad “Art and Human Rights“, curata da Ilaria Bernardi nell’ambito della celebrazione del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Al Palazzo delle Nazioni, dal 4 al 15 dicembre, all’interno della mostra presentata dal Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a Ginevra, in collaborazione con Associazione Genesi e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, Dionisio presenta una nuova opera per riflettere sulla libertà di espressione e al contempo al tema del diritto alla salute. Si chiama “Natura Morta” (2023) e attraverso una quadreria digitale riporta alle tragedie e all’isolamento del Covid e al ruolo suppletivo affidato in tale contesto alla dimensione digitale. 

2016, Roma. Irene Dionisio, Italian film director and screenwriter. © Gerald Bruneau

Biografia breve. Irene Dionisio (Torino, 1986) è filmmaker e artista. Le sue produzioni spaziano tra installazioni, opere sonore, video-installazioni, documentari, film tra cui Le storie che saremo (2022), Camera Chiara (2020), Il mio unico crimine è vedere chiaro nella notte (2018), Le ultime cose (2016), Sponde (2015) e La fabbrica è piena (2011) che sono stati presentati in molti festival internazionali (tra cui la Mostra del Cinema di Venezia, Goteborg Film Festival, Torino Film Festival, Visions du Réel, Taiwan Film Festival e molti altri), ricevendo numerosi premi e nomination (tra cui Premio Solinas, David di Donatello, Nastri d’Argento, Globi d’Oro  e molti altri). 

Le sue opere sono state mostrate in mostre personali o collettive al Magazzino Italian Art, New York; Castello di Rivoli, Torino; Pav, Torino; PAC, Milan; OCAT, Shanghai; Palazzo Grassi, Venezia; Centro d’Arte Contemporanea, Ginevra; Villa Arson, Nizza: Onu, New York e Ginevra, Art Sonje Center, Seoul e molti altri.

Alla sua attività artistica affianca un lavoro continuo come operatrice culturale. Ha diretto per tre anni il Festival LGBTQI – Lovers – sotto il Museo Nazionale del Cinema, dandogli un’impronta fortemente femminista ed intersezionale. Ha collaborato con riviste con La Stampa, Doppiozero, Filmidee e realtà come Radio Tre. Nel 2020 è stata insignita del Premio Giuseppe Bertolucci. Come docente di cinema ed arti visive insegna per differenti enti ed istituzioni e ha scritto recentemente il volume “Gli innovatori del cinema italiano” (2023).