9 Maggio 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

L’Accademia dei Folli celebra la Festa della Liberazione raccontando il ruolo delle donne nella Resistenza.

Il rossetto e la bomba: 3 repliche a Torino,

Bardonecchia e Meina dal 25 al 27 aprile

L’Accademia dei Folli torna a parlare di Resistenza con una produzione tutta nuova, come di consueto in bilico tra musica e teatro. Lo spettacolo allestito per il 2024 è Il rossetto e la bomba, con cui i Folli raccontano il ruolo delle donne nella Resistenza.

In programma 3 repliche: giovedì 25 aprile alle ore 11 al Sacrario del Martinetto di Torino, per il consueto appuntamento annuale con le celebrazioni della Festa della Liberazione; venerdì 26 aprile al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, nell’ambito della stagione Scena 1312; sabato 27 aprile sul Lago Maggiore, al Teatro di Meina (NO), primo appuntamento stagionale della rassegna Lakescapes, giunta alla decima edizione.

Ne Il rossetto e la bomba i Folli provano a isolare alcune figure che hanno fatto la storia della Resistenza italiana: tra queste Teresa Mattei, nome in codice “Chicchi”, che durante la guerra fu incaricata di far esplodere un carico di dinamite nascosto dai tedeschi in un tunnel. Ci riuscì, scappò in bicicletta dai tedeschi, trovò scampo all’università presso il suo professore e, già che c’era, discusse la tesi e si laureò. In un’altra occasione fu lei stessa a piazzare un ordigno e per non dare nell’occhio si vestì elegante. “L’unica volta che ho messo il rossetto in vita mia,” scrive lei stessa, “è stato per mettere una bomba”. Dopo la seconda guerra mondiale fu eletta all’Assemblea Costituente con Togliatti, La Pira e Nilde Iotti. Era la più giovane, e assunse l’incarico di segretaria dell’ufficio di presidenza. In seguito, da Dirigente nazionale dell’Unione Donne Italiane, fu lei a proporre, insieme a Teresa Noce e a Rita Montagnana, l’uso della mimosa per l’otto marzo.

Ma Teresa Mattei è solo una delle decine di migliaia di donne della Resistenza.

35.000 le donne che operavano come combattenti
20.000 le patriote, con funzioni di supporto
70.000 tutto le donne organizzate nei Gruppi di difesa della donna
4.653 le donne arrestate, torturate e condannate dai tribunali fascisti
2.756 il numero delle deportate nei lager tedeschi
2.900 le donne giustiziate o uccise in combattimento
512 le commissarie di guerra
1.700 le donne ferite

Queste le ragguardevoli cifre, fra l’altro approssimate per difetto, relative al ruolo delle donne nella Resistenza.

Qualcuna era antifascista perché il padre non ha mai voluto prendere la tessera del Fascio.

Qualcuna era antifascista perché a scuola insegnavano le leggi razziali.

Qualcuna era antifascista perché il fratello si era suicidato in carcere pur di non parlare.

Qualcuna era antifascista perché voleva essere madre, ma non solo dei suoi figli – madre di tutti, madre degli esseri umani.

Qualcuna era antifascista perché in quanto esseri umani non si poteva essere nient’altro.

Qualcuna era antifascista e non lo aveva neppure deciso, era così e basta – perché essere antifasciste era una forza, un volo, un sogno.

Chicchi era antifascista per questi e tanti altri motivi.

Il rossetto e la bomba è un inno fatto di parole e musica dedicato a lei e alle donne della Resistenza – le madri di tutti noi.

Il rossetto e la bomba

con

Giovanna Rossi

Carlo Roncaglia (voce, pianoforte)

Paolo Demontis (armonica)

Enrico De Lotto (basso)

arrangiamenti musicali Accademia dei Folli

testo Emiliano Poddi

regia Carlo Roncaglia

Repliche

Giovedì 25 aprile ore 11.00 | Sacrario del Martinetto – Torino

Venerdì 26 aprile ore 21.00 | Palazzo delle Feste – Bardonecchia

Sabato 27 aprile ore 21.00 | Teatro di Meina (NO)