29 Aprile 2024

Zarabazà

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Ruben Micieli dirige per il TIMF le opere giovanili di Schubert e Beethoven.

Il virtuoso ragusano, nella doppia veste di pianista e direttore d’orchestra, salirà questa sera, lunedì 24 luglio alle ore 21.00 al Largo Abate Ferrara, sul podio del Trecastagni International Music Festival alla guida della David Orchestra.

www.trecastagnimusicfestival.com

CATANIA – Non solo virtuoso del pianoforte, dopo aver debuttato lo scorso anno alla direzione d’orchestra, Ruben Micieli, questa sera – lunedì 24 luglio alle ore 21.00 al Largo Abate Ferrara – condurrà con il consueto piglio la David Orchestra. Un lungo viaggio all’interno della musica ottocentesca, nel quale il ventiseienne ragusano accompagnerà il pubblico alla scoperta delle composizioni giovanili per pianoforte e orchestra di Franz Schubert Ludwig van Beethoven. È appena diciannovenne, Schubert, quando scrive la “Sinfonia n. 5” in Si b maggiore D 485, i lavori di questi anni risentono delle forme sinfoniche elaborate da Haydn e da Mozart anche se è già chiara l’impronta schubertiana. La Quinta è un lavoro intimo e raccolto dall’intento cameristico, in cui il compositore austriaco coglie gli ultimi istanti di felicità dell’adolescenza. La prima esecuzione datata 1816 fu affidata a un’orchestra dalle dimensioni ridotte, per non rinunciare ai grandi effetti del sinfonismo romantico, formata per lo più da “dilettanti”. L’opera è composta da quattro movimenti: l’Allegro caratterizzato da un tema cantabile e da uno più sostenuto, l’Andante con moto e il Menuetto. Allegro molto – Trio – Menuetto in cui è forte l’impronta mozartiana e infine l’Allegro vivace dell’ultimo tempo con un rondò spigliato e giovanile ricco di modulazioni ed effetti timbrici. Il “concerto per pianoforte e orchestra n. 2” in Si b maggiore op. 19 di Ludwig van Beethoven apre invece con l’Allegro con brio in cui il maestro di Bonn traccia un itinerario astratto nel quale il primo tema esposto dall’orchestra viene abbozzato e si proietta verso un motivo nuovo interpretato dal pianoforte. Nell’Adagio, anche se si può percepire una dipendenza da Mozart, Beethoven afferma con precisione alcuni caratteri peculiari: un ampio respiro ritmico, un fraseggio melodico esteso e la liricità affidata all’orchestra la liricità. Infine il Rondò è il brano più immediato, specie per le marcate accentuazioni sincopate rese ancora più fervide dai salti in controtempo del pianoforte. “L’idea – spiega Micieli – era di accostare le opere di due giganti della composizione classico-romantica come Schubert e Beethoven scritte in età giovanile, in modo da mostrare la loro genialità e l’influenza che due grandi maestri come Mozart e Haydn hanno avuto su di loro”. Non si può negare la complessità dell’esecuzione che oltre al doppio ruolo di Micieli vedrà protagonista anche l’Orchestra David. “La formazione orchestrale che prende il nome dalla Lega di David – aggiunge – creata da Schumann per cercare la verità della musica, vuole unire un gruppo di musicisti siciliani giovani e talentuosi che persegua lo stesso obiettivo”.