27 Luglio 2024

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GASTRITE E REFLUSSO GASTRICO: TRATTAMENTO FUNZIONALE PERSONALIZZATO.

Il sistema gastroenterico è regolato da meccanismi nervosi e ormonali in cui l’equilibrio simpatico-parasimpatico è fondamentale e la mancata regolazione porta a diverse manifestazioni tra cui disfunzione digestiva.

E’ noto che sotto stress un individuo avrà meno capacità digestive per cui si intuisce la grande complessità dei sistemi digestivi.

Il medico dotto di codesti concetti, avvalendosi dei mezzi a disposizione come l’ esame obbiettivo, raccolta minuziosa dei dati anamnestici, analisi dei sintomi, al caso valutazioni cliniche e strumentali, individua i fattori dello squilibrio quindi una diagnosi. Il conseguente trattamento può essere farmacologico, fito-nutraceutico, nutri-comportamentale o misto ma certo per un successo terapeutico è fondamentale personalizzarlo in base alle caratteristiche fisiopatologiche dell’individuo.

La galenica funzionale mira a ottenere preparati personalizzati prescritti sulla base dei concetti fin qui esposti e con accortezze tecniche finalizzate ad ottenere una biofarmaceutica adeguata su ogni singolo preparato.

Quest’ultimo concetto nell’ambito gastroenterico sviluppa una enorme complessità e quantità di approcci sé solo consideriamo come una comune situazione di stress cronico attivando in modo prevalente il sistema simpaticotonico rispetto alla fisiologica attività vagale può dare direttamente inappetenza durante e dopo il pasto e sintomi derivanti come: senso di peso allo stomaco, eruttazioni, reflusso per tardivo svuotamento gastrico, iperacidità di reazione, flattulenza, sonnolenza, dolore epigastrico, nausea.

Tutte condizioni che possono essere confusi con una gastrite ma che in realtà sono la conseguenza di una mancata regolazione del sistema nervoso autonomo.

Oltre e conseguente a disequilibrio SNA chiaramente vanno aggiunte tutte le situazioni organiche, dalla insufficiente secrezione gastrica alla iperacidità per arrivare al reflusso gastroesofageo i cui sintomi come il rigurgito acido, bruciore di stomaco, bocca asciutta, alitosi, raucedine al risveglio, secchezza e irritazione alla gola, risvegli notturni con senso di soffocamento e/o tosse sono importanti, altri come minimo dovrebbero essere valutati con una certa celerità per una diagnosi differenziata come il dolore al petto, difficoltà a deglutire, palpitazioni, tosse-raucedine durante la giornata.

Antiacidi, anti-H2, inibitori di pompa protonica IPP:

Secondo una logica di salute e benessere il primo approccio ai sintomi gastrici dovrebbe essere di tipo comportamentale. Riempire lo stomaco in modo eccessivo si traduce in uno stimolo maggiore e quindi una maggiore stimolazione alla secrezione acida che a sua volta viene incrementata da alcuni cibi come: cioccolato, caffeina, alcol, cibi ricchi di grassi, ad alto contenuto di sodio, agrumi, menta, cibi piccanti. Anche alcune abitudini dovrebbero essere corrette perché aumentano la problematica come il fumo, alcol e tutte le condizioni che aumentano la pressione gastrica, indumenti stretti, posizioni del corpo.

Per antiacidi normalmente si intendono composti inorganici in grado di alzare il pH per semplicemente neutralizzazione chimica e sviluppo di anidride carbonica come avviene nel tipico esempio del bicarbonato.

L’uso occasionale di antiacidi di questo tipo, ad esempio dopo un pasto particolarmente pesante può avere un suo razionale, mentre l’uso continuativo porta all’effetto rimbalzo ovvero un aumento del pH gastrico che stimola le cellule deputate alla secrezione acida per di abbassare nuovamente il pH ai limiti fisiologici tipici dello stomaco.

Anche gli inibitori di pompa protonica IPP inibendo un enzima delle cellule parietali (detto appunto pompa protonica) bloccano la secrezione acida.

L’uso di questi farmaci dovrebbe essere occasionale e limitato a periodi di max 2 settimane. Periodi più lunghi devono avvenire sotto controllo medico per agire alla base primaria causa del problema.

Purtroppo negli ultimi anni questi farmaci, grazie anche a formulazioni senza obbligo prescrittivo, molto ben pubblicizzati, sono diventati di uso comune e frequentemente oggetto di abuso.

Senza un corretto approccio diagnostico-terapeutico personalizzato la sola diminuzione della secrezione acida non è in grado di curare la sofferenza gastrica. Gli effetti collaterali per l’uso a lungo termine sono fondamentalmente conseguenza l’aumento del pH gastrico rispetto ai valori fisiologici ciò porta a disequilibri importanti con conseguenze diverse che vanno dal diminuito assorbimento di ferro, vitamina B12 e minerali alla carenza di magnesio, rischio di fratture ossee e diarrea. 

Inoltre l’utilizzo prolungato di questi farmaci porta ad un aumento da 3 a 10 volte la secrezione di gastrica da parte dello stomaco condizione associata ad un aumento del rischio di cancro allo stomaco.

Tutti i farmaci se usati correttamente sono strumenti in favore della salute e benessere, l’uso scombinato porta a problematiche importanti.

Il punto di partenza ?

Una corretta diagnosi.

Considerando ad esempio che in alcuni casi l’uso di antiacidi, AntiH2 e IPP può essere controproducente per i sintomi stessi come nel caso dell’ipocloridria, situazione molto più frequente di quanto si pensa e spesso è il paziente stesso a non trovare beneficio da questi farmaci. La sintomatologia può essere dovuta ad una ipo-secrezione acida detta ipocloridria che logicamente può essere esacerbata dai farmaci in questione.

I comuni sintomi della condizione iposecretiva sono: gonfiore, bruciore, flattulenza ma anche iperacidità reattiva a tardivo svuotamento gastrico.

Nel trattamento funzionale nel caso sia diagnosticata ipocloridria possono essere prescritti agenti nutrizionali e/o derivati erbali ad azione eupeptica; genziana, cynara, tarassaco, angelica arcangelica, carvi e altri che se appositamente formulati in base a esigenze quali la necessità di una maggiore stimolazione endocrina e/o aperitiva/digestiva e/o epatica di tipo colagoga coleretica o ancora stomachica.

In caso di ipersecrezione gastrica ( discorso a parte per Helicobacter pylori in cui esistono protocolli specifici di eradicazione) se nella fase acuta può essere giustificato l’uso di antiacidi o antisecretivi una volta rientrata va seriamente considerato un trattamento funzionale di tipo trofico dove diverse strategie possono essere utili dalla liquirizia (no in caso di ipertenzione ) all’  Hericium erinaceus che adeguatamente allestito in polvere o estratto secco variamente titolato e attivato in buste o capsule o compresse, questo fungo il cui uso deriva dalla medicina tradizionale cinese oltre all’azione trofica a livello gastrico unisce una azione sistemica nell’asse dello stress-ansia-malinconia.

Un’ altra nota particolare la merita Pistacia lentiscus riconosciuto come gastroprotettore dalla agenzia europea dei medicinali ( EMA ) utile anche in caso di reflusso.

La preparazione galenica magistrale in questo ambito permette l’aggiunta anche in forma di rilasci differenziati rispetto ad altri nutraceutici e derivati erbali di enzimi digestivi utili sia in caso di ipocloridria nella digestione di proteine e grassi o in caso di iperacidità per ridurre i carichi di lavoro dello stomaco.

Specialmente dopo un periodo di esacerbazione dei sintomi persiste una infiammazione gastrica che necessita oltre che di trattamenti trofici già descritti la somministrazione di sostanze antinfiammatorie e antiossidanti quali ad esempio curcuma e boswellia.

Ricollegandoci a quanto detto inizialmente molto frequente si presenta la necessità di correggere le cause primarie a partire dall’adattamento allo stress con percorsi psicologici, nutrizionali e fitoterapici per migliorare il quadro psico-fisico come particolari estratti di Rhodiola, Withania, e omega-3.

Articolo redatto dal Dott. Giovanni Ferrigno, galenista della www.farmaciadottantoniogallo.com Gallo e comparso per la prima volta su www.farmacomm.com