27 Luglio 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

I Meteora si raccontano a Zarabazà

Il 20 novembre è uscito su tutte le piattaforme di streaming e in rotazione radiofonica “VIA MAMELI” (The Web Engine), nuovo brano della band METEORA.

A volte la sola cosa che ci rimane di un legame intenso sono solo ricordi bellissimi, seppur sfumati: “VIA MAMELI”, nuovo brano dei METEORA, è la fotografia sbiadita di quei ricordi. Il brano si configura come una vera e propria ballad dalle sonorità pop/rock impreziosita da atmosfere nostalgiche e malinconiche.

Ecco la nostra intervista ai Meteora.

Quando vi siete conosciuti e come avete iniziato a suonare insieme?

Innanzitutto “ciao” da tutti i Meteora!
Ci siamo conosciuti nell’ormai lontano e non troppo freddo autunno del 2016 a Siracusa. Dopo esserci presentati velocemente, siamo subito entrati in sala per “conoscerci meglio”, almeno dal punto di vista musicale. Andrea aveva qualche testo su cui lavorare e in pochissimo tempo abbiamo tirato fuori un piccolo repertorio da far ascoltare ad amici e musicisti della nostra città, in una sorta di piccolo tour nelle varie sale prove della provincia. Abbiamo avuto la fortuna (enorme) di poter disporre fin da subito di uno spazio nostro in cui suonare, buttare giù idee e registrare le nostre canzoni, quindi suonare è stata una conseguenza assolutamente naturale e immediata.

Qual è stata l’accoglienza che Siracusa, la vostra città natale, vi ha riservato?

Purtroppo Siracusa non offre molto dal punto di vista musicale, sopratutto se sei una band che propone musica nuova. Quindi, come del resto fanno molte altre band amiche, siamo stati costretti a inventarci occasioni per farci ascoltare. Siamo arrivati a Siracusa con un po’ di ritardo rispetto al resto della Sicilia (abbastanza curiosa come cosa), ma siamo comunque riusciti a creare un piccolo pubblico a cui siamo particolarmente legati e che salutiamo. Siracusa è una città distratta, piena di apparente superficialità e con una voglia di musica che resta il più delle volte inascoltata

A livello musicale, i Meteora non sarebbero ciò che sono senza aver ascoltato chi?

Bella domanda. Veniamo tutti da esperienze e ascolti completamente diversi ed è quasi un miracolo essere riusciti a trovare un compromesso artistico all’interno del quale sentirsi pienamente soddisfatti. Walter, alla batteria, non sarebbe nè la persona nè il musicista che è adesso se non avesse ascoltato la sua cara musica punk. Lui è un vero e proprio esperto dell’intero movimento e ancora oggi nessuno dei Meteora è mai riuscito a trovare una punk band sulla quale fosse impreparato. Davvero assurdo. Alessandro “Alan”, al basso, si trova dall’altra parte della barricata. Lui ascolta Jazz/Fusion, Prog anni ’70, Funk, ed è un fan sfegatato di Rush, FORQ, Snarky Puppy, Lawrence e Casiopea.
Andrea viene da ascolti classici e adora il cantautorato italiano. E credo sia proprio una fortuna, considerato che i Meteora vivono, scrivono e stanno in silenzio solo in una lingua.

Che metafora rappresenta “Via Mameli”, il vostro nuovo singolo?

In realtà nessuna metafora particolare. Abbiamo cercato di sintetizzare in meno di 4 minuti qualcosa che riteniamo essere universale e comune a tutti. Potremmo quasi definire “Via Mameli” come la storia che conosciamo meglio, a prescindere dall’aver ascoltato o meno il pezzo.

Quanto vi manca suonare in pubblico?

Molto. Anzi, moltissimo. Crediamo che “il live” sia l’essenza stessa della musica, un’occasione nella quale scambiare emozioni e creari legami fortissimi con persone mai viste primi. Ricordiamo perfettamente ogni singolo volto incontrato in ogni concerto. Ricordiamo ogni paura, ogni sorriso, ogni luogo. Senza live viviamo la musica in una versione depotenziata, quasi castrata. Ma sappiamo che tutto questo finirà presto e che torneremo a fare molto più rumore di prima.

Quali sono gli artisti e le band a cui vi ispirate?

Come detto prima, abbiamo esperienze ed ascolti molto diversi, ed è impossibile individuare una o più band di riferimento. Diciamo che l’ispirazione arriva da più parti e speriamo di riuscire a sintetizzare al meglio questa mole immensa di contaminazioni.

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