1 Dicembre 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

  • Coldiretti ha stimato che i cambiamenti climatici hanno già causato danni all’agricoltura italiana per 14 miliardi nell’ultimo decennio, tra perdite di produzione, strutture e infrastrutture.
  • Maggiore CO2 nell’atmosfera senza parallelo aumento di irrigazione e nutrienti può ridurre il potere nutritivo dei prodotti agricoli.
  • Strumenti della resilienza: intensificazione sostenibile, intelligenza artificiale, genetica e urban farming.

 La ricerca e l’innovazione sono pronte ad aiutare le imprese e la società nell’affrontare le implicazioni del climate change in agricoltura. Gli strumenti sono intensificazione sostenibile, tecniche genetiche, intelligenza artificiale e urban farming con l’utilizzo di idroponica, aeroponica e acquaponica. Ne parleremo a NovelFarm, mostra-convegno sulle innovazioni nell’agritech in programma i prossimi 19 e 20 febbraio a Pordenone Fiere.

I cambiamenti climatici e l’attività umana dovuta all’aumento della popolazione in diverse zone ambientalmente fragili, come le zone semiaride e costiere, mettono a rischio la sostenibilità economica di molte coltivazioni e la sicurezza alimentare.
Nel rapporto “Cambiamento climatico e territorio” presentato dal comitato scientifico dell’ONU (IPCC report dell’8 agosto 2019 www.ipcc.ch/srccl), 66 scienziati hanno previsto un aumento dell’alternarsi di periodi di siccità a piogge estreme in tutto il mondo e il superamento di determinati livelli di CO2 con conseguenze prevedibili sull’agricoltura. La crescita della CO2 nell’atmosfera facilita la crescita dei vegetali, ma oltre certi limiti aumenta la necessità di acqua e di nutrienti per conservare la stessa qualità delle colture. Se questo non avviene, gli scienziati prevedono uno scadimento a livello nutritivo dei prodotti agricoli (5,9-12,7% di proteine in meno, 3,7–6,5% in meno di zinco e 5,2–7,5% in meno di ferro).

La combinazione di aumento delle temperature medie e di crescita della popolazione porta inoltre al rischio di salinizzazione delle acque superficiali e di falda. Un’alta concentrazione di sale presente nell’acqua e nel terreno influenza negativamente i rendimenti del raccolto rallentando la crescita delle piante e provocando squilibri nutrizionali e fenomeni di tossicità. Le zone costiere dovrebbero essere tenute in speciale considerazione perché l’aumento dei pompaggi di acqua di falda per destinazione agricola o civile (abitazioni) provoca l’infiltrazione di acqua di mare e di conseguenza un elevato rischio di salinità del terreno.
Il cambiamento delle temperature e del tasso di umidità porta infine ad una maggiore diffusione di parassiti e di specie aliene, come la cimice asiatica.
Per rimanere in Italia, Coldiretti ha stimato che i cambiamenti climatici hanno già causato danni all’agricoltura per 14 miliardi nell’ultimo decennio.

Le soluzioni per affrontare questi cambiamenti però ci sono e la ricerca e l’innovazione contribuiranno a supportare questa rivoluzione agricola.
La prima sessione di NovelFarm, moderata da Teodoro Georgiadis, ricercatore dell’Istituto di BioEconomia del CNR, sarà proprio dedicata ad affrontare questi argomenti.
Partiamo dall’intensificazione sostenibile: uno strumento di sviluppo del comparto agrario che ha l’obiettivo di incrementare le produzioni e la redditività riducendo gli impatti ambientali dei processi grazie all’utilizzo della tecnologia e delle scienze agrarie e genetiche. L’applicazione della genomica e dell’intelligenza artificiale, ad esempio, aiuteranno le piante ad adattarsi alle nuove condizioni climatiche, sopravvivere e continuare ad essere produttive. Parleranno di questi primi argomenti: Francesco Marangon, professore dell’Università di Udine e Presidente della Società Italiana di Economia Agraria e Roberto Papa, professore dell’Università Politecnica delle Marche, che sta anche lavorando a progetti di cooperazione internazionale con l’India.

Altra sfida per il futuro sarà quella di riuscire ad utilizzare le acque con una maggiore percentuale di salinità. Temperature più elevate significano aumento dell’evaporazione e quindi una maggiore concentrazione di sale nell’acqua delle zone costiere, cui si aggiungono i fenomeni di infiltrazione già ricordati. A parlarne è Wim Voogt, ricercatore dell’Università di Wageningen, che ha condotto incoraggianti ricerche sui pomodori coltivati in serra in Olanda.