
Ci sono canzoni che non ascolti solo con le orecchie, ma con la pelle, con lo stomaco, con quella parte di te che non sai nemmeno nominare. “Comme si fosse dimane” di Andrea Sannino, uscito il 13 maggio, per me è proprio questo: un abbraccio emotivo in un momento in cui non sapevo di averne bisogno.

Comme si fosse dimane – Andrea Sannino
Appena parte il brano, ti rendi conto che non stai per ascoltare solo una storia d’amore, ma un frammento di vita. Quella voce calda e familiare di Sannino, che canta in napoletano come se stesse parlando al tuo cuore, ti porta in uno spazio sospeso, tra ieri e domani. E anche se non capisci ogni parola, capisci tutto.
C’è una malinconia elegante, mai pesante. Una tristezza che non opprime, ma accompagna. È il tipo di malinconia che ti fa sorridere guardando una vecchia foto, che ti fa pensare alle cose belle che hai vissuto e a quelle che, forse, devono ancora arrivare.
Le sonorità anni ’80, i synth leggeri, quel ritmo che pulsa piano sotto le emozioni – tutto sembra costruito per far scivolare l’ascoltatore in un piccolo sogno lucido. E mentre Sannino canta di attese, desideri, amore, tu sei lì con lui. Non come spettatore, ma come parte della storia.
Per me, “Comme si fosse dimane” è una canzone da ascoltare in macchina, al tramonto, mentre la città scorre lenta fuori dal finestrino. Una canzone che non ti dà risposte, ma ti fa sentire meno solo nelle domande.
È un pezzo che non urla mai, ma dice tanto. E lo fa con grazia, con autenticità. Con quel tipo di delicatezza che, oggi, è una rarità.
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