
Con “Nosedive”, i Rhesina ci riportano dritti nei primi anni 2000, quando l’alternative rock era crudo, emotivo e diretto. Il singolo, uscito il 25 aprile, è un omaggio dichiarato a quell’estetica sonora — fatta di chitarre cariche, melodie tese e testi introspettivi — ma riesce comunque a suonare attuale, grazie a una produzione curata e a una sensibilità moderna che evita la trappola del puro revival.

Nosedive – Rhesina
Il brano si apre con un’energia immediata e familiare, in cui è facile cogliere echi di band come Paramore, Evanescence o i primissimi Muse. Ma non si tratta solo di citazionismo nostalgico: i Rhesina costruiscono un’identità propria, soprattutto grazie alla voce di Alessia, che riesce a trasmettere fragilità e determinazione senza risultare forzata. È lei a dare profondità a un testo che parla del senso di vuoto e isolamento in un’epoca iperconnessa, un tema che, seppur affrontato più volte, qui viene trattato con onestà e un tocco personale.
La struttura del pezzo è lineare ma funziona: l’arrangiamento è ben bilanciato, con un crescendo emotivo che trova nel ritornello il suo punto più forte. Non c’è la ricerca dell’effetto speciale o della svolta imprevedibile — e forse è proprio questa sobrietà che rende Nosedive efficace.
In definitiva, Nosedive è un buon esempio di come si possa guardare al passato con rispetto, senza rinunciare a dire qualcosa di proprio. Non stravolge le regole del gioco, ma le applica con cura, passione e competenza. E questo, in un panorama musicale dove spesso si rincorre l’originalità a tutti i costi, è già un bel segnale.
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