13 Ottobre 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

Radicepura Garden Festival annuncia la Call for Ideas per partecipare alla quinta edizione della Biennale dedicata al garden design, che avrà per tema

Chaos
(and)
Order in the Garden

da un’idea di Antonio Perazzi, direttore artistico della manifestazione.

Il Bando internazionale è aperto a studenti, paesaggisti, garden designer, architetti, agronomi, botanici, vivaisti, urbanisti, ingegneri, artisti, curatori e tutti coloro che abbiano le competenze per progettare e realizzare un giardino.

Per la prossima edizione del Festival verranno realizzati 7 giardini riservati agli under 36.
La partecipazione al concorso è gratuita.

I giardini dovranno essere una celebrazione della biodiversità, del paesaggio naturale e del paesaggio antropico mediterraneo. I giardini devono essere innovativi, attraenti, fruibili, catturare l’attenzione dei visitatori e illustrare in maniera chiara la loro idea progettuale e il loro messaggio. Il Festival incoraggia l’interazione con il pubblico, un approccio innovativo con nuove idee che supportino e sviluppino una positiva relazione tra la gente, la loro cultura e l’ambiente naturale dove vivono. La diversità delle zone climatiche del Mediterraneo e le complesse vicende culturali del territorio offrono un ampio raggio di idee creative.

Le candidature dovranno pervenire obbligatoriamente entro il 15 Settembre 2024

Per partecipare, scaricare il bando dal sito
www.radicepurafestival.com

O cliccare sul bottone
Call for Ideas
Un nuovo approccio all’ambiente generato dal cambiamento climatico e dai conflitti, impone alla progettazione del paesaggio nuove prospettive rispettose della contemporaneità: linee, percorsi, volumi, funzioni, e giardinieri, non bastano più a rendere un luogo giardino. Da sempre, infatti, il giardino richiede un progetto, ma non deve per forza essere didascalico, può lasciare spazio all’immaginazione. Vacillando oggi le certezze degli spazi formali, germoglia sempre di più un cambiamento stilistico che non ha più timore di individuare nelle piccole cose i valori fondamentali. Ecco dunque che nei nuovi giardini la meraviglia del fare non si oppone all’ozio perché vi è maggiore consapevolezza e rispetto per l’ambiente, privilegiando i tempi lenti come tempi naturali. Per quanto rappresentino armonia e bellezza, le piante sono materia e soggetto di tutti i giardini: abbandonate a sé stesse, inizialmente impiegano tempo a trovare armonia, cambiano i volumi del giardino, richiedono addirittura forze contrarie per essere tenute a bada. Ma con un progetto ben ideato, la totalità del sistema vegetale riesce a maturare e, sincronizzandosi alle nostre aspettative, completa il giardino con virtuose variazioni capaci di materializzare anche i sogni più ambiziosi. Consapevoli dell’esistenza di una rete biologica che ricava energia dalla biodiversità, svanisce il contrasto tra la dimensione individuale e quella collettiva, lasciando spazio all’idea più ampia di natura, verso la quale siamo attratti da un ritrovato senso di appartenenza che ci fa riconoscere il paesaggio come bene comune. Siamo cambiati, dunque, è cambiata la nostra concezione di natura e il progetto del giardino deve indagare nuove forme basate su una rappresentazione evoluta di wilderness culture. Nascono nuovi giardini apparentemente caotici come espressione artistica per realizzare sogni, e come scelta naturale per creare una natura più bella, in cui si percepisce equilibrio tra le forze biologiche e le intuizioni creative che portano al progetto. Chi frequenta gli ambienti selvatici sa che il caos è uno stato transitorio che non ci appartiene, ma chi ha pratica di giardini, sa che la natura non conosce imposizioni, a meno che non siano presenti cura e frequentazione costante per impostare funzioni.

Ci rivolgiamo a progettisti di ogni estrazione, dotati di conoscenza della natura, capacità artistiche e umiltà, per individuare strategie stilistiche e pratiche in grado di stare in equilibrio, con leggerezza, tra ordine e disordine, assecondando la natura ma senza addomesticarla.

Antonio Perazzi, direttore artistico Radicepura Garden Festival