Sono intervenuti alla conferenza stampa di ‘Ho sposato mia madre’ Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale, Enrico Sostegni presidente commissione Sanità e il consigliere regionale Maurizio Sguanci
Firenze – Al Media Center ‘Sassoli’ ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione del film ‘Ho sposato mia madre’, commedia diretta e prodotta da Domenico Costanzo, che affronta il tema dell’Alzheimer e in parte ambientato a Firenze, con molti dei protagonisti che hanno origini e collegamenti con la Toscana. Sono intervenuti il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Scaramelli, il presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni, il consigliere Maurizio Sguanci, il regista e produttore del film Domenico Costanzo, il coproduttore e co-distributore Tony Civino e l’attore protagonista Nicola Pecci.
“Abbiamo voluto presentare il film in Consiglio regionale – ha detto il vicepresidente dell’assemblea toscana Stefano Scaramelli – per il suo messaggio d’amore e per come descrive le persone che soffrono per una delicata malattia. Crediamo giusto sostenere una produzione toscana dedicata ad un tema così importante e profondo. Un grazie sentito al regista Domenico Costanzo per la sua opera”.
“Un film importante che affronta un tema che coinvolge molte famiglie in Toscana – ha detto Enrico Sostegni presidente commissione Sanità – e che riguarda un percorso nella malattia, dove la persona perde le sue capacità cognitive. Il rapporto dei familiari con la persona malata di Alzheimer è drammatico, ma anche ricco di sentimenti. Nel film questo rapporto viene raccontato molto bene e si riaccende un faro su questa malattia, portando l’attenzione sulla demenza che colpisce molti, indagando sui temi della ricerca. Vorrei ricordare che in Toscana sono molte le strutture dedicate ai malati di Alzheimer sia per l’assistenza alle famiglie che per la cura delle persone”.
“Un film di grande valore – ha detto il consigliere regionale Maurizio Sguanci – in Italia i malati di demenza senile sono oltre un milione e i familiari coinvolti sono oltre tre milioni. Di fronte all’Alzheimer oggi non ci sono cure, una malattia devastante per chi la vive, ma anche per le persone che gli sono accanto. Un film che racconta una storia vera e lo fa benissimo, il regista racconta la storia di sua madre e la narra con una delicatezza e forza rare. Si comprende che una persona che è al limite delle sue capacità riesce ancora a dare e insegnare qualcosa. Spero che il film abbia molti spettatori che possano capire la malattia e comprendere l’insegnamento che ci offre il regista”.
“Il messaggio più forte che voglio lanciare con la mia opera è che l’emozioni e l’amore sono il motore più forte della vita – ha detto il regista Domenico Costanzo – ed è un motore che non si spenge mai in ogni persona fino alla fine. Questo è il film più personale che ho realizzato, perché purtroppo parlo della malattia di mia madre. Un’opera molto sentita e la funzione dell’arte è quella di riuscire a estrarre la parte più dolorosa e raccontarla agli altri. La speranza è che il film possa arrivare a tante persone e fargli provare le stesse emozioni che ho provato io stesso”.
“Saverio si trova di fronte a questo grande dramma – ha detto l’attore Nicola Pecci – quando scopre che la madre è malata. Il resto della famiglia non accetta questo suo darsi completamente alla madre, ma lui continua questa bellissima storia personale. I giorni saranno contati, ma il protagonista li vuole vivere al meglio e donare alla madre parte di ciò che lei gli ha dato in passato”.
“Ho visto il film e ho sposato completamente la causa del regista – ha detto il coproduttore Tony Civino –. Vengo da un mondo diverso, ma ho perso mia madre un anno fa a causa di questa malattia e ho ritrovato nel film anche la mia storia. Per questo ho deciso di entrare e sostenere il progetto cinematografico”.
Nel film ‘Ho sposato mia madre’ il protagonista Saverio, scopre che la sua amata madre, Rosa, è affetta dalla sindrome di Alzheimer. Turbato da questo, decide di portarla a casa sua, ma per problemi familiari che insorgono, ben presto si vede costretto a portarla in una Residenza sanitaria assistita. Un giorno, scopre casualmente a casa della madre, delle lettere d’amore che suo padre le scriveva. Saverio le legge alla madre, e si accorge inaspettatamente che delle emozioni sopite risorgono prepotentemente in lei. Decide quindi insieme all’animatrice di rappresentarle in uno spettacolo. Queste lettere d’amore attraverso il meccanismo della reminiscenza, ‘sconfiggeranno’ almeno per un attimo la sindrome dell’Alzheimer ed il figlio Saverio, tramite queste, a sua volta ne avrà dei benefici, riscoprendo il significato della parola amore.
Il regista Domenico Costanzo è nato a Firenze nel 1962, inizia negli anni ’80/90 a girare dei cortometraggi insieme ad una eccellente compagnia di personaggi ora più che conosciuti: Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello e Carlo Conti. Con i successivi video vince numerosi premi tra i quali il primo premio al Festival del Cinema Indipendente Toscano, Castrocaro Video d’autore e Video Onorikon. Nel 1998 scrive e dirige il lungometraggio I volontari, prodotto da Giorgio Leopardi e distribuito dall’Istituto Luce. Negli anni successivi realizza vari corto e medio metraggi tra cui Dimmi qualcosa di te (premiato al Festival del cinema scolastico di Avellino); Una serata eccezionale (premiato a Roma in Campidoglio); il film La mia squadra del cuore e Io faccio il Rock, prodotto da Mediateca Regionale Toscana e Comune di Firenze e Io non sono cosi, selezionato alla festa del cinema di Roma. Scrive il soggetto del film Finalmente la felicità di Leonardo Pieraccioni. Scrive e dirige Benvenuti al centro, una fiction di venti puntate.
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