29 Aprile 2024

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Mauro Conti torna alla pubblicazione con l’album “Balcani”

Balcani

L’album “Balcani” nasce dopo un viaggio durato un mese e 5000 km, compiuto da Mauro Conti nell’estate del 2019 nei Balcani meridionali, attraversando in sella alla sua Vespa Piaggio, la Bosnia-Erzegovina, il Montenegro, l’Albania, la Macedonia del Nord, la Bulgaria fino a giungere sul Mar Nero per toccare il confine con la Turchia e ritornare percorrendo di nuovo la Bulgaria, la Serbia, la Croazia, e infine la Slovenia. Al rientro Mauro Conti ha iniziato a comporre le canzoni prendendo spunto dalla storia recente e passata di quella parte d’Europa. Incontri, situazioni, luoghi che lo hanno colpito e dove ha spesso anche intravisto momenti, pensieri, ricordi vissuti e legati alla propria vita. Ogni personaggio e storia di ciascuna canzone contiene a volte sotto traccia un episodio, un periodo, una relazione vissuta dall’autore.
“Il Tuffo”, che apre l’album è il tuffo che uomini compiono dall’alto del Ponte Vecchio di Mostar, distrutto nella guerra avvenuta nella fine della Jugoslavia e poi riscostruito. In questo tuffo che ha potuto vedere per caso, l’autore intravede una continua rinascita della vita che avviene tuffo dopo tuffo, giorno dopo giorno. “Kombinat Stalin” è un quartiere operaio di Tirana che con la chiusura delle due fabbriche lì costruite, ha subito con la fine del periodo comunista, una totale disgregazione sociale. La vicenda, raccontata da una donna, è la stessa vicissitudine umana e lavorativa vissuta anche dall’autore.
“Lo Spazzino di Sarajevo” invece racconta delle conseguenze di una guerra civile, in cui due amici si trovano su fronti opposti e uno dei due uccide l’altro, in nome di un’appartenenza a cui non crede e che però deve subire.
“La Casa Dei Dervisci” racconta la storia vera di un religioso del 1500 che attraversa i Balcani alla ricerca di un luogo ove erigere un monastero per la propria confraternita. Una ricerca di una spiritualità interiore che coinvolge anche l’autore.
“Mar Nero” è invece l’unico brano autenticamente auto biografico. Uno dei significati del viaggiare per l’autore.
“Cicogne” è l’omaggio a un animale tipico di quelle zone e con cui l’autore si sente, per le sue caratteristiche, in sintonia.
“I Tuoi Lunghi Occhi verdi” il racconto del distacco affettivo che subisce chi è costretto a emigrare così come “I Villaggi Ai Confini Del Mondo” vuole rappresentare la solitudine dei luoghi che hanno subito l’allontanamento delle persone.
“Porrajmos” è il nome che il popolo Rom dà alla tragedia che l’ha colpito nella Seconda Guerra Mondiale; la deportazione e lo sterminio nel lager nazisti. Una specie di ninna-nanna che una madre fa alla propria bambina per rassicurarla nell’imminenza della tragedia.
“Ramo di Quercia” si riferisce a una tradizione serba nell’imminenza della fine dell’anno.
Conclude “Elegia Balcanica” che, come dice il nome, è una preghiera che i morti innocenti del conflitto rivolgono a sé stessi, nel ritrovarsi nella morte simili e uguali.

Biografia

Mauro Conti nasce a Bologna nel 1959. L’incontro con la musica avviene all’inizio dell’adolescenza grazie all’accompagnamento di un fratello maggiore con cui inizia ad ascoltare le canzoni del periodo mentre, non è un caso che, nel corso dell’infanzia vissuta nel decennio dei ’60, l’esplosione della musica giovanile è stata sicuramente introiettata. Le prime trasmissioni radiofoniche e i settimanali dedicati alla musica “giovanile” coinvolgono sempre di più l’autore che nel frattempo aveva già iniziato a scrivere di prosa e poesia. Nel 1977 inizia a suonare la chitarra e si avvicina ancora di più alla musica, scoprendo sia i cantautori italiani sia i musicisti stranieri di estrazione rock, ponendo sempre grande attenzione anche ai testi. Beatles, Doors, Velvet Underground, Hendrix, l’esplosione del Punk e la nascita del nuovo rock italiano. È di quegli anni che inizia a comporre canzoni in stile cantautorale per poi, negli anni successivi, dare vita a diversi gruppi di ispirazione new-wave (The Lonely’ Hearts – CastaDiva) con una particolare riflessione ai testi ora scritti in italiano. L’orizzonte musicale dedicato all’ascolto e alla scoperta di nuovi artisti viene sempre mantenuta alta, partecipando anche ai numerosi concerti che sempre più si tengono. Inizia, alla fine degli anni ’80, a incidere le canzoni composte, sia nella musica che nelle parole. Avviene con “1989” il primo incontro con uno studio di registrazione. Un EP di due brani pubblicato in musicassetta che chiude il periodo dedicato alla musica esplicitamente rock. Nel frattempo, ha iniziato da diversi anni il lavoro come tecnico teatrale. Un’esperienza che lo coinvolge umanamente e gli offre la possibilità in maniera indiretta, di maturare il proprio rapporto con la creazione artistica, non solo in ambito musicale. All’inizio degli anni ’90 si avvicina alla musica blues a cui dedicherà tre lavori anch’essi registrati in studio: (Reno Tape Blues – Dall’Apennino al Delta – Vecchie & Nuovi Blues). Tutti i brani composti in italiano, cercano di seguire i classici temi del blues, ma collocati nei luoghi in cui l’autore vive in quel momento. La scrittura di nuove canzoni riprende nel 2018, quando l’autore ricomincia a dedicarsi alla composizione e dà avvio a un nuovo progetto musicale che si chiama “The Majakovskj’s Suicide – Hommage a…” Nell’arco di tre anni avviene la registrazione di tre EP che hanno lo stesso titolo, contraddistinti solo da Vol. 1, Vol. 2 e Vol. 3. Dodici brani complessivi che l’autore dedica a dodici autori (scrittori, poeti, musicisti, personaggi letterari, pittori) che lo hanno influenzato a livello artistico e umano. Nel 2021 registra un nuovo lavoro, “Les Chanson Purque d’Amour.” Cinque canzoni incentrati sulle diverse interpretazioni del sentimento “amore.” Nel 2024 infine esce “Balcani.” Undici brani nati dopo un viaggio di 5000 km all’interno dei Balcani meridionali per arrivare a toccare le sponde del Mar Nero e il confine con la Turchia. Per la prima volta l’autore si dedica solo al canto dei brani da lui composti e decidendo e collaborando però agli arrangiamenti eseguiti da Raffaele Montanari, titolare dello studio e della relativa casa discografica, PMS Studio.

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