27 Aprile 2024

Zarabazà

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Ukrainian Music: la pianista Yulia Yurchak in tour

Zaino in spalla, un viaggio di oltre due giorni per venire a raccontarci la grande musica ucraina

Yulia Yurchak, pianista organista compositrice e musicologa di Odessa, approda in Italia per venire a raccontarci che l’Ucraina è anche fatta di grande musica, di artisti, di sogni, di operatori culturali che non hanno nessuna intenzione di mollare e di permettere che la guerra appiattisca una preziosa dimensione artistica che è viva e vitale in tutta l’Ucraina in particolare ad Odessa. Il tour è organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea in collaborazione con l’Associazione Culturale Anfossi di Genova: un viaggio fra le note della grande musica ucraina che partirà da Genova l’11 marzo (chiesa del Gesù, Piazza Matteotti, ore 21.00) in duo con Damiano Baroni al violino per approdare a Roma il 14 marzo (Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra, ore 21.00) questa volta con Gloria Santarelli al violino; e poi a Torino il 15 marzo (Auditorium dell’Oratorio San Filippo Neri, ore 20,45). Infine a Milano (Sala testori, Teatro Parenti, ore 18,30) il 17 marzo dove aprirà “I Boreali – Nordic Festival”. In mezzo una tappa straordinaria al Principato di Monaco il 12 marzo (Chiesa di Santa Devota) in collaborazione con il COM.IT.ES del Principato di Monaco e con il patrocinio dell’Ambasciata italiana nel Principato di Monaco. Tutti i concerti sono gratuiti e prevedono in programma musiche, fra gli altri, di: Dmytro Bortniansky, Yuri Schurovskiy, Alemdar Karamanov, Mikhaylo Shukh, Evgeniy Adamzevich, Vitaliy Philipenko, Mykola Sheiko, Mykola Lysenko, Myroslav Skorik.

Il tour inizia simbolicamente a Genova, in nome del gemellaggio storico con la città ucraina di Odessa. “Yulia ha peraltro – ci tengono a spiegare dall’Associazione Culturale Anfossi – fondato nella sua Città Natale un centro culturale con una filosofia molto simile alla nostra con cui cerca di continuare a diffondere la cultura, organizzando eventi anche in questi tempi terribili. Ha scelto di continuare a vivere nel suo paese, tra allarmi, bombardamenti, razionamenti di energia (e non solo) e tutto ciò che ne consegue: ci sembrava imprescindibile appoggiarla”.