24 Aprile 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

«VOLEVO VEDERE IL CIELO». IL MONOLOGO DI MASSIMO CARLOTTO NELLA STAGIONE ORGANIZZATA DA ONDA LARSEN A TORINO

Sabato 26 alle 21 un testo sul miraggio della felicità con la compagnia sarda Effimero meraviglioso

Un monologo in atto unico liberamente adattato da un testo di Massimo Carlotto. Un testo per lanciare un messaggio forte contro i falsi miraggi di felicità e luccicante mondo dello spettacolo. Va in scena sabato 26 novembre alle 21 allo Spazio Kairos di via Mottalciata 7 a Torino “Volevo vedere il cielo” di Massimo Carlotto, per la regia di Maria Assunta Calvisi, messo in scena dalla compagnia sarda Effimero meraviglioso (intero 13 euro, ridotto 10,  biglietti in vendita su www.ticket.it; per entrare è necessaria la tessera Arci).

Il testo

Una donna, di cui non si conosce neanche il nome. Si sa invece che il marito si chiama Arturo, un brav’uomo, grande lavoratore, “sempre su e giù col muletto”, ormai rassegnato alle avversità della vita. Curiosamente non si conosce neanche il nome della figlia, “la ragazzina” che cerca in tutti i modi di sfuggire dalle grinfie della madre che la vorrebbe velina o concorrente del Grande Fratello, anche battona purché non come lei, frustrata e infelice. Un’infelicità annegata nel vermouth, unico sollievo ad una vita grigia da discount, offerte speciali e sogni consumati nel cesso.

Non occorre un accadimento eclatante per far scoppiare il dramma. Il dramma è covato dentro, pronto ad esplodere perché alimentato giorno per giorno dall’angoscia di una quotidianità vissuta nella speranza di un riscatto che solo “la ragazzina” ormai potrebbe offrire se diventasse un personaggio famoso dei programmi televisivi.

Nel testo l’ambiente è quello della periferia torinese, nella messinscena la donna è una borgatara romana.  Ma la radiografia di uno spaccato della società di oggi dove si alimentano i falsi miraggi, i luoghi comuni, gli stereotipi del successo e della felicità, non cambia perché non cambia il senso di desolazione e di miseria culturale e morale. “Volevo vedere il cielo, almeno un pezzettino…” dice la donna con amarezza. Ma per lei il cielo non c’è mai stato nella sua stanza, come nella canzone.,. “Io volevo solo che la mia ragazzina fosse felice, che almeno lei lo vedesse il cielo. Niente più niente al mondo potrà rimettere a posto le cose”.

In scena una Miana Merisi che si dà totalmente corpo e anima e ci restituisce, con grande sensibilità di attrice, i toni della tenerezza, dell’ironia, della pochezza, della disperazione.

BIGLIETTERIA

Intero 13, ridotto 10 (Scuderia Onda Larsen, over 65, studenti under 25, disabili)
Bambini fino ai 10 anni  8 euro.
Biglietti in vendita su www.ticket.it
Esiste il “Biglietto sospeso”: da quest’anno si può regalare un biglietto a chi non può permetterselo e compiere una buona azione per avvicinare le persone al teatro.
Per accedere a Spazio Kairòs è necessaria la tessera Arci.