Una storia d’amore, ambientata tra le montagne della Svizzera, vince la ventottesima edizione del Film Festival della Lessinia (FFDL). Tra i premi ufficiali, a conquistare la Lessinia d’Oro per la miglior opera cinematografica in assoluto alla rassegna cinematografica internazionale dedicata alla vita, alla storia e alle tradizioni nelle montagne del mondo è stato Drii Winter / Tre inverni (Germania e Svizzera, 2022) di Michael Koch, regista e sceneggiatore di Lucerna che si è formato presso l’Academy of Media Arts di Cologna, in Germania.
“Una tragedia fredda e una profonda storia d’amore, intervallata dalla presenza di un coro che come nella tragedia greca commenta le vicende umane. Un film sulla vita prima della morte. Il film ha degli accenti etnografici precisi, ma si rivela per l’essenzialità dei gesti, la precisione delle inquadrature e i tempi giusti della respirazione cinematografica”. Questa la motivazione della Giuria internazionale, che ha visionato le 27 pellicole in Concorso tra le 68 presentate quest’anno al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova (Verona). Era composta da: Luciano Barisone, critico cinematografico già direttore del Festival dei Popoli di Firenze e di Visions du Réel di Nyon; Mindaugas Survila, regista lituano premiato con la Lessinia d’Oro nel 2018; Susanna Fanzun, regista svizzera; Luca Massa, direttore della fotografia e Pellicola d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021; Eloise Barbieri che è regista, esploratrice e fotografa.
Nel corso della cerimonia di premiazione al Teatro Vittoria, la Lessinia d’Argento per il miglior lungometraggio è stata assegnata a Tardo agosto (Italia, 2021) di Federico Cammarata e Filippo Foscarini. Così si è espressa la Giuria internazionale: “Un film che si segnala per la bella respirazione dello sguardo, per la composizione delle inquadrature e la giusta distanza dei cineasti dal mondo che raccontano. In questo modo Cammarata e Foscarini captano perfettamente l’atmosfera dei luoghi e delle situazioni con la complicità di una luce che si apre e si chiude nel buio. Così la vita e la morte convivono fra impassibilità del mondo e passione degli uomini. Con poche inquadrature e un uso equilibrato della voce il film rivela tutto il dramma dell’esistenza umana”.
Il premio Lessinia d’Argento per il miglior cortometraggio è stato consegnato a Gavazn / Cervo (Iran, 2021) di Hadi Babaeifar, al debutto alla regia con questo cortometraggio, presentato alla rassegna veronese in anteprima italiana. Hanno motivato i giurati: “In meno di quindici minuti un mondo si rivela agli occhi della spettatore. Il dramma della malattia di un bambino, la sofferenza della famiglia, la forza dell’amore fraterno, la lenta erosione della consolazione nei metodi antichi di guarigione, sono raccontati con i tempi giusti e si connettono con l’essenzialità del cinema, dove il visibile è là per rivelare l’invisibile”.
Doppio il Premio della Giuria. È stato assegnato al cortometraggio Idyll / Idillio (Austria e Germania, 2022) della regista tedesca Fanny Rösch, in visione in anteprima per l’Italia al Film Festival della Lessinia. Poi a La Prova (Belgio e Italia, 2021), film di diploma di Toni Isabella Valenzi, presentato in anteprima per l’Europa.
Premi speciali
Tra i riconoscimenti speciali, il Premio del Curatorium Cimbricum Veronense al miglior film di un regista giovane è andato a Looking for horses / Alla ricerca dei cavalli (Bosnia ed Erzegovina, Francia e Paesi Bassi, 2021), lungometraggio d’esordio del regista Stefan Pavlović.
Il Premio della Cassa Rurale Vallagarina al miglior film sulle Alpi è stato consegnato al cortometraggio La vera storia della partita di nascondino più grande del mondo (Italia, 2021) di Paolo Bonfadini, Irene Cotroneo e Davide Morando. Inoltre, la stessa giuria ha attribuito una menzione speciale a Grazie al cielo (Italia, 2021) del regista e produttore cinematografico Remo Schellino.
Il Green Planet Movie Award al miglior film della sezione FFDLgreen è stato dato a Into the ice / Dentro al ghiaccio (Danimarca e Germania, 2022) del regista e fotografo Lars Henrik Ostenfeld.
Il Premio MicroCosmo della Giuria dei detenuti del Carcere di Verona è stato consegnato all’anteprima italiana John. Den siste norske cowboy / John. L’ultimo cowboy norvegese (Norvegia, 2021) del regista, produttore e fotografo Frode Fimland. Con il suo primo documentario per il cinema, Siblings are forever, ottenne il riconoscimento come miglior lungometraggio al Film Festival della Lessinia del 2014.
L’animazione scelta dai bambini è stata Maman pleut des cordes / Mamma piove a dirotto (Francia, 2021) di Hugo De Faucompret.
A completare il palmares del Festival è infine il Premio del pubblico che è andato all’anteprima italiana Virgjëresha shqiptare / La vergine albanese (Germania, Albania, Belgio e Kossovo 2021) del regista Bujar Alimani.
Ricco è stato il programma delle opere cinematografiche e degli eventi collaterali che al Film Festival della Lessinia hanno offerto una prospettiva privilegiata dalla quale osservare la realtà, i cambiamenti climatici e più in generale della società contemporanea. Con lo sguardo rivolto verso i temi del green e della sostenibilità che quest’anno sono stati ulteriormente rimarcati dall’adesione della rassegna al manifesto e al progetto del Verona Green Movie Land (VGML veronagreenmovieland.it).
«In Lessinia abbiamo imparato l’attitudine internazionale: un dialogo profondo con il mondo», commenta il direttore artistico del Film Festival della Lessinia, Alessandro Anderloni. «Abbiamo assistito in questa edizione, come non mai, ad un Festival che è diventato oggi un laboratorio di riflessione sui grandi temi dei popoli e, fra questi, della sostenibilità. Il cinema – conclude – è uno straordinario veicolo di approfondimento culturale, oltre che di scoperta del territorio: è quanto abbiamo capito ed è nella sostanza del Verona Green Movie Land che, in fondo, è partito proprio da qui».
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