15 Ottobre 2024

Zarabazà

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È a Firenze il murale simbolo di libertà

Donne, giovani e uomini, gli ultimi e i deboli, persone come tutti: sono i protagonisti del murale inaugurato sulle pareti di Casa Caciolle, uno dei centri educativi di Madonnina del Grappa, la storica struttura religiosa con sede a Firenze, tenuta dal direttore don Vincenzo Russo. L’opera d’arte, a cura di Emilia Petri, di 10 metri di lunghezza, campeggia sulle pareti esterne della struttura (in via Caciolle, 7) come a dare il benvenuto a tutti “uno dei principi – ha spiegato Don Vicenzo Russo – degli insegnamenti di Don Giulio Facibeni portati avanti da don Corso Guicciardini che in modo pionieristico ha posto le basi dell’agire fondato sul concetto di accoglienza e che ha sempre voluto e investito su Casa Caciolle”.

Il dipinto, frutto delle idee e della visione del mondo di Don Corso Guicciardini, riproduce un corteo festante di persone in cammino, alla ricerca di una propria liberazione “attraverso una visione fortemente prospettica che taglia la parete diagonalmente – ha spiegato l’artista Petri – i soggetti del dipinto, eterogenei ed uniti in un corteo festante, si allontanano da una condizione di separazione, marginalità, esclusione e limitazione fisica e di possibilità espressive, comunicative e culturali, per avvicinarsi all’osservatore e renderlo compartecipe di questo percorso di liberazione. In questo tragitto e tramite questa apertura su Casa Caciolle, i soggetti rappresentati vengono abbracciati dalla città, riappropriandosi di uno spazio finalmente condiviso e privo di barriere.”

“E’ una delle tante iniziative – ha spiegato Don Vincenzo Russo – che saranno protagoniste del progetti e programmi futuri di Casa Caciolle”. L’opera si inserisce, infatti, in un programma più ampio di riqualificazione del quartiere e del ruolo di Casa Caciolle a Firenze. Madonnina del Grappa dispone di numerose strutture, nelle quali offre attività e sostegno a coloro che presentano varie forme di disagio e sofferenza, luoghi sicuri in cui le persone in difficoltà riescono a recuperare fiducia, espressione personale, inclusione e integrazione, quindi la possibilità di azione autonoma all’interno di un tessuto sociale.

“Casa Caciolle” è una di queste strutture: è un complesso edilizio con ampi spazi interni ed un grande parco circoscritto dalle mura. Dal 2008 offre una “casa” a 10 persone detenute in pena alternativa al carcere, con l’intento di promuovere il loro reinserimento sociale e lavorativo per evitare il rischio di emarginazione e il perpetuarsi della condizione di fragilità che li ha condotti al carcere. Il dipinto murale intende rappresentare, come di fatto sono le attività dell’Istituto, il senso di comunità e libertà che il progetto mette in pratica, oltre le barriere del pregiudizio e delle diseguaglianze sociali ed economiche.

Emilia Maria Chiara Petri è una pittrice autodidatta, nasce nel 1983 a Bologna, dove vive e lavora. Dal 2010 ha realizzato mostre personali e collettive in ambito nazionale, tra cui “Teniamoci”, tenutasi a settembre 2018 presso le Sale affrescate del Palazzo di Giano a Pistoia, a cura di Carmen Schipilliti. La sua ricerca pittorica si incentra sul ritratto e sull’autoritratto.