26 Aprile 2024

Zarabazà

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Flavio Zen si racconta con “Kotodama”

Flavio Zen si presenta con il brano “Kotodama”. Un brano che prende vita anche attraverso le immagini del nuovo video. “Kotodama” è diretto da Toma Azzarone il quale ha lavorato anche in Om Mani Padme Hum.

Flavio Zen – Kotodama

In “Kotodama” ci sono dei tratti distintivi che ritroviamo in tutti i video di Flavio Zen, come il tema del viaggio o alcuni tipi di inquadrature in cui vediamo l’artista camminare di spalle in slow-motion. Un altro interessante richiamo visivo che si nota è il cappellino indossato dall’artista con la scritta “I’m not a rapper”.


Il riferimento al fatto di non essere un rapper è chiaramente una provocazione contraddittoria mossa dall’idea di volersi lentamente evolvere in qualcosa di diverso. Questa volta il “viaggio” di Flavio Zen parte dalla sua stanza. Un ambiente dall’atmosfera cyberpunk con adesivi di vecchi anime appiccicati in giro e disegni appesi al muro accanto a un Keyblade. E’ questo il luogo in cui si sveglia dal presumibile sogno di un concerto dal vivo fatto di immagini evanescenti. Questo riporta immediatamente al desiderio di voler tornare sul palco dopo due anni di pandemia.


Il viaggio di Flavio Zen pare essere molto più introspettivo del solito. Per veder realizzate le sue visioni sale su delle scale che lo porteranno in cima a un tetto, metafora dell’ascesa anch’essa ritrovata nel video di Om Mani Padme Hum.


Una volta raggiunto l’apice rivediamo ancora le scene del concerto dal vivo solo che stavolta la color correction utilizzata dal regista ci suggerisce che non si tratta più di un sogno ma di realtà.
Questo viene confermato dalla trovata stilistica di inserire l’audio originale del concerto in cui si sente Flavio Zen esibirsi dal vivo in Kotodama sul palco.
Interessante è anche l’ultimo espediente formale che troviamo alla fine del videoclip, ovvero inserire alcuni piccoli fuori onda durante i titoli di coda, quasi a voler citare i vecchi film di Jackie Chan.