27 Luglio 2024

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LATTOFERRINA: UN SOCCORSO NATURALE PER IL SISTEMA IMMUNITARIO.

La sindrome Covid19 da virus Sars-Cov-2 ha impegnato la comunità scientifica internazionale nella ricerca di target virali, vaccini, terapie innovative e vecchi farmaci al fine di contenere la pandemia.

Un dato osservazionale è stato condiviso dai clinici di tutto il mondo, ovvero che nei bambini contagiati dal virus i sintomi sono stati decisamente meno severi che negli adulti e solo in sporadici casi l’esito è stato ingravescente.

L’attenzione dei ricercatori è stata convogliata sul ruolo dell’immunità umorale ed aspecifica dei bambini e rispetto il sistema naturale di difesa, le osservazioni si sono concentrate sul ruolo della lattoferrina, una proteina dell’immunità naturale, presente nel latte materno, con una attività dimostrata di contenere le infezioni a carico delle mucose respiratoria e intestinale.

La lattoferrina è una glicoproteina, alla catena peptidica è legata una catena oligosaccaridica, un glicano, nel suo complesso è una proteina glicosilata.

Viene prodotta in vivo dai granulociti neutrofili e da alcune ghiandole esocrine, si rinviene in secrezioni bronchiali e nasali, gastrointestinali, nel latte e nel colostro, nella saliva e nelle lacrime.

Appartiene alla famiglia delle transferrine, lega e trasporta il ferro con capacità doppia rispetto la transferrina, riveste un ruolo importante nell’omeostasi del ferro.

Il meccanismo di ingresso del Sars-CoV (*) è mediato dai proteoglicani di eparan-solfato (HSPG) ampiamente presenti nella membrana cellullare. Il sistema macromolecolare HSPG sulle superfici cellulari è il primo ligando dei virus che si concentrano in situ per poi trasferirsi dai proteoglicani ai recettori cellulari ACE2 (**). Questi recettori si comportano da viral surfing traducendo l’ingresso del virus nella cellula ospite.

Il ruolo della lattoferrina, come riportato nallo studio sull’infezione da Sars-CoV da Lang J et al., è quello di legarsi ai proteoglicani di eparan-solfato HSPG, impedendo la concentrazione virale sulla superfice cellulare e quindi il successivo passaggio ai recettori ACE2.

Alcuni ricercatori italiani dell’Università di Tor Vergata e della Sapienza hanno recentemente approfondito le proprietà antivirali e antiinfiammatorie della lattoferrina attraverso uno studio clinico su pazienti Covid19 asintomatici e paucisintomatici.

Lo studio ha valutato la sicurezza e l’efficacia di una formulazione liposomiale di lattoferrina somministrata per via orale e intra nasale.

La necessità di approntare una formulazione di lattoferrina in liposomi è stata necessaria per garantire una adeguata biodisponibilità della sostanza, infatti se non adeguatamente protetta la molecola viene inattivata in buona parte dall’acidità gastrica.

Lo studio clinico, pubblicato recentemente su Journal of Molecular Sciences, ha riportato la remissione dei sintomi clinici in un campione di pazienti sintomatici e la negativizzazione del tampone dopo 12 giorni di trattamento.

Contestualmente allo studio clinico di Tor Vergata, la lattoferrina è stata testata in vitro dai ricercatori di microbiologia dell’Università La Sapienza sull’attività antivirale. Il meccanismo di inibizione che è stato rilevato consiste in un’interazione tra lattoferrina e proteina “spike” del virus, la glicoproteina esterna del Sars-CoV-2, impedendo le fasi iniziali dell’interazione virus-cellula.

Oltre le proprietà antibatteriche, antimicotiche e antivirali, la lattoferrina svolge anche una funzione antiinfiammatoria e immunomodulante. La molecola mediante endocitosi penetra all’interno delle cellule e trasloca a livello nucleare regolando l’espressione dei geni pro-infiammatori (es. IL-6) e potenziando la risposta immunitaria adattativa. Altri studi hanno riportato che dosi farmacologiche di lattoferrina aumentano la IL-8, una citochina immunostimolante Th1 nota per migliorare la citotossicità cellulo-mediata.

Sotto il profilo della sicurezza, la lattoferrina può essere assunta per lunghi periodi, possono assumerla anche i bambini, mentre nella donna in gravidanza o durante l’allattamento non vi sono studi a sufficienza sul profilo del rischio.

Non sono note interferenze farmacologiche.

La via di dosaggio è la sub linguale o intra nasale.

Articolo Dott. Paolo Minacori. Farmacia del Viale per www.farmacomm.com