19 Aprile 2024

Zarabazà

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L’EPOCA DELLA BEAUTYTUDINE

Dai nostri salotti, alle foto perfette sui social, al cibo in tv:

la bellezza ha riempito il mondo. Ma siamo sicuri che sia anche in grado di salvarci?

Mercoledì 24 FEBBRAIO dialogo live tra estetica e teologia sul canale youtube della casa editrice Vita e Pensiero

con Giuliano Zanchi,

autore del libro La bellezza complice (Vita e Pensiero),

e il filosofo Silvano Petrosino

Non è mai esistita una civiltà che, come quella in cui ci troviamo a vivere, sia dominata da una cura estetica tanto importante. Arte, cucina, moda, design, spettacolo, fiction, arredamento, grafica, comunicazione, insomma tutto quanto coinvolge la nostra vita viene confezionato con attenzioni estetiche persino ossessive. La bellezza ha riempito il mondo. Ma che sia anche in grado di salvarlo è tutto da vedere.

Da questa tesi di fondo, che Giuliano Zanchi condensa nel saggio La bellezza complice. Cosmesi come forma del mondo (Vita e Pensiero 2020, 248 pp., € 16,00), prenderà avvio, mercoledì 24 febbraio alle 17.30, il dibattito online L’epoca della beautytudine tra l’autore e il filosofo Silvano Petrosino, introdotto e moderato da Aurelio Mottola, direttore della casa editrice Vita e Pensiero (live sul canale youtube di Vita e Pensiero al link https://bit.ly/3rASw7J).

Una riflessione sulla cosmesi come forma del mondo che prenderà spunto da Woody Allen (“siamo nel 1975… il bello è sparito al giro del secolo” dice nel celebre film Io e Annie), dalle opere d’arte del Domenichino, dalla pubblicità contemporanea, da film come The Truman Show e Il diavolo veste Prada  (memorabile la scena sul maglioncino ceruleo). Senza dimenticare uno dei passi più citati e insieme decontestualizzati de L’Idiota di Dostoevskij, il famoso “La bellezza salverà il mondo”.

Le parole che il giovane tormentato Ippolit rivolge al principe Miškin, formulate peraltro in termini di un interrogativo, chiamano in causa la questione di un riscatto del mondo e, se il principe non risponde fino in fondo, emerge però con chiarezza che «la ‘bellezza’ è il nome che si dà all’inequivocabile manifestarsi del bene». Un insieme di qualità che non hanno necessariamente a che fare con la forma armonica, perfetta e intatta. Quanto piuttosto «i tratti dell’irremovibilità con cui la bontà custodisce la propria perseverante giustizia. A costo di tutto. Anche di perdere la perfezione della forma. È il bello del bene».

Cosa è diventata questa bellezza citata “anche dagli assessori ai lavori pubblici ormai, e non soltanto quelli alla cultura, quando si trovano a inaugurare una rotatoria provvista del suo monumento kitsch o un giardinetto ritagliato fra desolanti grigiori urbani”? Sembra che, negli automatismi che regolano il nostro inconscio culturale, essa svolga una sorta di funzione riparatrice.

Dove non è possibile, per conclamata mancanza di esistenza, affidarsi a qualcosa di vero e reale, restano le strategie della simu­lazione estetica, dove tutto quello che conta –il senso, l’identità e i legami – diventa oggetto di una costruzione artificiale. La bellezza ha così preso il posto lasciato vuoto dalla verità imparando a sedurre il nostro sguardo. Certo non smettiamo di emozionarci davanti a un tramonto ci dice Zanchi. Tuttavia: “li si osserva attraverso la fotocamera per poi farne un post sui social. Non si è meno colpiti. Ma le emozioni in gioco vibrano certamente in modo diverso. Siamo abbruttiti o diversamente contemplativi?


I PROTAGONISTI

Giuliano Zanchi è segretario generale della Fondazione Adriano Bernareggi di Bergamo. Si occupa di temi al confine tra l’estetica e la teologia. Tra i suoi libri più recenti con Vita e Pensiero:  L’arte di accendere la luce. Ripensare la Chiesa pensando al mondo (2015), Rimessi in viaggio (2019).

Silvano Petrosino, filosofo internazionalmente noto per i suoi studi sul pensiero di Lévinas e Derrida, è professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove insegna Teorie della Comunicazione e Antropologia religiosa e media. Oggetto dei suoi studi sono la natura del segno, il rapporto tra razionalità e moralità, l’analisi della struttura dell’esperienza con particolare attenzione al rapporto tra la parola e l’immagine; il desiderio e l’umano. Tra i suoi ultimi saggi Il desiderio. Non siamo figli delle stelle (2018), Dove abita l’infinito (2019).

EVENTO

Mercoledì 24 febbraio alle 17.30

Live sul canale Youtube Vita e Pensiero al link: https://bit.ly/3rASw7J