2 Maggio 2024

Zarabazà

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GRANA PADANO e NEWTECH: analisi del dna per migliorare la qualità

Il 16 dicembre  su TEAM presentazione del progetto finanziato dal MIPAAF

Studio a cura del CREA di Lodi e dell’istituto “Spallanzani” di Rivolta d’Adda

Berni: analisi all’avanguardia nella prospettiva di una più elevata sostenibilità

Desenzano del Garda – Seguire ogni momento della nascita del Grana Padano DOP dall’alimentazione delle bovine alla marchiatura attraverso l’analisi del DNA è il percorso seguito dai ricercatori del progetto NEWTECH, finanziato dal MIPAAF e curato dal CREA, Centro di ricerca di Zootecnia e Acquacoltura, di Lodi e dall’Istituto “Lazzaro Spallanzani” di Rivolta d’Adda, in provincia di Cremona, in collaborazione con il Consorzio Tutela Grana Padano.

I principali risultati dello studio saranno presentati in un convegno in programma mercoledì 16 dicembre, dalle 10 alle 13, dalla sede del Consorzio Tutela Grana Padano e diffuso sulla Piattaforma Teams.

“NEWTECH è un’altra tappa importante nel percorso del Grana Padano DOP per tutelare sempre più la sua origine ed unicità con analisi all’avanguardia in ogni passaggio della filiera – spiega il Direttore Generale del Consorzio, Stefano Berni – Una genuinità antica si mantiene utilizzando la ricerca più evoluta in una prospettiva di elevata sostenibilità di ogni fase della produzione per aumentare sempre più la qualità e la sicurezza che milioni di persone apprezzano ogni giorno nel formaggio a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo anche nei mesi terribili della pandemia. E con NEWTECH si valorizzano le produzioni e si tutelano i trasformatori, che operano nel rispetto dei disciplinari, ed i consumatori”.

Si parlerà della possibilità di utilizzare approcci molecolari innovativi per consentire la mappatura del Grana Padano DOP grazie all’esame del DNA, già utilizzato per la caratterizzazione di alimenti, e che consente di verificare l’origine dei prodotti e la tracciabilità di filiera.

In particolare, i curatori del progetto presenteranno gli esiti delle informazioni ottenute dall’analisi del DNA, di provenienza vegetale nel latte, che deriva dall’alimentazione del bestiame, e da quello estratto dai batteri presenti nei formaggi, a loro volta specchio del patrimonio microbico del latte crudo, che vengono trattenuti e si sviluppano nel prodotto durante la sua stagionatura.

Inoltre si anticiperanno i primi risultati sulla messa a punto di un sistema ottico prototipale per il monitoraggio della coagulazione del latte in caldaia.

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