27 Aprile 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

L’aristotelico impenitente

Nell’Aristotelico impenitente l’eco del Nome della Rosa .
Siamo nel Trecento, e la vita di un monastero è scossa da un misterioso omicidio. A indagare non sarà Guglielmo da Baskerville, bensì il
maestro Ardighino da Padova, un po’ meno brillante del protagonista
del Nome della rosa. Eppure, proprio al capolavoro di Umberto Eco si è ispirato Stefano Gelain per il suo L’aristotelico impenitente (Mauro
Pagliai Editore, pp. 192, euro 12), romanzo accurato e denso di ironia
che, come in ogni parodia, gioca con l’ambientazione storica
presentando un’irresistibile giostra di situazioni paradossali e
personaggi al limite del grottesco.
Stefano Gelain, giovane docente di lettere originario di Feltre (Belluno), si è laureato con una tesi sulla Letteratura latina medievale.
Al centro del suo romanzo è la figura di Ardighino, medico e filosofo,
allievo del brillante Pietro d’Abano. Piuttosto goffo, non esattamente
preparato – nonostante la sua professione non conosce il latino, ma ne parla una variante maccheronica – e totalmente privo di una strategia d’indagine, Ardighino è però dotato di un certo acume e di spirito
d’iniziativa, e utilizzerà ogni arma a disposizione per tentare di dare
un volto a un assassino senza nome. Il conte Aghinolfo Guidi lo ha
infatti invitato al Castello di Romena dopo l’omicidio del cavaliere
Arnaldo Buglione, il cui corpo è stato trovato a terra, con la lingua
inchiodata al pavimento. L’indagine porterà Ardighino a muoversi in
un mondo fatto di religiosi e di nobili, di castellane e inquisitori,
antichi tomi e sofisticati enigmi, prima di trovare finalmente, in modo
rocambolesco e inaspettato, il bandolo della matassa.

Stefano GelainL’aristotelico impenitente
Mauro Pagliai, 2019 Pagine: 192Caratteristiche: br.ISBN: 
978-88-564-0422-7
Collana: Le ragioni dell’Occidente
Settore:L2 / Romanzi
Prezzo: 12 €
Visualizza scheda libro
1318 d.C.
Ardighino da Padova, medico e filosofo aristotelico, allievo del
brillante Pietro d’Abano, si reca al Castello di Romena su invito
del conte Aghinolfo Guidi, che lo prega di indagare su un
misterioso delitto irrisolto.
Come in una versione parodiata de Il nome della rosa di
Umberto Eco, il medico padovano, totalmente privo di una
strategia d’indagine, tenta di dare un volto a un assassino
particolarmente sfuggente. Sullo sfondo personaggi promiscui e sgangherati: tra vassalli, valvassori e valvassini, castellane prive di senno e inquisitori smargiassi, Ardighino si vedrà costretto a dubitare di tutti, prima di scoprire, non certo grazie alle proprie doti investigative, chi si cela dietro l’esecrabile delitto.