28 Marzo 2024

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Aurélien Bory aSH – Pièce pour Shantala Shivalingappa

 

Prima Nazionale

13 – 15 novembre 2019

Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi

ore  21

Da 16 a 35 euro

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Torna al Romaeuropa, dal 13 al 15 novembre all’Auditorium Parco della Musica, il visionario regista francese Aurélien Bory: il suo aSH, con la danzatrice Shantala Shivalingappa, è il terzo capitolo di un percorso dedicato a ritratti di donne che il pubblico del festival ha potuto seguire nel corso degli anni assistendo a Plexus con Kaori Ito (2014) e a Questcequetudeviens? con Stéphanie Fuster (2015).

«Le tre protagoniste di questo percorso hanno consacrato la propria vita alla danza, anche attraverso scelte radicali. Donne attive, protagoniste del proprio lavoro, per le quali arte e vita si confondono. Questo progetto mette in luce il rapporto di queste donne con la danza, tramutandolo in una metafora del rapporto dell’uomo con l’arte» racconta il regista che con i suoi spettacoli si è imposto all’attenzione internazionale come un poeta dello spazio e della materia. Teatro, danza ma anche nuovo circo si fondono nelle sue creazioni capaci di tramutare rigorose strutture poetiche in drammaturgie di immagini e movimento sorprendenti ed emozionanti a partire dall’uso dello spazio sempre manipolato e reinventato fino a sfidare le leggi della fisica, del corpo umano e della percezione.

Così è la scena di aSH – Pièce pour Shantala Shivalingappauna coltre di cenere –  come suggerisce il titolo dello spettacolo – sulla quale si muove la celebre danzatrice di origine indiane. All’energia ritmica e vitale di Shivalingappa, alla sua tecnica in cui si incontrano Kuchipudi e danza contemporanea, alla sua capacità non solo di danzare gli elementi naturali ma di disegnarli e generarli, Bory ha infatti dedicato il suo nuovo spettacolo. «Per aSH ho costruito un dispositivo che è come un grande foglio di carta. Posto sul fondo della scena, simboleggia l’origine del teatro e della rappresentazione. Shantala è la danza che evoca il vuoto, l’invisibile principio di tutto l’universo. Ma come rappresentare il vuoto in teatro? Il foglio bianco cela un mistero che rappresenta la forza stessa della danza di Shantala. Danzando lei fa esperienza dell’ambiguità di questo spazio e dall’esperienza nasce la rappresentazione, veicolo di comprensione e mezzo che permette di situarsi nel mondo secondo il pensiero indiano» racconta ancora Bory.

Musa ispiratrice, Shantala si sovrappone presto alla figura di Shiva, dea creatrice e distruttrice, la cenere diviene il simbolo di un ciclo continuo di morte e rinascita, di un’energia circolare che affonda le sue radici nei riti di cremazione indiani e nelle vibrazioni della danza come fonte di energia e traccia di vita. Racconta ancora il regista: «un’altra importante fonte di ispirazione per questo spettacolo sono stati i Kolam, forme e disegni prodotti dalle donne indiane sul suolo utilizzando la farina di riso. Creati la mattina, i Kolam vengono distrutti durante la giornata dal vento o dai passanti. Una bellissima metafora che porta con sé l’idea di creare lo spettacolo e poi distruggerlo per ricominciare il giorno dopo. Un altro elemento posto in gioco è stato il ritmo del Kuchipudi, la danza indiana di Shantala, ma forse di tutte le danze indiane che Shantala ha praticato cominciando da giovanissima, prima di lavorare con Peter Brook, Bartabas o Pina Bausch. In queste danze ritmate l’elemento della ripetizione è centrale. È stato sorprendente scoprire come nei gesti ripetuti da migliaia di anni si celino forme geometriche. Basta solo ripeterli in modo ciclico affinché diano vita a cerchi, spirali, punti: motivi che hanno un senso preciso anche nel pensiero e della mitologia indiana».

BIO

Aurélien Bory – Nato nel 1972 a Tolosa è un regista teatrale interessato al lavoro sullo spazio scenico. Un interesse nato anche grazie agli studi in fisica antecedenti al suo percorso artistico. Nel 2000 sempre a Tolosa fonda la sua Compagnie 111 con la quale si cimenta nella reinvenzione del “Physical Theatre” attraversando differenti ambiti disciplinari (il teatro, il circo, la danza, le arti visive e la musica). Rappresentati in numerosi paesi, i suoi spettacoli hanno ricevuto molti riconoscimenti internazionali ad iniziare dal suo Plan B (2003) e da Plus ou moins l’infini (2005). Con Questcequetudeviens? (2008) creato per la danzatrice di flamenco Stéphanie Fuster, inaugura una serie di “ritratti di donne” proseguita con Plexus (2012) per la danzatrice giapponese Kaori Ito e oggi con aSH per Shantala Shivalingappa. Estremamente visionari, tutti gli spettacoli di Bory, lasciano spazio all’immaginazione dello spettatore tra meraviglia visiva e rinnovamento della forma teatrale. Bory ha ricevuto nel 2008 il premio CulturesFrance/Créateur sans frontières per le sue creazioni all’estero. Questcequetudeviens? è stato nominato nella categoria “Miglior spettacolo di danza” per gli Olivier Awards 2014 a Londra. Dal 2011 è artista associato al Grand Théâtre di Nantes. Da gennaio 2014, Aurélien Bory è artista residente al ThéâtredelaCité – CDN Toulouse Occitanie.

Shantala Shivalingappa – È una danzatrice indiana di Kuchipudi. Nata a Madras, in India, è cresciuta a Parigi in un mondo pieno di danza e musica. A queste discipline è stata iniziata dalla madre, la danzatrice Savitry Nair. Profondamente commossa e ispirata dallo stile puro e aggraziato del Maestro Vempati Chinna Satyam, Shantala dedica tutta se stessa alla tecnica del Kuchipudi, affidandosi all’allenamento intesto e rigoroso del suo maestro. Guidata dall’intenso desiderio di mostrare il Kuchipudi al pubblico occidentale, si esibisce nei festival e nei teatri più importanti (come Théâtre de la Ville – Paris, Sadler’s Wells – London, Mercat de les Flors – Barcelona, Jacob’s Pillow Festival – USA, New York City Center, Herbst Theatre – San Francisco), conquistando l’attenzione internazionale. Acclamata da critica, artisti e pubblico in India e in Europa, Shantala combina una tecnica perfetta alla grazia e all’emotività della danza.

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