27 Luglio 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

Nel giardino segreto degli aranci amari, alla ricerca di leggende e miraggi, sulle tracce dei nobili Peralta.

Sciacca debutta a Le Vie dei Tesori e apre le porte di dodici siti. E a Sambuca di Sicilia, in tredici siti, ci si perderà tra purrere e salotti nobiliari, alla ricerca di un fortino che affiora dall’acqua

SCIACCA 

È la città delle leggende e dei miraggi: da Dedalo che costruisce le famose Stufe di san Calogero sul monte Kronio, all’isola Ferdinandea che sbuca dalle acque e si inabissa dopo poche settimane, lasciando tutti di stucco. Insomma, qui si trovano tracce di un tempo che risale ad almeno mille anni prima dell’era cristiana, da lì in poi sono giunti tutti: Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani, Arabi e Normanni, Svevi e Angioini, attratti dalle polle di acqua termale. Sotto i Peralta divenne importantissima, eresse i suoi palazzi, discusse da pari a pari con la vicina Girgenti. C’è posto persino per un museo di art Brut, popolato dalle sculture en plein air di un artista-contadino. Millenni di storia da percorrere, una cittadina in gran parte inedita che non fa parte delle abituali “rotte” dei viaggiatori: anche per questo motivo Le Vie dei Tesori la vuole proporre come meta, aprendo 12 luoghi che nascondono vere meraviglie. Co l’aiuto logistico del Comune. “Sciacca è veramente piena di siti del tutto sconosciuti che così saliranno alla ribalta – dice il vicesindaco Gisella Mondino -; apriamo la chiesa di santa Margherita, di solito inaccessibile, che è straordinaria; e al Comune, esporremo tutte le opere che negli anni sono state donate dagli artisti”. “Sciacca sarà un debutto, ma è anche una sicurezza – interviene il vicepresidente de Le Vie dei Tesori, Marcello Barbaro -; e abbiamo trovato ragazzi entusiasti. Siamo alla prima edizione, ma già ci segnalano luoghi da inserire il prossimo anno”.

Tre  weekend a disposizione, venerdì, sabato e domenica, dal 13 al 29 settembre. Il festival è promosso dal Comune di Sciacca che ne sta curando la logistica. Le Vie dei Tesori – nato a Palermo, dove ad ogni edizione la città si trasforma in un unico museo diffuso – quest’annosi allarga a quindici centri di tutta la Siciliaoltre a Sciacca, anche Naro e Sambuca con cui si creerà di fatto una rete, visto che i coupon saranno validi per visitare i luoghi di tutte e tre le cittadine; poi Caltanissetta, Trapani, Marsala, Acireale, Siracusa, Noto e Messina;  Il 4 ottobre Le Vie dei Tesori si trasferirà invece a Palermo e Catania (5 weekend) e tra il barocco del Ragusano (3 weekend). A Palermo saranno proposti 170 tra luoghi da visitare ed esperienze inedite.  Ed eccoci dunque a Sciacca. Dove bisogna lasciarsi guidare dai cinque sensi: perché si guarda, si tocca. E ci si lascia trascinare, in questo caso, dal profumo degli aranci amari. Per scoprire che c’è un palazzo nobiliare con tanto di giardino segreto, con cavità sotterranee e una “stanza dello scirocco” dove i nobili abitanti di Palazzo Lazzarini cercavano un po’ di frescura. Ma per rintracciare la storia di Sciacca bisogna andare indietro e indietro: fino ai Normanni a cui si deve la chiesa più antica della città, l’austera San Nicolò La Latina; di due secoli più tardi è invece il Castello dei nobili Peralta, i signori di Sciacca che, passato di eredità in eredità, fu al centro della famosa contesa tra i de Luna e (catalani) e i Perollo (normanni). La versione romantica racconta l’amore segreto di Giovanni Perollo per la nobile Margherita, la versione storica scontri per interessi politici ed economici … fatto sta che il castello è sull’ex cinta muraria e se ne scoprono a fatica i resti. Per la chiesa di Santa Margherita si rincorre la leggenda che il pavimento venisse lavato con il Moscato per farlo brillare: lo raccontano gli anziani, fatto sta che la geometrica ha un bellissimo portale attribuito al Laurana. Sotto Carlo V, Sciacca divenne preda ambita per i suoi depositi di granaglie: a quel periodo risalgono le Grotte del Caricatore (appunto) e la torre campanaria (un parallelepipedo perfetto) che la difendeva dai Turchi: da quassù si vede tutta la città. Alla Casa Comunale – che di per sé è già bellissima visto che è un ex convento seicentesco dei Gesuiti – sarà trasformata la Sala Blasco in una pinacoteca, per ospitare le opere che nel corso degli anni sono state donate al Comune e che di solito sono negli uffici (e quindi non fruibili dal pubblico). Tra le altre, per “Novecento. La collezione del Come”, a cura di Anthony Francesco Bentivegna, opere di Franco Accursio Gulino, Rosario Bruno e Giuseppe Montalbano e molti altri. Al Museo Scaglione è invece visitabile una retrospettiva su Vincenzo Nucci. Al Castello Incantato sarà esposta la “chiave dell’incanto”, una scultura lignea “erotica” che Filippo Bentivegna usava come tramite ogni volta che incontrava una bella donna.

LE PASSEGGIATE. Un altro dei must de Le Vie dei Tesori: le passeggiate guidate da esperti, storici, botanici, giornalisti, alla scoperta della città. A Sciacca se ne organizzeranno tre, tutte già prenotabili sul sito www.leviedeitesori.it. La prima (del 15 settembre) condurrà alla scoperta di Monte Kronio dove è ancora visibile la grotta di un eremita e le famose grotte (uniche al mondo) con un ‘umidità del cento per cento. Una secondo percorso (organizzato per domenica 22 settembre) ricondurrà all’antico quartiere ebraico e alla Giudecca, fino alla sinagoga dove si verrà accolti dall’attuale proprietario. Si chiude con una terza passeggiata (29 settembre) che invece permetterà di rivivere i fasti della Sciacca dei nobili signori. Che erano tanti e punteggiavano con i loro sontuosi palazzi, l’intera città. 

SAMBUCA 

Il ricco emiro costruì Al Zabut, il castello che guardava dall’alto alla giovane Sambuca, con le sue stradine strette di cui il terremoto non è riuscito a distruggere la pianta antica. Passeggiare in questo borgo vuol dire ritrovare un vivere lento, fatto di chiacchiere assolate, dolci carnali, vini liquorosi che fermentano nelle pirrere scavate nel tufo, antichi palazzi nobiliari, resti di un’Ottocento glorioso che collezionava vasi attici; e ancora, le torri, i forni, il fortino arabo Mazzallakkar e il palmeto fenicio, il teatro gioiello, la  fondazione dedicata al pittore degli umili mestieri. Questo e molto altro in dodici luoghi (più uno fuoriporta) che segnano il debutto di Sambuca ne Le Vie dei Tesori. “Abbiamo inseguito Le Vie dei Tesori fino a quando non ci hanno detto di sì e siamo riusciti ad inserirci nel programma – sottolineano il sindaco Leonardo Ciaccio e l’assessore alla cultura e vicesindaco Giuseppe Cacioppo – Sambuca sarà una scoperta per tutti, anche per i sambucesi: siamo sicuri che chi verrà in visita, si meraviglierà della bellezza del borgo. E magari deciderà anche di restare”. “Sambuca è un gioiello, io qui mi sento una cittadina – interviene Laura Anello, presidente de Le Vie dei Tesori – quest’anno il festival, che si basa soltanto sulle nostre gambe e sulla collaborazione dei comuni, punta anche ad un confronto  tra le città più rodate e i borghi, per trasformare sul serio la Sicilia in un enorme museo diffuso”.

Un borgo dove il sole batte forte e si cerca la frescura nelle pirrere, le cave da cui si traevano i conci di tufo per erigere il borgo: che – te lo dicono i sambucesi – è costruito su un reticolo intricato di gallerie, cantine, cunicoli. Si potrà visitare la più grande di queste cave per il Festival, ma i posti da scoprire sono veramente tanti. Si avranno a disposizione sempre tre  weekend, ma solo sabato e domenica, dal 14 al 29 settembre. Ma perché non fermarsi al tramonto per una delle due visite guidate con degustazione di vini Planeta? Saranno il 21 e il 28 settembre, strettamente legate alla nobile famiglia del vino che mette a disposizione dei visitatori sia il palazzo dei baroni di Santa Cecilia –  articolato ingranaggio di memorabilia, ricordi, lettere, costumi, uniformi – che l’affascinante Ulmo, il baglio cinquecentesco che guarda ad un fortino arabo semisommerso dalle acque del lago Arancio e che fu la prima sede delle cantine Planeta. Sambuca ha deciso veramente di mettersi in gioco, ad iniziare dal Comune che ha prestato il suo supporto per individuare i “tesori” da aprire. 

UNA PASSEGGIATA e DUE DEGUSTAZIONI. La vera storia di Sambuca: la passeggiata condotta da Antonella Di Giovanna, domenica 29 settembre, permetterà di “capire” un borgo giallo intenso incastonato tra i Monti Genuardo, il sito archeologico di Adranone e la valle intorno al Lago Arancio. Durante la passeggiata si scoprirà la sua anima antica fatta di vicoli saraceni, palazzi nobiliari e altoborghesi. Info e prenotazioni: www.leviedeitesori.it. Due speciali visite ,guidate in luoghi di grande fascino: sono previste per sabato 21 settembre alle 19 all’Ulmo e sabato 28 a Palazzo Planeta, e si chiuderanno con una degustazione di vini Planeta. Si deve prenotare: www.leviedeitesori.it.

Spostiamoci a SAMBUCA, dunque, e qui il viaggio deve per forza iniziare dalla Chiesa Madre che soltanto da pochi mesi è stata restituita alla città, dopo essere stata per cinquant’anni – dal terremoto del Belice – il simbolo di una ricostruzione  incompiuta. Dalla sua rocca, guarda al paese; in origine era una piccola cappella, nel 1642 fu ricostruita grazie al contributo della marchesa Donna Giulia Baldi Centellis. Completata nel 1651, ha un campanile ricavato da un’antica torre saracena di difesa. Sarà una scoperta invece la commovente Madonna dell’Udienza di Antonello Gagini, rimasta nascosta per tanti anni nell’intercapedine di un forno delle cucine della torre di Cellaro; fu trovata da un contadino nel 1575, durante un’epidemia di peste e, racconta la leggenda, da quel momento gli ammalati guarirono per prodigio: oggi è alla chiesa del Carmine. Poco lontano, a Santa Caterina, sembrerà di sentire il profumo delle “minne di vergini” che una suora creò per il matrimonio del marchese mecenate, don Pietro Beccadelli. E soltanto per  Le Vie dei Tesori, sarà possibile salire una particolare scala elicoidale (di solito chiusa) che conduce a una terrazza e da lì, al coro che sovrasta la chiesa del Purgatorio, che oggi ospita il MUDIA, il museo di arte sacra. Da non perdere due case private: Palazzo Panitteri e casa Amodeo, che in effetti è piuttosto un piccolo complesso di abitazioni collegate da spazi verdi; il Teatro L’Idea che è un piccolo gioiello con sala all’italiana; la pinacoteca Gianbecchina, lascito del pittore che preferì sempre dipingere il mondo contadino; e la Biblioteca Navarriana, aperta dalla Banca Sicana che ha costruito un focus documentario su Emanuele Navarro della Miraglia, scrittore sambucese, considerato uno dei maestri del Verismo. 

Le Vie dei Tesori nascono da un lavoro srotolato sull’intero territorio, a cui contribuiscono i Comuni, le Diocesi, gli enti, le Soprintendenze; quest’anno, su input dell’assessore Sebastiano Tusa al quale la manifestazione è dedicata, e per volontà del presidente della Regione Nello Musumeci e del dirigente generale dell’assessorato ai Beni culturali, Sergio Alessandro, la Regione Siciliana ha firmato con il festival un innovativo accordo di valorizzazione con cui – pur non attribuendole risorse finanziarie – ne riconosce la valenza strategica per la promozione della Sicilia mettendo a disposizione i luoghi e rendendo più agili i processi decisionali. Da Roma, poi, sono arrivati, ormai per il quarto anno, la medaglia di rappresentanza del presidente della Repubblica e i patrocini del Senato, della Camera, del ministero dei Beni culturali.

Insomma, la ricchezza della Sicilia sarà a portata di mano, anzi di coupon,  dotati di Qr-code, che si acquistano on line sul sito del Festival e vengono smarcati all’ingresso dei luoghi. Sul posto, il racconto dei luoghi, alla ricerca di aneddoti, curiosità, collegamenti: perché il segreto de Le Vie dei Tesori sta proprio nello storytelling che il pubblico dimostra di apprezzare, visto che il festival l’anno scorso ha raccolto 370 mila visitatori. Tutto ruota attorno al portale www.leviedeitesori.it, colmo di curiosità, articoli, immagini.

IN PULLMAN ALLA SCOPERTA DEI TESORI. E’ una delle principali novità di quest’anno: scoprire veramente la Sicilia, un unico museo diffuso; ma comodamente, in pullman, con gite giornaliere da PALERMO. Si potrà percorrere da un capo all’altro l’Isola. Il progetto nasce con Labisi Eventi Vettore ufficiale.  INFO al link https://labisiweb.com/categoria.php?tid=43. Il biglietto coprirà solo il tragitto, senza guida e senza i coupon d’ingresso ai luoghi da acquistare su www.leviedeitesori.it o sul posto.  Da Palermo a Sciacca è previsto un pullman il 22 settembre, partenza alle 8.30 e rientro alle 19 a Palermo, sempre a piazzale Giotto. Da Palermo a Sambuca sono invece stati organizzati due pullman, il 15 e il 29 settembre, partenza alle 9 da piazzale Giotto e rientro alle 19 (biglietto: 15 euro).

COME PARTECIPARE A LE VIE DEI TESORI

Basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul sito www.leviedeitesori.it e presentarsi sul luogo. Un coupon da 12 euro è valido per 10 visite, da 6 euro per 4 visite e da 2.50 euro è valido per un singolo ingresso. A tutti coloro che acquisiranno i coupon sul sito verrà inviata per mail una pagina dotata di un codice QR da  stampare (o salvare sullo smartphone) e mostrare all’ingresso dei luoghi. Sul posto, solo i ticket da 2.50 euro. Le scuole o i gruppi possono scrivere all’indirizzo mail prenotazioni@leviedeitesori.it.