Il restauro come terreno d’incontro tra culture, competenze e visioni del mondo. È in questa prospettiva che nasce il Memorandum d’intesa tra l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) e il Museo Nazionale della Repubblica del Kazakistan, firmato ad Astana alla presenza delle autorità culturali dei due Paesi.
L’accordo si inserisce nel solco di una tradizione italiana che fa del restauro una disciplina scientifica e umanistica insieme, ma segna anche un momento di apertura, dove il patrimonio archeologico e artistico kazako rappresenta una frontiera di studio di straordinario interesse.
L’intesa prevede progetti congiunti di formazione, ricerca e scambio di competenze, con particolare attenzione alla diagnostica e alla conservazione preventiva. I seminari tecnici organizzati dopo la firma, guidati da restauratori dell’ICR e rivolti al personale del Museo, hanno già rappresentato un primo momento operativo di questa collaborazione, in cui la teoria si è immediatamente tradotta in pratica.
Come ha sottolineato il Direttore Luigi Oliva, «questa partnership conferma il valore universale del patrimonio culturale e il ruolo dell’Italia come laboratorio di idee e di metodi per la conservazione nel mondo».
Per la Ministra Aida Balaeva, «la cultura non è solo memoria, ma anche formazione, innovazione e crescita comune».
Un messaggio che sintetizza perfettamente il senso di un’intesa destinata a costruire, nel tempo, un linguaggio condiviso della cura e della tutela.

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