16 Novembre 2025

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A TORINO INCONTRO CON CINZIA CANNERI, UNICA ITALIANA TRA I VINCITORI DI WPP

Venerdì 24 ottobre alle 18 World Press Photo ospita l’incontro con Cinzia Canneri, unica italiana tra i vincitori di quest’anno del concorso internazionale. Il suo progetto è stato premiato tra quelli «a lungo termine»: Canneri ha infatti seguito le vite di alcune donne in fuga dal regime repressivo in Eritrea e dal conflitto in Etiopia. L’incontro, moderato da Chiara Priante, è in programma nel Salone d’onore dell’Accademia Albertina delle Belle Arti, via Accademia Albertina 6, con ingresso gratuito.


Insieme a lei, Meseret Hadush, etnomusicologa nata e cresciuta in Etiopia, ceo e fondatrice di HIWYET TIGRAY Charity Association, attivista contro la violenza di genere, operatrice umanitaria. Vincitrice del Bremen Solidarity Award 2025, Hadush è stata il riferimento di Canneri nel Tigray e le ha permesso di svolgere il suo lavoro sul posto.

Ha dedicato la sua vita a difendere la dignità e a favorire la guarigione di donne e bambini colpiti dal conflitto nel Tigray dal 2020. Hadush è anche la fondatrice di Hewyet, un’organizzazione dedicata alla guarigione dal trauma e alla ricostruzione delle vite dopo una violenza sessuale. Inoltre, ha collaborato con organizzazioni come Stand Speak Rise Up for Women per portare le storie delle sopravvissute sulla scena internazionale.

Il lavoro vincitore
Nel 2017, Canneri ha iniziato a documentare le esperienze delle donne eritree in fuga dal loro paese e in cerca di rifugio in Etiopia. Negli ultimi anni, un gran numero di giovani in Eritrea è emigrato per sfuggire a un regime repressivo che ha implementato di fatto una coscrizione obbligatoria a tempo indeterminato. Molte donne fermate alle frontiere sono state assalite, violentate o colpite all’addome dalla polizia nazionale per impedir loro di avere figli. Mentre la guerra tra le forze governative etiopi (sostenute dall’esercito eritreo e dalle milizie Amhara) contro il Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè (TPLF) si diffondeva nella regione del Tigrè, l’attenzione di Canneri si è ampliata includendo le donne tigrine, che si stavano ora unendo alle donne eritree nella loro fuga dal nord dell’Etiopia verso i campi profughi ad Addis Abeba o in Sudan. Entrambi i gruppi sono stati bersaglio di violenza sessuale sistematica – stupri, sparatorie, torture – che, a causa dello stigma sociale, delle strutture sanitarie limitate e dell’accesso di giornalisti nel paese, rimane insufficientemente riportata dai media e compresa dal mondo in generale.

Nel gennaio 2024, Canneri ha peraltro co-fondato Cross Looks, un collettivo di donne italiane, eritree, tigrine e sudanesi che sta costruendo «una narrativa intersezionale sui temi di genere, classe, razza e altre forme di disuguaglianza sociale». Mettendo in luce le storie di vita delle donne di entrambe le etnie mentre lottano per guarire e ricostruire le loro identità, questo progetto è in linea con la missione del collettivo e abbraccia una concezione diversa della figura del “corpo come campo di battaglia”.

L’incontro, organizzato in collaborazione con l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, sarà l’occasione per parlare di questo lavoro ma anche di fotografia e impegno sociale, di libertà di stampa, del ruolo dei fotoreporter in scenari meno narrati dai quotidiani.

Cinzia Canneri

Cinzia Canneri è una fotoreporter specializzata in storie sulla condizione umana, sul cambiamento sociale, sulle questioni di genere e sul’immigrazione. Avendo lavorato a lungo nel Corno d’Africa, ha fotografato la condizione delle donne da un punto di vista politico, sociale e culturale. Nel corso degli anni, ha anche documentato questioni sociali legate allo sfruttamento dei lavoratori. Nel 2016, il progetto della Canneri “Like Two Wings” sulle vittime dell’amianto ha ricevuto un premio di eccellenza al POYi Science and Natural History Picture Story e il primo posto all’Umbria Fest in Italia. Canneri ha pubblicato con riviste internazionali come il New York Times, Afeten Posten, Days Japan, L’Obs, Aftenposten, The Washington Post, Internazionale ed Espresso.