Quando ho ascoltato “Libero” di Elia Turra per la prima volta, ho avuto la sensazione di riconoscere una parte di me che stava da tempo nascosta. Non è solo una canzone: è un piccolo viaggio dentro se stessi, un invito a fermarsi, ascoltare e respirare.

Elia Turra – Libero
All’inizio, la melodia mi ha catturato con dolcezza, quel sapore bucolico che caratterizza Turra, e subito dopo la batteria ha preso il sopravvento, portando energia e ritmo, come a ricordarmi che anche nei momenti più sospesi e confusi, c’è sempre una forza pronta a muoversi dentro di noi.
Il testo mi ha toccato profondamente. Frasi come “Non so più nemmeno chi sono, cosa provo e perché lo suono” mi hanno fatto sentire meno solo nelle mie incertezze, come se Elia stesse parlando per tutti noi, mettendo in musica ciò che spesso resterebbe chiuso nel silenzio. Poi arriva il ritornello, potente e liberatorio: “Sono libero come un gatto sul tetto, a tratti misero come un topo in un ghetto…” – e lì ho sorriso, perché racconta perfettamente le contraddizioni e le fragilità che viviamo ogni giorno, eppure ci ricorda che possiamo accettarle e andare avanti.
Libero è una di quelle canzoni che ti fanno sentire più leggero dopo averle ascoltate, che ti ricordano che va bene essere imperfetti, che va bene essere in bilico tra dubbi e desideri. Per me, è più di un singolo: è un promemoria, un abbraccio musicale, un invito a essere autentici e, davvero, liberi.

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