
Il sacrificio di Antonino Burrafato, 43 anni dopo.
A 43 anni dalla sua uccisione, commemorare mio padre, Antonino Burrafato, non significa soltanto ricordare un uomo giusto, fedele allo Stato fino all’estremo sacrificio. Significa chiedersi cosa ha prodotto quel gesto, quale eredità ha lasciato, e chi oggi vive grazie anche a quel coraggio.

Nel costruire questa campagna di memoria, abbiamo fatto una scelta precisa: parlare ai giovani. Abbiamo utilizzato strumenti e linguaggi vicini a loro, non per moda, ma per convinzione. Perché è a loro che va consegnato il significato profondo di quella tragedia. Perché se la memoria non si trasmette, muore.
Antonino Burrafato fu assassinato con cinque colpi di pistola il 29 giugno del 1982 a Termini Imerese. Cinque colpi per fermare un uomo che aveva scelto la legalità, la coerenza, il dovere. Ma quei colpi non hanno fermato la sua testimonianza. Anzi: l’hanno resa eterna.

Oggi, i giovani godono — spesso senza saperlo — di conquiste civili e libertà che devono anche al coraggio di persone come lui. Comunicare con loro è stato un atto di giustizia. Un modo per restituire senso a quel sacrificio, e per far sì che non venga relegato a una pagina di storia lontana, ma diventi coscienza viva, presente, fertile.
Abbiamo scelto il linguaggio delle immagini, dei social, dei video brevi. Non per semplificare, ma per avvicinare. Perché la memoria, per attecchire, ha bisogno di essere sentita. E per essere sentita, ha bisogno di parlare la lingua di chi ascolta.

Cinque colpi hanno ucciso Antonino Burrafato. Ma il suo esempio, se consegnato con cura e responsabilità alle nuove generazioni, può ancora salvare molte coscienze.
Per questo oggi, più che mai, sentiamo il dovere di parlare ai giovani. Di ricordare loro che nulla di ciò che hanno è scontato. Che qualcuno, anni fa, ha scelto di non voltarsi dall’altra parte. E che grazie a quella scelta, oggi, possiamo camminare più liberi.
https://www.antoninoburrafato.it
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonino_Burrafato
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