
Ci sono dischi che scorri, altri che ti scorrono dentro. “Sospesi”, il nuovo lavoro dei Malisangu, fa parte della seconda categoria. Non solo perché è disponibile solo in vinile – e quindi richiede attenzione, tempo, presenza – ma perché è pensato come un viaggio emotivo che parte dal dubbio e arriva, piano piano, a una forma di pace. O forse solo a una consapevolezza più quieta.

Sospesi – Malisangu
Il disco è diviso in due lati, come si faceva un tempo, ma anche come si vive ancora oggi: tra alti e bassi, vertigini e tentativi di equilibrio.
LATO A – Vertigine
1. Miraggio
Si parte da un senso di smarrimento. Miraggio è una canzone che sembra fatta d’aria e riflessi, con un testo che cerca certezze dove tutto è sfocato. È un brano introspettivo, che ti mette subito nella dimensione del dubbio esistenziale. La voce è calda, ma trattenuta, come se avesse paura di svelarsi tutta insieme.
2. Sottosopra
Qui il ritmo prende un po’ più di corpo, ma l’anima resta in bilico. Sottosopra parla di quei momenti in cui la realtà si capovolge e non sai più da che parte guardare. C’è un’inquietudine latente, ma anche una voglia di non arrendersi. Musicalmente è raffinata, mai ridondante, con arrangiamenti che accompagnano il testo senza sovrastarlo.
3. Senza Titolo
Il pezzo più energico del lato A, forse dell’intero disco. Senza Titolo è uno scatto, un cambio di passo. È la canzone che ti prende per la giacca e ti dice “alzati”. Ritmi più vivaci, chitarre che pulsano, e quella sensazione che – anche nella confusione – ci si può ancora muovere, danzare, cercare.
4. La Differenza
Un brano maturo, importante, forse il più denso del primo lato. La Differenza è quasi un manifesto emotivo: parla di identità, di consapevolezze raggiunte con fatica. Musicalmente ha respiro, si prende il suo tempo, con aperture melodiche che commuovono e fanno pensare. Un momento alto dell’album.
LATO B – Equilibrio
5. Rumore
Un altro brano delicato, che gioca sul contrasto tra il titolo e il contenuto. Rumore racconta tutto quello che si muove dentro quando fuori sembra tutto fermo. È una carezza, un invito ad ascoltare quello che spesso ignoriamo: il frastuono del cuore.
6. Tempo
La traccia più spiazzante. Ritmi irregolari, suoni elettronici e rock che si mescolano, in un crescendo che rompe la linearità del lato B. Tempo è un esperimento riuscito, una riflessione su quanto il tempo sia fluido, soggettivo, persino sleale a volte. Ma anche prezioso, se scelto. È il brano che più lascia il segno per costruzione e intensità.
7. Tu sei lì
Inizia il lato della quiete. Tu sei lì è intima, semplice nella struttura, ma densa nel significato. Parla di presenze silenziose, di chi resta anche quando sembra tutto perduto. Un pezzo che commuove senza retorica, con un’interpretazione vocale molto sentita.
8. Cadremo sorridendo
Una ballad che, già dal titolo, dice tutto: si può cadere, sì, ma si può farlo con dignità, con amore, persino con un sorriso. È una delle tracce più emotive del disco. Un brano che sembra cucito addosso a chi ha vissuto abbastanza da sapere che la fragilità non è una colpa.
“Sospesi” è un album che non pretende di insegnare, ma accompagna. Non impone un genere, ma si lascia contaminare da influenze pop, rock, cantautorali, elettroniche.
È un disco umano, sincero, che non vuole impressionare ma incontrare.
E in un’epoca dove tutto corre, questo è un atto quasi rivoluzionario.
Il disco è acquistabile sul sito ufficiale della band www.malisangu.com
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