14 Luglio 2025

Zarabazà

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“Body Count” tutti i Filippo Poderini nel nuovo singolo

Con Body Count, quarto estratto dal suo album d’esordio, Filippo Poderini consolida un’identità sonora già delineata, ma in continua evoluzione. Ultimo brano a essere completato in studio presso Audio Monk Prod., con la collaborazione del sound designer toscano SADI, si distingue per una produzione curata che unisce riferimenti rétro a un impianto emozionale contemporaneo.

Filippo Poderini – Body Count

L’approccio strumentale richiama chiaramente l’estetica anni ’80, con suoni ispirati ai classici synth analogici come Roland Juno e Yamaha DX7. Questi strumenti, usati con intelligenza e sensibilità, generano un’atmosfera nostalgica, avvolgente, che non scade mai nel citazionismo fine a sé stesso. Il mixaggio è equilibrato: la voce resta sempre intellegibile, posizionata al centro della scena sonora senza coprire gli altri elementi, e gli effetti di ambiente (riverberi ampi, delay modulati) aggiungono profondità senza appesantire.

L’arrangiamento si muove su una struttura relativamente convenzionale, ma animata da alcune scelte dinamiche interessanti. L’introduzione, tutta strumentale, prepara un mood sospeso e introspettivo. Le strofe si mantengono raccolte, quasi sussurrate, in contrasto con un ritornello più pieno e teso, sia armonicamente che emotivamente. Il bridge introduce un momento di sospensione, in cui armonia e testo sembrano cercare un terreno neutro, una “zona franca”, come dice l’autore stesso. Lo special invece rompe con la forma, assumendo quasi un tono confidenziale, più vicino al parlato che al cantato: una scelta coerente con il tono personale e diretto del brano.

Il testo è uno degli elementi più riusciti. Poderini sceglie un linguaggio figurato ma accessibile, dove l’iperbole e l’eufemismo convivono per restituire la complessità di sentimenti difficili da nominare. Il titolo, Body Count, di solito legato a contesti crudi o cinici, viene qui ribaltato in senso esistenziale: non una conta di corpi, ma delle versioni di sé lasciate indietro negli anni. L’idea di raccontare le proprie trasformazioni interiori come “morti” e rinascite successive è potente, e trova nel brano un’espressione musicale coerente.

La voce di Filippo, priva di eccessi, comunica con misura e fragilità. È una scelta interpretativa consapevole, in linea con il tono generale della produzione: nessun artificio, nessun protagonismo tecnico, ma una narrazione emotiva credibile. L’intensità cresce nel ritornello, senza mai esplodere del tutto, suggerendo piuttosto che dichiarando.

Body Count è una traccia che non cerca facili climax o effetti immediati. È pensata per chi ha tempo di ascoltare, per chi cerca coerenza tra suono, parola e intenzione. Dal punto di vista tecnico, è un brano solido, curato nei dettagli, che conferma la maturità artistica di Poderini e apre con discrezione una finestra sulla sua interiorità.

https://www.instagram.com/filippo_poderini_

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