
C’è qualcosa di viscerale e autentico in “Quando non c’eri tu”, il nuovo singolo di 4Grigio uscito il 16 maggio. È uno di quei brani che sembrano nati più da un’urgenza interiore che da un calcolo musicale. E si sente.

Quando non c’eri tu – 4Grigio
Il pezzo è una ballad synth-pop dalla costruzione agile e intensa: tre strofe, tre ritornelli, uno special e un assolo in appena due minuti e quaranta. Ma in questo tempo breve, 4Grigio riesce a condensare un mondo. La sua voce – che per timbro e intensità può ricordare quella di Mahmood, ma senza mai imitarlo – è il primo strumento emotivo: racconta, confessa, accarezza.
Il testo parla di un amore che salva, che rimette in piedi. Un amore che entra nella vita di chi ha visto il lato più duro del mondo, e ne cambia il corso. Sullo sfondo c’è la periferia romana, non stereotipata ma raccontata con dignità e dolcezza, come luogo di sogni infranti e sogni che resistono.
La produzione gioca tra modernità e nostalgia: synth morbidi, qualche elemento acustico che aggiunge umanità al suono, e una melodia italiana, quasi cantautorale, che si muove in equilibrio tra passato e presente.
4Grigio non cerca il colpo ad effetto, non punta al tormentone. Fa una cosa diversa, più rara: scrive canzoni che arrivano. E “Quando non c’eri tu” è una di quelle che, anche dopo l’ultima nota, ti resta addosso.
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