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Lo Spazio Heart di Vimercate presenta dal 4 maggio al 15 giugno il progetto espositivo “SEGNO + SCRITTURA” curato da Simona Bartolena e Armando Fettolini con le mostre di due assoluti protagonisti della scena artistica milanese degli ultimi decenni, fondatori nel 1983 dell’Archivio Internazionale del libro d’artista: Fernanda Fedi e Gino Gini.
Fernanda Fedi presenta “La scrittura è morta. Reinventiamo la nostra scrittura”, mentre Gino Gini con la sua “Nel segno della scrittura” sceglie di raccontarsi attraverso due tappe della sua ricerca: da un lato i lavori più recenti – con le recenti serie dei Calendari, delle Home Page e degli Alfabeti – dall’altro gli Atlanti del cielo, nati negli anni Novanta. Due momenti diversi, ma legati da un unico filo conduttore: il desiderio di osservare, archiviare, dare forma al pensiero.

La sua è un’arte di raccoglimento e osservazione, un creare nel tentativo di mettere ordine, dove frammenti del quotidiano – una foglia, una piuma, un biglietto dimenticato – diventano coordinate di un mondo tutto da decifrare.
I suoi Atlanti del cielo sono mappe impossibili, che vorrebbero contenere l’incontenibile: il cielo, lo spazio, il tempo.
Gini disegna traiettorie, segna direzioni, annota appunti come un viaggiatore attento. La scrittura accompagna l’immagine, ma senza dominarla. È un dialogo aperto tra parola e forma. A volte il testo si fa segno, quasi illeggibile. Ma resta umano, profondamente umano: è la traccia dell’uomo che guarda, che pensa, che cerca.
La stessa logica abita Calendari, Home Page e Alfabeti. Anche qui si riflette sul valore della parola, sulla sua relazione con il tempo, sul ritmo quotidiano delle cose.
Gino Gini prende un oggetto comune – come, ad esempio, il calendario – e lo carica di senso nuovo. Ogni giorno una parola, semplice e chiara, si affianca alla data come fosse un promemoria esistenziale. Parole che conosciamo, ma che in questo contesto ci appaiono straniere, quasi misteriose.
Il tempo, nel suo scorrere banale, viene interrotto da queste presenze silenziose che ci obbligano a pensare. In questa maniera l’artista ci invita a riflettere sulla nostra ossessione per il presente e sull’incapacità di dare valore al tempo, alla memoria, all’attesa. Le sue parole sono come battiti: scandiscono un ritmo, suggeriscono un ordine, ci chiedono di fermarci, anche solo un istante, ad ascoltare.
Gino Gini è stato fra i fondatori della Mail Art e ha attraversato, con curiosità e rispetto, alcuni dei movimenti d’avanguardia più affascinanti della seconda metà del Novecento: la Poesia Visiva, il Situazionismo, la Narrative Art. Di ognuno ha studiato i linguaggi, ha colto le idee, ha raccolto stimoli. A volte ne è stato anche protagonista, pur restando sempre fedele a una voce tutta sua.
La sua autonomia rispetto a questi movimenti nasce da una semplice verità, più volte sottolineata: Gini è, prima di tutto, un pittore. Colto, ma sempre pittore. Non un poeta prestato all’arte visiva, né un teorico concettuale, né tanto meno un intellettuale situazionista. La sua mano non abbandona mai il gesto, il colore, la materia. Il “fare” resta al centro: concreto, manuale, vivo.
La sua arte è il frutto di un incontro fertile tra mondi diversi. Traduce la leggerezza del pensiero in traccia visibile, l’astrazione in immagine, il concetto in segno e colore. Così, in ogni opera, convivono profondità e presenza fisica.
Come precisano Simona Bartolena e Armando Fettolini: “Nelle opere in mostra emergono alcune delle tematiche caratterizzanti la ricerca dell’artista: l’uso della scrittura, l’impiego di segni propri della comunicazione visiva, il rapporto tra parola e immagine, la trasformazione di oggetti poveri, banali, tratti dalla quotidianità (come i Calendari, ad esempio), la riflessione sul Tempo e sullo Spazio.”
Pur spesso associato alla Poesia Visiva, Gini percorre una strada diversa: non rinnega la pittura, ma la rinnova. Introduce la parola nell’arte visiva senza rinunciare al colore, alla forma, alla composizione, per un lavoro unico sul rapporto fra parola, immagine e scrittura. Non si accontenta del concettuale: lo supera con il gesto, lo trasforma in emozione.
I suoi segni del quotidiano – parole, numeri, simboli, suoni, fotogrammi – acquisiscono una forza visiva nuova, diventano veri e propri elementi pittorici. Le sue opere non si leggono soltanto, si guardano, si sentono. Nascono da una contaminazione feconda e generano risultati sorprendenti: quadri che parlano il linguaggio dell’arte, prima ancora che quello della poesia.
Gino Gini / Cenni biografici
Nato nel 1939, Gino Gini vive e lavora a Milano ed espone le sue opere dal 1968.Ha completato i suoi studi artistici presso l’Accademia di Brera a Milano.
Da sempre attento ai valori sociali e la sua natura di stimolatore culturale lo porteranno nel 1976 ad agire nella Mail Art, di cui diventerà protagonista col progetto L’Immagine Mitica.
La sua ricerca verte nell’ambito del rapporto tra parola/immagine/scrittura senza priorità
di valore dell’una sull’altra. È considerato uno dei protagonisti del rinnovamento della ‘Poesia Visiva’. È presente in numerose e significative rassegne di tendenza verbo-visuale.
Oltre 65 personali a livello internazionale. Il suo percorso artistico (Mail Art, Libri d’artista, Poesia Visiva) è stato oggetto di ricerche universitarie e tesi di laurea.
Orari di apertura
da giovedì a domenica 16-19
Inaugurazione
Domenica 4 maggio ore 18.30
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