
Negli ultimi anni, il concetto di amore è cambiato profondamente. Sempre più persone mettono in discussione i modelli relazionali tradizionali, esplorando nuove forme di intimità e connessione. Tra queste, il poliamore è diventato uno dei temi più discussi e, in alcuni casi, anche praticati da chi cerca un’alternativa alla coppia esclusiva.
Ma cosa c’è dietro questa tendenza? È davvero solo una moda o stiamo assistendo ad una trasformazione culturale più profonda?
Una società in trasformazione
Viviamo in un’epoca in cui l’identità è fluida e la libertà individuale è sempre più valorizzata. Le relazioni non fanno eccezione: ciò che una volta era visto come “strano” o “alternativo” oggi entra a far parte delle conversazioni quotidiane, non solo nei circoli accademici o nei contesti LGBT+, ma anche sui social, nei talk show e nei film mainstream.
Il poliamore si inserisce perfettamente in questa cornice. È una forma di relazione non monogama, che si basa su un principio fondamentale: è possibile amare più di una persona alla volta, con onestà e rispetto per tutti i coinvolti. Per chi volesse approfondire il tema, consigliamo questa guida, intitolata “Il poliamore: una guida approfondita su significato, relazioni e dinamiche” che esplora le sue radici, le configurazioni possibili e le dinamiche emotive connesse.
Perché proprio adesso?
Il boom di interesse per il poliamore non è casuale. In parte, è il risultato di un cambiamento nei valori sociali: il romanticismo tradizionale, fondato sull’idea del “per sempre”, oggi lascia spazio a relazioni più dinamiche, aperte alla trasformazione.
A spingere in questa direzione ci sono anche esperienze personali condivise da milioni di persone durante e dopo la pandemia. L’isolamento ha portato molti a riflettere su ciò che davvero conta in una relazione: comunicazione, supporto emotivo, autenticità. Al tempo stesso, ha fatto emergere bisogni spesso ignorati, come il desiderio di esplorare parti di sé finora represse o la necessità di connessioni più ampie e varie.
In questo contesto, il poliamore appare non come una fuga dalla coppia, ma come una possibile evoluzione del modo di vivere l’affettività.
Chi sceglie il poliamore?
Non esiste un profilo unico di persona poliamorosa. Ci sono giovani e adulti, single e genitori, persone etero, queer, bisessuali. Alcuni arrivano al poliamore dopo relazioni monogame che non li hanno soddisfatti. Altri ci si riconoscono da sempre, come parte del proprio orientamento relazionale.
Quello che accomuna la maggior parte di loro è la volontà di vivere relazioni basate sulla trasparenza. Non si tratta di “tradire con il permesso”, come a volte viene semplificato. Anzi, nel poliamore, la comunicazione è centrale: si discute di sentimenti, bisogni, limiti. Si pianifica, si ascolta, si condivide. In molti casi, è proprio questo livello di onestà a rendere le relazioni poliamorose così profonde.
Sfide e fraintendimenti
Naturalmente, non tutto è facile. Il poliamore richiede una gestione attenta delle emozioni, in particolare della gelosia. Serve tempo per imparare a distinguere l’insicurezza da un vero disagio, e per capire quando un limite personale ha bisogno di essere rispettato.
Uno dei problemi principali è il pregiudizio culturale. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Journal of Sex Research, le persone che praticano la non-monogamia etica sono spesso percepite come meno affidabili o meno capaci di stabilire legami profondi, nonostante non ci siano evidenze a supporto di questi stereotipi.
Il poliamore viene infatti ancora spesso ridotto a una forma di libertinaggio, o confuso con l’incapacità di impegnarsi. Ma chi vive queste relazioni sa bene che non si tratta di “avere tutto”, bensì di costruire qualcosa che funzioni davvero per le persone coinvolte, uscendo dagli schemi tradizionali.
Cultura pop e normalizzazione
La rappresentazione del poliamore nella cultura pop ha avuto un ruolo cruciale nella sua progressiva normalizzazione. Serie come “You Me Her“ o “Trigonometry“ hanno raccontato storie complesse e realistiche su relazioni poliamorose. Non solo: sempre più influencer, creator e attivisti parlano apertamente delle proprie esperienze, favorendo empatia e confronto.
Come afferma Jessica Fern, terapeuta relazionale e autrice del libro Polysecure:
“Non stiamo solo ridefinendo cosa significhi amare, ma anche cosa significhi essere al sicuro emotivamente in relazioni multiple.”
Questo tipo di visibilità è fondamentale: aiuta a superare i tabù e offre modelli alternativi, pur con tutte le contraddizioni del caso.
Una scelta, non un obbligo
Il poliamore non è per tutti. E non vuole esserlo. Ma parlarne, comprenderne le dinamiche, e soprattutto smettere di giudicarlo come “bizzarro” o “immorale”, è un passo importante verso una cultura dell’amore più inclusiva.
In un mondo in cui le relazioni si fanno sempre più personalizzate, il poliamore ci invita a porci domande nuove: cosa cerchiamo davvero da una relazione? Come possiamo costruirla in modo sano, libero e consapevole?
Forse non esiste una risposta unica. Ma il fatto stesso che possiamo cercarla è già un segno dei tempi che cambiano.

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