28 Aprile 2025

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Clara Campoamor: Giustizia, coraggio e femminismo nella Spagna Repubblicana

Clara Campoamor, fu una politica spagnola che svolse un ruolo cruciale nel riconoscimento del diritto di voto alle donne, nella Spagna della Seconda Repubblica.

Proveniente da una famiglia della classe media lavoratrice, nata a Madrid nel 1888, Clara deve molto alla lungimiranza di entrambi i genitori che le inculcarono il senso di giustizia e la dedizione al lavoro. Il padre, un repubblicano che aveva lavorato presso un giornale (come farà la figlia), muore quando la futura attivista è appena adolescente; la madre lavorerà incessantemente come sarta per garantire una vita dignitosa e l’istruzione a Clara e al fratello, coadiuvata dalla giovane.

Sin da piccola, a seguito della morte del padre, dovette affrontare varie difficoltà. A soli dieci anni iniziò a lavorare, svolgendo da allora diverse occupazioni. All’età di 26 anni, cominciò a frequentare gli ambienti intellettuali di Madrid e si avvicinò al movimento femminista. Nel 1924, ottenne la laurea in Diritto e fu la seconda donna dopo Victoria Kent a far parte dell’Ordine degli Avvocati di Madrid.

Il suo primo passo in politica avvenne con l’adesione al Partito Radicale per il quale fu eletta deputata al Parlamento spagnolo della Seconda Repubblica nel 1931. Prende parte della Commissione Costituzionale incaricata della preparazione del progetto di Costituzione della nuova repubblica, composta da 21 deputati. Propugna il suffragio femminile contro la posizione del Partito Radicale, che sostiene invece la deputata Victoria Kent avversa al voto alle donne perché convinta che sarebbe andato a vantaggio delle destre. Di quest’ultimo parere è anche la terza donna deputata eletta nelle elezioni del 1931, Margarita Nelken, socialista.

Nel novembre dello stesso anno, fondò l’Unione delle donne repubblicane, un’organizzazione finalizzata a promuovere la campagna per il suffragio femminile e ad educare le donne nell’esercizio dei doveri civici mediante attività educative e dibattiti politici.

Come membro del Parlamento,  ebbe finalmente la possibilità di portare questo dibattito in ambito istituzionale e legislativo. Nonostante l’opposizione da parte dei suoi stessi compagni del Partito Radicale, Clara Campoamor riuscì a vincere questa importante battaglia. Infatti, la Costituzione spagnola del 1931 riconobbe per la prima volta nella storia, il diritto di voto alle donne.Nonostante sia conosciuta principalmente per questo, le sue battaglie politiche interessarono anche altre questioni: l’abolizione della prostituzione, il divorzio, l’uguaglianza di diritti per la prole nata fuori dal matrimonio e l’abolizione del delitto di adulterio femminile.

Con lo scoppio della Guerra Civile, fu costretta a prendere la via dell’esilio senza poter mai più tornare nel suo paese.

L’uscita di Campoamor dal Partito Radicale la porta all’emarginazione politica; nel 1933 perde il suo seggio in Parlamento, ma viene nominata a capo della Direzione Generale dell’Assistenza Sociale dal 1933 al 1934. Nel 1936, con lo scoppio della guerra civile spagnola, lascia il paese temendo per la sua vita e si ripara in Francia. A Parigi pubblica il libro La révolution espagnole vue par une républicaine, nel quale riporta impietosamente gli errori della Repubblica dal 1931 al 1936, contribuendo ad aumentare il suo isolamento politico e l’ostracismo di molti esiliati all’estero. Nel 1937 parte per Buenos Aires, dove rimane in esilio per circa 17 anni, fino al 1955; svolge l’attività di traduttrice e di avvocata, senza però poter gestire un proprio studio.Successivamente si stabilisce a Losanna, in Svizzera. Le viene impedito di tornare nella Spagna franchista, a patto che rinneghi le sue precedenti posizioni politiche e che porga le sue pubbliche scuse alla Chiesa cattolica. Da esiliata, continua a scrivere di femminismo e delle sue esperienze politiche.

Fece parte della Massoneria come membro attivo della loggia Reivindicación di Madrid.

Muore in esilio nel 1972. Le sue ceneri sono state rimpatriate e seppellite al cimitero di Polloe a San Sebastián nel maggio 1972.

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