
: IL BESTSELLER GLOBALE CHE SMASCHERA LA DISINFORMAZIONE SUL CLIMA TORNA IN LIBRERIA
“Mercanti di dubbi” di Naomi Oreskes ed Erik M. Conway torna in libreria in una nuova edizione e con una prefazione di Massimo Polidoro.
Massimo Polidoro: “Questo libro è un’arma di difesa. Non per attaccare, ma per proteggerci. Un invito all’azione, un atto di fiducia nella forza dei fatti, a condizione che i fatti siano salvaguardati dalla propaganda e dal rumore”.
Milano– Come mai, ancora oggi, la scienza viene messa in discussione nonostante certe evidenze siano schiaccianti? Chi ha interesse a creare confusione su temi come il cambiamento climatico, la salute pubblica e la sicurezza ambientale? E soprattutto, come possiamo difenderci dalla disinformazione?
A 15 anni dalla sua prima pubblicazione negli Stati Uniti, Mercanti di dubbi di Naomi Oreskes ed Erik M. Conway torna in libreria con una nuova edizione a cura di Edizioni Ambiente, arricchita da una prefazione di Massimo Polidoro e da un’intervista esclusiva a Naomi Oreskes. Un libro che è un punto di riferimento internazionale per comprendere le dinamiche della disinformazione scientifica e il negazionismo climatico.
Come sottolinea Polidoro nella prefazione, “Questo libro è un’arma di difesa. Non per attaccare, ma per proteggerci. Un invito all’azione, un atto di fiducia nella forza dei fatti, a condizione che i fatti siano salvaguardati dalla propaganda e dal rumore”.
Pubblicato per la prima volta nel 2010 e divenuto un bestseller globale, Mercanti di dubbi ha svelato come un ristretto gruppo di scienziati, sostenuto da potenti lobby industriali e politiche, abbia seminato incertezza su questioni di fondamentale importanza, dal fumo al cambiamento climatico, dalle piogge acide al buco nell’ozono. Il straordinario lavoro di Oreskes e Conway, entrambi storici della scienza e voci di riferimento del settore, dimostra come la strategia del dubbio – il creare artificialmente un’apparenza di controversia scientifica laddove non esiste – sia stata utilizzata per ritardare decisioni politiche e proteggere gli interessi economici di industrie miliardarie.
Un libro essenziale per smascherare la manipolazione mediatica e le strategie di negazione della crisi climatica
La nuova edizione, oltre a riproporre il rigoroso lavoro d’inchiesta di Oreskes e Conway, si arricchisce di due contributi inediti: una prefazione di Massimo Polidoro, giornalista e divulgatore scientifico, che evidenzia il ruolo cruciale del libro nel fornire strumenti di difesa contro la propaganda e la distorsione dei fatti, e un’intervista a Naomi Oreskes che analizza l’evoluzione della disinformazione negli ultimi 15 anni a cura di Emanuele Bompan, direttore della rivista Materia Rinnovabile | Renewable Matter. Dall’ascesa del neotrumpismo alla guerra contro il Green Deal europeo, Mercanti di dubbi fornisce una chiave di lettura indispensabile per interpretare le strategie attuali di negazione della crisi climatica.
Oggi, più che mai, comprendere queste dinamiche è essenziale. Le tecniche usate per negare i pericoli del fumo negli anni ’50 e ’60 sono state riutilizzate per minimizzare i danni del cambiamento climatico, creando una rete di disinformazione che ha influenzato il dibattito pubblico per decenni. L’industria fossile, i think tank conservatori e certi esponenti politici hanno sistematicamente sfruttato questa strategia per bloccare o ritardare misure di contrasto alla crisi climatica.
Un bestseller che ha fatto scuola
Grazie alla sua straordinaria capacità di documentare e denunciare le strategie di manipolazione della scienza, Mercanti di dubbi è stato tradotto in tutto il mondo ed è diventato un punto di riferimento per studiosi, giornalisti, attivisti e cittadini consapevoli. Nel 2014 ha ispirato un docufilm dallo stesso titolo, confermandosi un libro di grande impatto culturale e politico. Le sue analisi restano valide oggi, nell’era della comunicazione digitale, in cui la disinformazione si diffonde più rapidamente che mai attraverso i social media e le reti di propaganda online.
Gli autori
Naomi Oreskes è professoressa Henry Charles Lea di Storia della Scienza e Scienze della Terra all’Università di Harvard.
Da oltre vent’anni, la sua voce si leva forte e chiara a difesa della conoscenza scientifica. Attraverso articoli, libri accademici e divulgativi, oltre a centinaia di conferenze pubbliche, ha contribuito a far luce sulle origini e conseguenze del negazionismo climatico, lottando contro le campagne di delegittimazione della scienza.
Ha saputo coinvolgere pubblici diversi, favorendo una maggiore comprensione delle basi scientifiche della crisi climatica e degli ostacoli politici, culturali ed economici che ne frenano l’azione.
Il suo TED Talk Why We Should Trust Scientists ha superato 1,6 milioni di visualizzazioni. I suoi libri, tradotti in oltre una dozzina di lingue, hanno venduto centinaia di migliaia di copie. I suoi editoriali sono stati pubblicati su The Washington Post, The Los Angeles Times, The Times (London), Nature, Science, The New Statesman e Frankfurter Allgemeine. È stata invitata a intervenire in contesti molto diversi, dal Wisconsin Civics Club alla Brigham Young University, fino al World Economic Forum e al Vaticano.
Ha testimoniato dieci volte davanti al Congresso degli Stati Uniti e al Parlamento belga e ha ricevuto lauree honoris causa da otto università, tra cui la Libera Università di Bruxelles e l’ETH di Zurigo. Il suo lavoro è stato premiato con numerosi riconoscimenti e fellowship, tra cui la British Academy Medal nel 2019 e il titolo di “Maestro del nostro tempo” assegnato dalla Fondazione Nonino in Italia.
Erik M. Conway è professore alla Purdue University. Ha lavorato per vent’anni come storico presso il Jet Propulsion Laboratory del California Institute of Technology della NASA.
Nel corso della sua carriera, come storico della scienza e della tecnologia ha approfondito la storia delle scienze atmosferiche, del trasporto supersonico, delle infrastrutture aeronautiche, dell’esplorazione di Marte, oltre a contribuire allo studio del fenomeno del negazionismo climatico. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la nomina a Fellow dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS) per il suo impegno nella divulgazione scientifica e nell’approfondimento delle politiche scientifiche contemporanee, e il NASA History Award per il suo contributo innovativo alla storia dello spazio, dalle scienze aeronautiche alle scienze della Terra.

Altri articoli
LA STORIA PROIBITA DEI BORBONE
“Minima sensibilia”: le opere di Francesca Pizzo Scuto in mostra alla Galleria Carta Bianca
SUPERMEGAFESTA A LEOLANDIA CON I DINSIEME:APPUNTAMENTO IL 10 MAGGIO