19 Marzo 2025

Zarabazà

Solo buone notizie

Irene Durbano: il confine sottile tra creatività e arte

Quando la creatività supera le definizioni

L’arte è una delle forme di espressione più antiche dell’umanità, un linguaggio visivo che ha accompagnato l’uomo nel corso dei secoli, adattandosi ai mutamenti culturali e sociali. Tuttavia, una domanda rimane aperta: cosa distingue un artista da un semplice creativo?

Spesso si tende a credere che per essere definiti artisti sia necessario appartenere a un’élite culturale, aver frequentato determinate accademie o aver ricevuto il riconoscimento di critici e collezionisti. Eppure, esistono molte persone che, pur producendo opere uniche e affascinanti, non si sentono a proprio agio con questa etichetta. Per loro, il processo creativo è più importante del titolo, e la soddisfazione deriva dal dare forma alle proprie emozioni, senza preoccuparsi di rientrare in una categoria specifica.

Un esempio di questo approccio è rappresentato da Irene Durbano, un’artista che, pur creando opere di grande impatto visivo, ha scelto di non identificarsi con l’etichetta di “artista” in senso stretto. Per lei, il processo creativo è un’esperienza personale e intima, un viaggio che non necessita di definizioni rigide.

Essere artisti o essere creativi?

La distinzione tra “artista” e “creativo” non è sempre così netta. Se guardiamo alla storia dell’arte, possiamo trovare esempi di pittori e scultori che hanno sfidato le convenzioni, rifiutando i dogmi accademici per seguire la propria visione. Alcuni hanno trovato il successo grazie al riconoscimento della critica, mentre altri hanno continuato a lavorare nell’anonimato, senza cercare conferme esterne.

Oggi, con l’accesso sempre più ampio ai mezzi espressivi e alle tecnologie digitali, il concetto stesso di arte si è ampliato. Essere artisti non significa più necessariamente esporre in gallerie o vendere opere a prezzi esorbitanti. L’arte può manifestarsi in forme diverse: pittura, design, fotografia, installazioni, digital art e molto altro.

Questa democratizzazione ha permesso a molte persone di esplorare la propria creatività senza sentirsi obbligate a rientrare in una definizione precisa. Irene Durbano incarna perfettamente questa filosofia: non si preoccupa di essere riconosciuta come artista, ma si concentra sul creare qualcosa che abbia un significato per lei e per chi osserva le sue opere.

La sperimentazione come linguaggio espressivo

Molti creativi si avvicinano all’arte non con l’obiettivo di essere definiti artisti, ma con il desiderio di esplorare materiali, colori e tecniche senza vincoli. La sperimentazione diventa quindi il cuore del processo creativo, un mezzo attraverso cui si scoprono nuove possibilità espressive.

Irene Durbano lavora in questa direzione, giocando con texture, sovrapposizioni cromatiche e forme astratte per dare vita a opere che sfuggono alle categorizzazioni. Non segue schemi rigidi, ma lascia che il suo lavoro prenda forma in modo spontaneo, guidato dall’intuizione e dall’ispirazione del momento. Questo approccio le permette di creare pezzi che non sono mai ripetibili, ma che rispecchiano uno stato d’animo, un’emozione o una riflessione interiore.

Questa libertà creativa è ciò che distingue chi si esprime per pura necessità interiore da chi si sente vincolato alle aspettative del mercato dell’arte. L’arte, infatti, non dovrebbe mai essere ingabbiata in definizioni imposte dall’esterno, ma lasciata libera di evolversi e trasformarsi.

Un’arte senza limiti e senza definizioni

Spesso si associa l’arte a qualcosa di elitario, accessibile solo a chi possiede una formazione accademica o a chi espone in grandi gallerie. Ma se guardiamo oltre le convenzioni, possiamo renderci conto che la vera arte è ovunque: nei graffiti che colorano le strade, nelle fotografie che raccontano storie, nelle tele dipinte senza un obiettivo commerciale, ma con il solo scopo di esprimere un sentimento.

Molti artisti del passato, oggi celebrati nei musei, non erano riconosciuti come tali nel loro tempo. Alcuni hanno lavorato nell’anonimato, altri sono stati riscoperti solo dopo la loro morte. Questo dimostra che l’arte non ha bisogno di una legittimazione immediata per esistere. Ciò che conta non è il titolo, ma la capacità di trasmettere emozioni, di suscitare una reazione in chi osserva un’opera.

Ecco perché molti creativi, come Irene Durbano, scelgono di non definirsi artisti: per loro, l’etichetta è irrilevante rispetto alla libertà di espressione. Ciò che importa è il processo, il percorso di scoperta e trasformazione che avviene attraverso il gesto creativo.

Scopri il pensiero di Irene Durbano

Non tutti coloro che creano si identificano con la parola “artista”. Alcuni preferiscono definirsi artigiani, creativi, sperimentatori. Altri evitano qualsiasi etichetta, lasciando che siano le loro opere a parlare per loro.

Se vuoi approfondire questa visione e scoprire il percorso di Irene Durbano, puoi leggere il suo pensiero qui:

Non sono un’artista