
Il tuo nuovo singolo, “The Reason Why I’m Broken”, affronta il potere distruttivo delle parole. Puoi raccontarci l’episodio personale che ha ispirato il brano?
Diciamo che è un po’ difficile raccontare effettivamente l’episodio in sé. Una sera di luglio, una persona a cui tenevo particolarmente, mi ha fatto sentire qualcosa che non sono. Dopo quell’episodio, non si è scusata e io purtroppo ho dovuto convivere con il peso di quelle parole che mi sento ancora scritto addosso. Anche se non dovrei.
Come è stato il processo creativo per questo pezzo? Ci sono stati momenti particolarmente difficili o liberatori durante la scrittura?
Sono tornato a casa dopo l’episodio che ha scatenato il tutto e ho letteralmente passato tutta la notte in bianco. Penso di non aver dormito per 37 ore di fila, non chiedetemi come sia possibile. Ho annullato tutti gli impegni di lavoro, la studio session in programma (stavo già scrivendo il mio album in quei giorni) e sono rimasto a letto senza mai muovermi. Mesi dopo, ho preso la mia chitarra in mano e ho iniziato a scrivere il pezzo. Continuavo a ripetermi in loop in testa “Wish I had stayed home that night of July, ‘cause now I’m struggling with all the pieces of mine…”, e in un paio d’ore il pezzo era scritto.
Nel testo parli di una “notte di luglio” che ha lasciato un segno profondo. Quanto è importante per te la sincerità nella tua musica?
Tutto. Se vuoi essere un cantautore, conta il dettaglio con cui racconti le cose, come Charles Dickens. Devi descrivere ogni minimo particolare nel modo più onesto possibile. L’idea e la sensazione vanno veicolate in tutta la loro sincerità.
Le parole, spesso sottovalutate, possono ferire profondamente. Come pensi che il tuo brano possa sensibilizzare il pubblico su questo tema?
Spero che possa guarire chi affetto negativamente come me dalle parole degli altri. Spero che capiscano l’importanza del loro valore e che i giudizi o le critiche non per forza vanno immagazzinate o prese come tali. Se un americano ci dicesse mai quel è la ricetta migliore per la lasagna gli crederemmo mai? No! Perché? Perché la lasagna è italiana ed è stata inventata qui! La stessa cosa è con le parole che gli altri bramano vomitarci addosso. C’è molto più di loro in quelle parole che di noi!

Hai detto che la tua musica nasce dai “momenti mancati” e dalle conversazioni mai avute. Come riesci a trasformare questa vulnerabilità in forza creativa?
I “what if” sono la mia cosa preferita. La vita è un effetto domino. Qualsiasi scelta presa, influenzerà inevitabilmente la successiva. Perciò, le scene tagliate o magari mai vissute, sono quelle che mi tengono sveglio la notte. È come un film le cui scene più belle sono state tagliate e il grande pubblico non le vedrà mai al cinema. Per me i momenti mancati sono come quelle scene che non riescono ad arrivare al montaggio finale del film. Ci sono, sono state girate, sul set sono state vissute. Ma all’atto pratico nessuno le vedrà mai, poiché le cose hanno preso un’altra piega.
“The Reason Why I’m Broken” si distingue per il suo tono crudo e autentico. Qual è stata la reazione del tuo pubblico fino a questo momento?
Erano molto stupiti. In uno scenario indie totalmente italiano, il fatto che un italiano potesse scrivere in inglese con quelle sonorità di una cosa così specifica, ha stupito molto. Anche gente a me stretta. Non ho voluto essere scontato o andare sul sicuro. Volevo essere autentico e portare ciò che voglio, ma soprattutto ciò che ho vissuto e vedere se qualcun altro avesse mai malauguratamente provato le stesse cose, in situazioni analoghe.
Il tuo percorso artistico spazia tra musica, recitazione e ballo. Come riesci a bilanciare queste diverse anime creative e in che modo si influenzano tra loro?
Non credo ci sia un balance. Lo faccio sin da quando ero bambino. Per me è come se fossero solo una. Perché, di base, lo sono. Sono forme comunicative.
Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti musicali dopo questo singolo? Hai in mente un album o collaborazioni particolari?
Sappiamo già qual è il secondo singolo. Il terzo e l’album sono già pronti. Ed il nome del disco, bè…è stato quasi spoilerato in quest’intervista!
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