Ascoltare “Matrix Reloaded” di Niox è stato come entrare in una dimensione parallela. Un po’ come varcare la soglia del mondo di Matrix. Questo EP mi ha colpito perché è sia un’esperienza musicale che un viaggio tra realtà e disillusione, come se ogni traccia fosse una riflessione profonda sull’identità e sui sogni che, crescendo, rischiamo di lasciare indietro.
Matrix Reloaded – Niox
Inizio subito dicendo che “America” è il brano che mi ha lasciato il segno più profondo. Un sound moderno e intriso di elettronica e pop. Cattura perfettamente quel senso di distacco tra la vita reale e il sogno collettivo di una generazione che guarda all’Occidente con occhi disincantati. È come se Niox avesse dato voce a una sensazione che tanti di noi conoscono: il desiderio di qualcosa di grande e il risveglio un po’ amaro quando ci accorgiamo che non è tutto come ce l’eravamo immaginato.
Anche “Niente” mi ha sorpreso in positivo. Mi aspettavo qualcosa di cupo, ma la scelta delle sonorità Cumbia è un colpo di scena che rende il brano unico. Niox qui è crudo e autentico, e riesce a farti sentire il peso delle sue parole, come se stesse parlando direttamente a te. C’è qualcosa di intimo nella sua voce, una sincerità che spinge a fermarsi e riflettere sulle proprie fragilità.
Con “Testarossa” l’EP prende una piega più rock, e devo ammettere che inizialmente è stato un po’ spiazzante. Ma ascoltandolo più volte ho apprezzato l’energia che trasmette e il contrasto con le altre tracce. C’è rabbia, c’è voglia di affermarsi, di prendere il proprio posto nel mondo, e credo che chiunque abbia vissuto momenti di ribellione possa riconoscersi in questo pezzo.
Infine, “Fingere” è quel brano che scava in profondità. È come guardarsi allo specchio e chiedersi quanto di noi sia davvero autentico e quanto, invece, sia una facciata costruita per gli altri. L’atmosfera dark si sente, e Niox riesce a far risuonare quel senso di inquietudine, quella tensione tra il vero sé e le maschere che indossiamo ogni giorno. Questo brano mi ha fatto riflettere, e credo che sia proprio questo il potere della musica: farci sentire meno soli, anche nei nostri lati più nascosti.
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