11 Dicembre 2024

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Un libro di memorie, di viaggi, di archeologia, un libro fotografico. Si presenta il volume “Gesualdo Bufalino, Roger Peyrefitte e Camarina. Frammenti di un Grand Tour”

Mercoledì 21 agosto, alle 19,30, nel Belvedere del Museo archeologico di Kamarina, sarà presentato il libro “Gesualdo Bufalino, Roger Peyrefitte e Camarina. Frammenti di un Grand Tour” (Arteinsieme, Tipografia Kromatografica, Ispica, 2024), curato da Giovanni Di Stefano e Luigi Nifosì.

L’evento è organizzato dall’associazione culturale Arteinsieme di Comiso. Ad introdurre la serata saranno il direttore del Museo regionale di Kamarina, Carmelo Nicotra e il presidente di Arteinsieme, Marcello Nativo. A presentare il libro sarà Giuseppe Traina, professore ordinario di Facoltà di Letteratura italiana presso la facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Catania. Il regista e attore Gianni Battaglia leggerà alcuni brani.

Il volume ripropone un brano del libro Du Vesuve a l’Ètna”, pubblicato in francese nel 1952 e riproposto in Italia nel 1986 con una prefazione di Gesualdo Bufalino dal titolo “Viaggiare è una seduzione d’amore”. Bufalino, nella sua prefazione, ripercorre i tratti essenziali della vicenda personale e letteraria di Peyrefitte, personaggio eccentrico e sui generis, probabilmente l’ultimo dei grandi viaggiatori dell’Ottocento, che a lungo dimorò a Taormina e che volle conoscere e visitare ciò che rimaneva dell’antica Camarina. La città greca all’epoca era quasi sconosciuta, gli scavi sistematici non erano ancora iniziati. La descrizione di Peyrefitte non nasconde la delusione per i pochi resti ritrovati laddove era stata poi edificata l’’antica masseria (oggi sede del Museo) che incorporavano parte delle mura del tempio di Athena. Il libro è completato dal saggio inedito di Giovanni Distefano e dalle foto di Camarina realizzate dal fotografo Luigi Nifosì, che scandiscono i vari momenti della narrazione, accompagnate da didascalie tratte da testi dello stesso Bufalino.

Il libro ha un unico filo conduttore: l’amore per Camarina. Fu ciò che mosse l’eccentrico viaggiatore francese, così come Gesualdo Bufalino che – racconta Di Stefano – si recò a Camarina poche volte, vivendola però sempre con grande trasporto verso quei luoghi intrisi di storia e di memoria. Ed è ciò che ha mosso anche Giovanni Di Stefano, a lungo direttore del Museo di Camarina, che ha al suo attivo numerose pubblicazioni ma che ha scelto, insieme ad Arteinsieme, la pubblicazione di libri in cui l’elemento fotografico e la fatica letteraria camminano lungo un unico filo conduttore. Peyrefitte scrive con uno stile asciutto e intrigante, Bufalino ne coglie “le smanie del “coureur d’enfants” e ne descrive “la turbata spedizione di piacere” nell’estremo lembo della Sicilia orientale, costretto, per farlo, a passare da Gela.

“La riedizione degli scritti dei Peyrefitte, con la prefazione di Bufalino – spiega Giovanni Di Stefano completa il ciclo dedicato allo scrittore comisano e al suo rapporto con Camarina, che avevamo iniziato nel 2020 con il primo volume, “Bufalino, Camarina e dintorni”. Le foto di Luigi Nifosì ne costituiscono una parte essenziale. Ho chiesto a Nifosì delle foto (in parte inedite, in parte tratte dal suo archivio) che permettessero di restituire il fascino dei luoghi così come Bufalino lo colse durante le sue visite e che ispirò il viaggio difficile di Peyrefitte”.

Il volume può essere definito, in parte, il libro fotografico. Il repertorio fotografico è di Luigi Nifosì e completato da alcune foto d’epoca (fornite da Paola Pelagatti, Arturo Barbante, Attilio Zarino, Giovanni Giacchi) che ripropongono, in qualche modo, l’immagine di Camarina che si presentò, 70-80 anni fa, agli occhi di Peyrefitte. “Ho realizzato alcune foto di recente, cercando i paesaggi e le emozioni descritte dai testi di Bufalino – spiega Luigi Nifosì – per altre ho attinto al mio archivio, come nel caso del promontorio di Camarina, con la palude e il ponticello che ora non esiste più. I ruderi, i resti del tempio ci riportano all’antica città greca che tanto ha significato per Bufalino e Peyrefitte e ripropongono, in qualche modo, il loro viaggio e le emozioni vissute”.