20 Aprile 2024

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«Afrodisiaco si ispira agli anni ‘70», intervista a Helen Aria

Helen Aria

Helen Aria

Ciao Helen Aria, benvenuta tra le nostre pagine. Torniamo un po’ indietro, come nasce la tua passione per la musica?

La mia passione per la musica nasce insieme a me. Fin da piccolina amavo ascoltare i dischi in vinile e cercavo di inventare delle melodie ispirandomi ai suoni della natura e ai rumori come la pioggia che cade, il fruscìo del vento fra le foglie o il rombo del motore della macchina. Mi è sempre piaciuto immaginare che tutto ciò che sentiamo con le orecchie può essere organizzato in modo tale da poter essere definito come musica.

Riferendoti al tuo nuovo album “Afrodisiaco” si legge: “è un album ispirato agli anni ‘70. L’intero lavoro propone un viaggio attraverso la natura, caratterizzato dal suono cristallino e delicato dell’autoharp e dal timbro brillante del flauto traverso che trovano la loro complementarietà con i suoni acustici di chitarre, basso e batteria.”. Ce ne vuoi parlare?

L’album si ispira agli anni ‘70 (per le sonorità e gli arrangiamenti) e trova degli spunti all’interno del mio percorso universitario in ambito cinematografico, teatrale e musicale. È stata fondamentale la collaborazione con diversi artisti: il produttore e arrangiatore Momo Riva che ha suonato batteria, basso e chitarra in ogni brano; il violoncellista Federico Puppi che ha mescolato il timbro caldo e brillante del suo violoncello a sonorità elettriche in 11 tracce; Stefano Blanc, violoncellista dell’orchestra sinfonica della Rai, ha registrato il brano “Blue Dreams”; Andrea CadIO Cadioli, insegnante di arti visive a Los Angeles, ha realizzato i visual per i videoclip dei brani e la grafica della cover dell’album. 

A cosa stai lavorando attualmente? Stai pensando a nuovi live o a nuovi brani?

Attualmente sto cercando di organizzare nuovi live per promuovere questo lavoro, ma sono già in cerca di ispirazione per il prossimo album.

Cos’è che principalmente ha formato l’artista e la ragazza che sei oggi?

Molti sono i fattori che mi hanno permesso di diventare la persona e l’artista che sono oggi: alcuni positivi come l’incontro con artisti che stimo o il mio percorso universitario, altri negativi come gli ostacoli e le difficoltà che tuttavia mi hanno aiutata a crescere. Devo ringraziare soprattutto il mio produttore Momo Riva che mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della produzione musicale e che mi ha guidata durante la realizzazione del progetto “Helen Aria”. 

Per concludere, un concerto che hai sempre sognato di fare?

Amo la musica soprattutto per il suo valore antropologico e il mio sogno più grande è quello di continuare a suonare le mie canzoni per un pubblico disposto a condividere con me la passione per la musica, ritrovandosi per condividere emozioni e celebrare insieme il valore dell’arte, indipendentemente dal luogo.