11 Dicembre 2024

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L’unico modo di amarlo è rimanergli lontano

Teatro Toniolo: il 16 novembre alle ore 19.30 va in scena “L’unico modo di amarlo è rimanergli lontano” con Ottavia Piccolo e il Quartetto di Venezia

Il 16 novembre alle ore 19.30 al Teatro Toniolo di Mestre va in scena L’unico modo di amarlo è rimanergli lontano della  XXXVI Stagione di musica da camera e sinfonica degli Amici della Musica in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Venezia. Lo spettacolo è una commissione dell’Associazione Amici della Musica di Mestre, eseguita in prima assoluta: il testo e la drammaturgia sono di Sandro Cappelletto, ed è  portato in scena da Ottavia Piccolo insieme al Quartetto di Venezia, che ha recentemente festeggiato il ragguardevole traguardo di 40 anni di attività.

L’unico modo di amarlo è rimanergli lontano è il quarto appuntamento di È sempre una bella stagione e l’idea è nata da una sollecitazione di Mario Brunello, Direttore Artistico degli Amici della Musica di Mestre, di raccontare almeno una parte della vicenda che fu la grande angoscia della vita di Ludwig van Beethoven.

Il famoso compositore era il primo di tre fratelli, rimasti presto orfani di madre. Uno dei fratelli, Carl, raggiunse Beethoven a Vienna, si sposò ed ebbe un figlio: Karl. Dopo la morte prematura di Carl, che lasciò la moglie ed il figlio di appena 9 anni, Ludwig iniziò la battaglia della sua vita: diventare tutore unico del nipote, strappandolo alla madre, Johanna Reiss. Iniziò una durissima vertenza legale che durò cinque anni e diede luogo a tre processi. Beethoven vinse il primo ed il terzo, ed usò verso questa donna le espressioni più violente; la considerava una prostituta, indegna di crescere il figlio, ed usò tutto il suo potere per vincere la causa, riuscendoci con una ostinazione ed una determinazione feroci. Dopo pochi mesi, a seguito del primo processo, Karl fu mandato in un collegio, con il divieto per la madre di incontrarlo più di una volta ogni sei mesi. Il bambino visse un terribile conflitto tra l’amore per la madre e l’affetto per lo zio, oltre alla sofferenza per le numerose deposizioni che fu chiamato a fare in tribunale ed alle velenosissime ingiurie mosse dallo zio contro la madre che fu costretto a sentire in sede processuale. Il punto di vista di Beethoven nei confronti di Johanna è riportato nelle sue lettere e nelle sue deposizioni, tutti i suoi biografi appoggiarono la sua versione, mentre della voce di lei non resta alcuna traccia e nessuna testimonianza è arrivata fino a noi.

Per la prima volta con questo spettacolo si è deciso di dare voce a questa donna, che visse il dolore della separazione forzata dal proprio figlio e la sofferenza di ben tre processi semplicemente per avere il diritto di restare con lui. La grande attrice Ottavia Piccolo interpreta Johanna e dà finalmente voce ad una donna che si trova in una fase della vita a distanza di molti anni da questi avvenimenti. Tanto tempo è passato da allora, sia il compositore che il figlio sono morti, e Johanna ricorda e racconta la sua vicenda. La rabbia e la ferocia dei processi sono ormai svanite e lei finalmente parla, narra la sua versione, le sue sofferenze, la sua colpa agli occhi della società del tempo: essersi messa contro il grande compositore ed avere cercato di aiutare il marito inventandosi un commercio di gioielli per il quale fu accusata di avere rubato una collana.

Durante il racconto, il Quartetto di Venezia eseguirà alcuni estratti dai quartetti op.130, 131, 132, seguiti dai movimenti completi: Cavatina – Adagio molto espressivo dall’op.130 e Canzona di ringraziamento dall’op.132. Un dialogo quindi tra Johanna ed alcune delle più alte pagine composte da Beethoven, tratte dagli ultimi quartetti, che è occasione per far emergere alcuni interrogativi che la protagonista pone a se stessa ed al pubblico.

Come è stato possibile che un artista capace di queste meraviglie sia potuto diventare così violento e duro? C’è un limite alla grandezza di un artista rispetto al suo comportamento come uomo, oppure in quanto artista tutto gli è concesso? Come è possibile che un compositore che attraverso la musica ha invitato tutti gli uomini ad essere fratelli sia stato così violento con me e mio figlio? Alla fine Johanna sembra dirgli grazie per quello che ha creato con la sua arte, ma non può dimenticare quello che ha subito. Il titolo, l’unico modo di amarlo è rimanergli lontano, è una frase di Karl rivolta allo zio, pronunciata quando, dopo un tentativo di suicidio, non potendone più di essere oggetto di contesa tra lo zio e la madre, decise di partire, arruolandosi nell’esercito austriaco. Al contempo è una frase che mille volte può aver pensato Johanna, costretta dai giudici a stare lontano da suo figlio.

informazioni, www.culturavenezia.it/toniolo