Un ritratto di Andrea Camilleri, su iniziativa di BC (Beni Culturali) Sicilia, sez. di Mussomeli, che reca la prestigiosa firma di Peppe Piccica, noto artista mussomelese, è stato affisso alle pareti in locale pietra grigia della più antica cartolibreria del paese.
Quella di “don Pippinu Amicu dove presumibilmente sono stati acquistati i primi libri -letti- del paese”.
Un luogo iconico da dove l’occhio attento del regista di Montalbano vede il busto di Paolo Emiliani Giudici, insigne letterato mussomelese, da un lato, e Palazzo Sgadari, sede dell’Antiquarium, dall’altro.
Mentre il suo cono visivo intercetta, nella lunga prospettiva, la folla di visitatori che, in barba al rigido vento di tramontana, tipico del piccolo centro montano, si reca numerosa in Piazzetta Firenze dove si è svolta la cerimonia di donazione del disegno al Comune di Mussomeli.
Una piazzetta che è appartenuta all’artista -come lui tiene a sottolineare- sin dalla sua prima infanzia, dove andava a giocare e che ora è luogo culturale in divenire dal momento che un livello dello storico Palazzo sarà destinato ad ospitare l’ingente patrimonio della biblioteca, come ha annunciato il sindaco Catania nel suo discorso di introduzione alla cerimonia.
Adesso quella piazza, da tempo silente, si rimette gioiosa al progetto di BC Sicilia che -come riferisce la presidente Rita La Monica, la quale ha condotto egregiamente la serata, in collaborazione con lo scrittore Roberto Mistretta- ha voluto così sacralizzare, in senso laico, un luogo alla letteratura. Proprio lì dove insiste il busto di Paolo Emiliani Giudici, autore della prima letteratura italiana ancora prima che esistesse l’Italia Una e Unita.
Una celebrazione dei nobili primati del paese che, a dirlo sarà banale ma giova ripeterlo.
Tutto questo è stato reso possibile grazie ad un mirabile lavoro di sinergia, Rita La Monica che ha curato personalmente il tutto e quanti l’hanno affiancata: collaboratori, l’Amministrazione, il pubblico che ha partecipato e poi…ovviamente l’artista che non solo ha accettato la sfida ma ha anche realizzato un lavoro eccellente e a titolo del tutto gratuito.
Il talento di Peppe Piccica non è solo notorio ma anche indiscusso, da una punta all’altra dello stivale. E’ stato scelto il 17 luglio per la cerimonia, in occasione della ricorrenza del secondo anniversario della morte avvenuta a Roma. Così anche Mussomeli ora ha un pezzo dello scrittore che ha portato in tutto il mondo quella “sicilitudine” che a lui non piaceva e di cui trattò -con diffidenza- anche Sciascia. Con quel linguaggio quasi specifico che pure non conosce confini.
Su quel pannello invece alla forza dell’immagine si affianca la forza della parola con una grafica potente -volutamente potente- “giocata sui colori della nostra regione” . Non bisogna avere paura dell’altro perchè tu rispetto all’altro sei l’altro. Così recita Camilleri dal trono sul quale Piccica lo ha immortalato. “E’ stata scelta questa frase potente dello stesso Camilleri” così la presidente La Monica “che invita a non temere, a rispettare, a comprendere e ad amare gli altri perchè, come in un gioco di specchi, noi siamo l’altro per gli altri. E la grafica volutamente lo richiama nei caratteri e nei colori”.
L’iniziativa inoltre vuole essere la prima pietra di una strada lastricata di pietre su cui si (ri)torni ad inciampare, nel momento giusto, non più tardi o magari mai! Che sia l’inizio di una serie di installazioni letterarie. Un pannello dalla doppia valenza, artistica e storica, con questa frase che, appunto, campeggia solenne. Esortazione e monito in un periodo storico difficile e complesso non solo da vivere ma anche da analizzare. Bellissimo poi questo parallelo fra arte grafica e scrittura, ognuna, a proprio modo, una narrazione di quello che è il viaggio dell’uomo sulla terra.
Osservando il ritratto del maestro oggi, tutti ci leggiamo “qualcosa d’altro” rispetto ai tratti somatici per quanto abilmente resi.
In Camilleri c’è il racconto di Vigata, quella propriamente detta di Porto Empedocle, c’è quella poi più romanzata di Sironi ma c’è anche il racconto di una terra, la nostra, appunto, nella quale tutti, in un modo o nell’altro ci rispecchiamo. E questa più che arte è poesia!
di Emilia Di Piazza
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