19 Aprile 2024

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Sustainability at Pitti: Woo

Prendendo contatto con le radici di WOO

Sustainability at Pitti è una serie di interviste per celebrare chi sta rinnovando il mondo della moda con un’attenzione speciale verso l’ambiente. Dando voce ai designer che mettono la sostenibilità al centro del loro lavoro, speriamo di ispirare e guidare un’ondata di cambiamento nel nostro settore, aiutando tutti a impegnarsi insieme per un futuro migliore.

Se sei un appassionato di stile outdoor, è probabile che a un certo punto, nei tuoi viaggi, tu ti sia imbattuto nel marchio WOO. Questo lifestyle family brand da 30 anni crea outerwear, borse e accessori waterproof che fin dagli anni ’90 uniscono ai colori mediterranei la funzionalità dell’ethos scandinavo.WOO ha sede nel Salento, sul tacco dell’Italia meridionale, una regione dalle coste mozzafiato, dove clima e persone rispettose dell’ambiente sono ispirazione per la mentalità del brand. Questi fattori si combinano anche nell’ethos della fondatrice Giulia Petronella, nata e cresciuta nell’azienda di famiglia e capace di fondere la passione per il design con l’inconfondibile praticità di WOO. L’ultima collezione esplora proprio questo legame con le origini e il rispetto per la terra, come è evidente dal titolo Radici.

Per saperne di più, abbiamo chiesto a Petronella di raccontarci le ultime proposte del marchio e le sue ambizioni green.

Puoi parlarci della nuova collezione Radici e di cosa l’ha ispirata? 

Radici, la nuova collezione di WOO Raincoats, è un mix di passato e futuro, una visione di sostenibilità che sottolinea l’impatto che ognuno di noi ha sul pianeta. Un dialogo nuovo e rispettoso che vede la natura protagonista. Nella collezione Roots emerge il forte legame con la nostra amata terra, il Salento: la valorizzazione di ciò che era e di ciò che può diventare. Il Salento era infatti una terra capace di sfamare una popolazione che si accontentava delle piccole cose. Dove ogni spreco era bandito e il rispetto per la natura era fondamentale, come la gratitudine per il pane quotidiano.Siete un brand italiano dalla mentalità scandinava. Questo come influenza le vostre collezioni?

La mia visione era fin dall’inizio conciliare due elementi importanti: la qualità del Made in Italy e lo stile scandinavo. Le linee, l’essenzialità, i colori, i tagli e la funzionalità dei nostri capi sono filtrati da un background di esperienze e paesaggi che il nord Europa mi ha regalato. Quando creo le mie collezioni cerco di essere coerente con questo bagaglio di immagini. E allo stesso tempo non trascuro i dettagli, le diverse fasi di lavorazione del capo in ottica green, fino alla spedizione al cliente. Diventa una vera e propria esperienza italiana ricca di prodotti, sapori e odori della mia terra. 

WOO crea impermeabili da trent’anni. Ci racconti la storia del brand? Cosa ti ha portato su questa strada? 

Sono nata e cresciuta in un’azienda familiare che produce impermeabili per il mondo della pesca e dell’agricoltura da più di trent’anni. Ogni capo rappresenta le sue origini, la sua terra, i suoi legami, e ciò che ho sempre vissuto e toccato con mano fin da bambina. 

L’idea è nata nel 2016, quando ho deciso di partire da sola per una serie di viaggi tra le principali capitali del Nord Europa. Ho iniziato a soffermarmi sulle persone di quei luoghi e sulle loro principali necessità in tema di capi, da una parte rispondendo alle condizioni climatiche, dall’altra tenendomi al passo con le ultime tendenze della moda. In quel preciso momento, ho visto una grande opportunità: trasformare un prodotto che, fino ad allora, avevo associato al settore della pesca, in qualcosa che fosse più incline a ciò che mi ha sempre appassionato.

Com’è il processo di produzione? Da dove provengono i tessuti? Chi li produce? 

Il processo di produzione è tra l’artigianale e il semi-industriale; ogni capo è cucito e termosaldato per rendere ogni capo impermeabile al 100%. I tessuti impermeabili ci vengono forniti da aziende europee che condividono i nostri stessi valori: qualità, dialogo, condivisione delle conoscenze e sviluppo responsabile, garantendo condizioni di lavoro sicure ed etiche.

WOO si definisce green, ma il PVC è la plastica più dannosa per l’ambiente, almeno secondo Greenpeace, a causa degli additivi tossici che spesso contiene, ed è usato in tutte le vostre collezioni. Puoi spiegarci la vostra filosofia? 

Tutti i componenti dei prodotti WOO sono conformi alle norme REACH, la legislazione europea che regola le registrazioni, le valutazioni, le autorizzazioni e le restrizioni delle sostanze chimiche. Il nostro fornitore di PVC ha già ottenuto la certificazione ambientale ISO 14001. Sono stati in grado di anticipare i grandi cambiamenti emersi dal regolamento europeo REACH e di utilizzare solo sostanze chimiche approvate. 

Abbiamo già adottato diverse misure per ridurre la nostra impronta ecologica. Riutilizziamo pezzi di tessuto per produrre piccoli accessori. Ricicliamo anche parte dei nostri scarti industriali. I prodotti WOO non contengono metalli pesanti o coloranti azotati vietati nei prodotti tessili secondo le attuali normative europee, il che ci permette di migliorare il benessere delle persone e dell’ambiente. Tutti i metalli utilizzati da WOO sono in acciaio inossidabile. Che in definitiva è il metallo più ecologico, in quanto resistente alla corrosione, molto durevole, con un alto contenuto di materiale riciclato e tassi di recupero. Inoltre ha il vantaggio di essere privo di nichel.

Siete in cerca di soluzioni alternative per i tessuti? 

Lo studio è una costante, da n

Siete in cerca di soluzioni alternative per i tessuti? 

Lo studio è una costante, da noi. Siamo sempre alla ricerca di innovazione e qualità, soprattutto grazie ai nostri studi passati nel mondo del design. Al momento siamo molto interessati ad altri tipi di tessuti intelligenti e alle fibre naturali.

Quali sono le sfide che vi trovate ad affrontare come marchio che cerca di creare prodotti eco-sostenibili?

WOO è un marchio di abbigliamento per tutti coloro che amano l’outdoor e l’avventura. E poiché queste persone sono generalmente anche molto attente all’ambiente, la filosofia aziendale è tutta incentrata sul rispetto dell’ambiente. Abbiamo intenzione di attivare un centro per le  riparazioni per aumentare la longevità dei nostri prodotti e ridurre la nostra impronta ecologica. Donare parte dei nostri profitti a gruppi ambientalisti impegnati a preservare e migliorare il pianeta. 

La filosofia aziendale è green, ma non siamo perfetti. Siamo aperti e onesti sugli aspetti che dobbiamo  migliorare, come l’uso di combustibili fossili, che contribuisce al cambiamento climatico. L’impegno di WOO è quello di cambiare e migliorare questi processi e muoversi nella direzione più sostenibile ed ecologica. Fa eco al nostro impegno nel proteggere la natura che funge da punto focale del marchio. Essere trasparenti e impegnarsi in un business più sostenibile permetterà di entrare in contatto con i clienti.

Come conciliate la consapevolezza rispetto all’impatto ambientale dell’industria della moda con la progettazione e la creazione di prodotti nuovi e funzionali? 

Siamo consapevoli dell’impatto della moda sull’ambiente. Radici è una campagna che sottolinea quanto WOO dia importanza all’ecosostenibilità. Sottolinea il motivo per cui il marchio è nato, ponendo l’accento su due punti importanti. Il materiale è riciclabile al 100%, nel rispetto di tutti gli standard  green, eogni scarto viene riutilizzato per creare accessori e  qualità. Ottimizzare le risorse e il tempo fa parte della filosofia di WOO. Le nostre “radici” ci hanno insegnato ad essere grati per ciò che si ha e a non buttarlo via.

Cosa ne pensi dell’impegno del settore verso la sostenibilità? Quale cambiamento vorresti vedere?

La sostenibilità sta diventando un argomento molto discusso. Negli ultimi tempi è promosso da molti brand, attuando una politica di greenwashing, strategia di comunicazione volta a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva in termini di impatto ambientale, al fine di distogliere l’attenzione del pubblico dagli effetti negativi. Il fast fashion dovrebbe essere ridotto a favore di una politica che riduca il consumo e lo spreco di capi.

Cosa pensi delle presentazioni stagionali? C’è ancora bisogno di presentare le collezioni in questo modo?

Non ho problemi con il presentare le collezioni così, ma credo che la produzione e la campagna acquisti dovrebbero cambiare. Pensiamo alle vendite nell’abbigliamento come a un processo molto lineare, ma ci sarebbe molto da guadagnare nel pensare a un approccio più a 360 gradi.

Cosa ne pensi dell’impegno del settore verso la sostenibilità? Quale cambiamento vorresti vedere?

Penso che per ora sia ammirevole che la sostenibilità sia diventata parte del linguaggio quotidiano di molti marchi così rapidamente. Ovviamente dobbiamo muoverci più velocemente e penso che il business del futuro stia nella capacità di vedere potenziali nuove vie di guadagno con pratiche come il rental, il ritiro, il riutilizzo in chiave creativa, e il made-to-order.
Hai qualche suggerimento o consiglio per chi vorrebbe lanciare una propria linea outdoor? 

Il mio consiglio è di studiare e perseguire la qualità. Benigni diceva che “la novità è la cosa più vecchia che ci sia”, penso che sia in parte vero. L’innovazione va cercata, soprattutto nella ricerca e valorizzazione di nuove tecniche produttive ma anche nei materiali, ma anche prendendo a cuore ogni capo e garantendo che duri a lungo. Non solo il cliente ma anche l’ambiente ve ne sarà grato. Siate tenaci, determinati e fedeli al vostro buon senso.