Quando hai iniziato ad approcciarti alla musica?
Avevo 5 anni e ricevetti come regalo di Natale una tastierina giocattolo. Da quel giorno decisi che da grande avrei fatto il musicista.
Come descriveresti “Come nelle favole” in 3 parole?
La mia vita.
Durante il periodo del lockdown come hai vissuto la musica?
Partendo dal fatto che questo periodo non sia ancora finito, ho suonato e scritto poco, ma quel poco di grande intensità e spessore. Ho progettato tutto ciò che avrei voluto accadesse nel momento in cui fossi partito con questa nuova avventura e ho lottato con me stesso per sopravvivere sia economicamente, avendo avuto lo sfratto di casa, essendo rimasto senza acqua calda e riscaldamento e senza soldi per fare la spesa, sia e soprattutto psicologicamente vedendo il tempo passare ma sapendo di avere dei brani pronti da far uscire e non riuscire a farli emergere. Tutto questo è stato logorante ma non ho mai smesso di credere di farcela!
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Tutto ciò che si ascolta inconsciamente ti condiziona, soprattutto quello che ti piace. Dovrei fare una lista di un centinaio di artisti e di una decina di generi musicali. Alla fine la propria identità è l’unica cosa che conta.
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