I sapori e i colori della gastronomia come elemento inscindibile della millenaria cultura siciliana.
L’esigenza di valorizzare i territori dell’interno dell’isola, con riferimento al loro contesto storico-culturale, ha portato alla elaborazione di un progetto turistico che lega storia e cultura a quel settore specifico che va sotto il nome di turismo enogastronomico.
Tra le prime e fondamentali motivazioni dei “turisti”, italiani e stranieri, infatti, l’enogastronomia nell’ultimo anno ha interessato, nel nostro Paese, oltre tre milioni e mezzo di visitatori, per un giro di affari pari a due miliardi e mezzo di euro. Prospettive positive si profilano anche per il futuro immediato, con una proiezione di crescita che oscilla tra l’8% e il 10% sia in termini di presenze che di fatturato.
È un target medio-alto, quello che dimostra sensibilità verso un’offerta enoturistica integrata nella quale il buon vino, la gastronomia tipica, il paesaggio e l’arte rappresentano elementi determinanti ai fini della scelta.
Un nostro nuovo progetto tendente a realizzare uno sviluppo sostenibile e volto alla “destagionalizzazione” del turismo che in Sicilia, grazie al clima, ha buone possibilità di radicamento.
Si tratta di un ingente patrimonio, una risorsa, da valorizzare e promuovere, mediante l’attivazione di un conveniente ed adeguato piano di sviluppo in grado di incentivare e divenire motore propulsore di una nuova economia che possa offrire ai giovani autoctoni nuove e concrete opportunità occupazionali.
Nell’ambito delle attività comprese all’interno del progetto presentato da uno@uno e dai suoi partner intende realizzare una serie di azioni di supporto, accoglienza, assistenza, comunicazione e promozione rivolte alle aziende vitivinicole, agli enti locali e agli attori economico-sociali ricompresi nella fascia di territorio che abbraccia tutto il centro dell’isola per finire su quel tratto di costa che si affaccia sul “mar d’Africa”.
Il percorso comprende le province di Palermo, Caltanissetta, Enna e Agrigento. Province caratterizzate dalla presenza sul loro territorio, tra l’altro, di alcune tra le più importanti case italiane di vini e da aziende enologiche di minori dimensioni ma con produzioni altamente qualitative e con ottimo riscontro sul mercato internazionale. A ciò si aggiunga l’esistenza di importanti testimonianze di alto valore storico-artistico, quali i numerosi castelli che insistono su quest’area. Ricordiamo quelli di Caccamo, Mussomeli, Falconara, Licata, Enna, Sperlinga, Castelbuono ; i templi greci e i monumenti normanni.
Tutto questo da costa a costa, attraversando l’interno della suggestiva Sicilia centrale, ancora incontaminata dagli effetti nefasti dell’industrializzazione ed inserita in ambienti naturali caratteristici. Un territorio ricco di storia e di cultura, incommensurabile eredità di numerose civiltà e dominazioni susseguitesi nel corso dei secoli.
La scoperta di luoghi di incomparabile bellezza, della cucina locale, delle tradizioni, delle poco note testimonianze storico artistiche, rappresentano le componenti chiavi che maggiormente attirano il visitatori.
Qui di seguito vi suggeriamo sotto forma di appunti disordinati di viaggio, un ipotetico viaggio nel centro Sicilia suddiviso in tappe che con Caltanissetta come fulcro il cui si sviluppano i tour.
Tra vini e castelli
Da Palermo a Caltanissetta
Da Palermo ci si trasferisce alla vicina Casteldaccia, dove si trovano gli stabilimenti della casa vinicola CORVO DUCA DI SALAPARUTA. Il vino CORVO vanta antiche nobili tradizioni, scommessa antesignana del duca Enrico, figlio del fondatore Giuseppe Alliata principe di Villafranca e duca di Salaparuta.
Si riparte alla volta di Caccamo (durata del viaggio circa 20 minuti) per una visita allo splendido castello. Incerta ne è l’origine anche se la sua collocazione strategica fa pensare che la rocca sulla quale sorge potrebbe essere stata sfruttata già in epoca bizantina. Il castello si presenta nel suo complesso molto suggestivo e conserva, malgrado i vari rifacimenti, una struttura unitaria equilibrata.
La visita all’interno del maniero in compagnia di una guida che racconterà la storia del maniero il viaggio riprende in direzione Vallellunga per una visita alle cantine Regalali, azienda vitivinicola tra le più prestigiose in campo internazionale. I vini prodotti dalle cantine sono conosciuti e apprezzati dai nomi più importanti della cultura e dello spettacolo mondiale, su tutti grecanico e inzolia.
Poi si prosegue verso Mussomeli, per una visita al castello manfredonico, che sorge sulla sommità di una grande roccia isolata ed emergente da un dolce declivio erboso. Ricco di elementi decorativi del gotico chiaramontano, con le sue sei bifore, i magnifici portali a sesto acuto ed i suoi due torrioni, stupisce per la sua imponenza mista ad eleganza. La visita al castello si arricchirà di elementi di animazione come ad esempio l’esibizione di un cantastorie che narrerà le leggende legate alle storie dei castelli.
In serata arrivo a Caltanissetta.
Tra mare e miti
Da Caltanissetta ad Agrigento allungando per castelli a mare
Da Caltanissetta si parte alla volta di Butera per una visita alle cantine “Feudo Principi di Butera”, azienda vitinicola di eccellenza. Il Feudo, antico tenimento appartenuto ai primi principi di Sicilia, si estende fra i comuni di Butera e Riesi, per almeno trecento ettari di terreno, 135 dei quali coltivati con vitigno Nero d’Avola, da molti considerato a tutti gli effetti il simbolo della rinascita enologica siciliana. Ma nei vigneti della tenuta sono coltivati anche il Merlot e il Cabernet Sauvignon, tra i rossi, e lo Chardonnay, tra i bianchi. Si tratta di vitigni internazionali che qui trovano un habitat ideale, idoneo ad esaltarne caratteristiche e sapori grazie alle condizioni climatiche e dalla natura dei suoli.
La prossima metà è il castello di Falconara. Il castello-fortezza sorse intorno alla grossa torre quadrata detta “della Falconara” perché vi si allevavano i falchi da caccia.
Oggi il castello mostra la sua struttura quattrocentesca. Nel lato orientale si notano un collegamento merlato che raccorda due torrioni cilindrici ed uno quadrato ed inoltre una garitta. Sul prospetto d’ingresso si distingue una cannoniera e agli spigoli due spalti su mensole aggettanti. Una guida racconterà la storia del castello sulla spiaggia o altra animazione o semplicemente una passeggiata per stimolare l’appetito. All’interno del castello verrà servita il pranzo tipico dell’antica cultura gastronomica siciliana.
A conclusione della visita si prosegue alla volta di Licata per una visita a Castel Sant’Angelo. Un’imponente torre di avviso per la custodia del litorale, del corso del fiume Salso e dell’intera piana di Licata, questo era in origine Castel Sant’Angelo la cui costruzione ebbe inizio nel 1616 sotto la dominazione spagnola. Il castello posto sull’omonimo monte, fu completato ed inaugurato nel 1640.
Il panorama della Valle è un’immagine affascinante e indimenticabile, collocato com’è al centro di un paesaggio nel contempo selvaggio e dolce.
Dello splendore di Akragàs ci è giunto il racconto degli storici: Diodoro, la descrisse come una delle città più importanti della civiltà greca, con una popolazione di 200 mila abitanti; Pindaro la definì “la più bella città dei mortali”.
Costruiti in tufo arenario conchiglifero, tipico della zona, la loro collocazione in successione, da est verso ovest, fa pensare che i loro prospetti fossero stati appositamente rivolti verso il sole nascente, principio di ogni fonte di vita.
C’è tutto il fascino inalterato dei segni della storia ad accompagnare una passeggiata nella Valle, a partire dal tempio dedicato a Giunone Lacinia. Risalente al 450 a.C., fu costruito lungo uno sperone di roccia, sul punto più alto della rupe Atenea.
Poco distante dal tempio di Giunone Lacinia, l’immagine simbolo della maestosità della Valle: il Tempio della Concordia, ritenuto il meglio conservato del mondo greco assieme a quello di Teseo, ad Atene. Innalzato intorno al 440- 430 a.C., probabilmente dedicato a Castore e Polluce, il tempio fu costruito su un basamento a gradini. L’ottimo stato di conservazione si deve alla trasformazione che il tempio subì nel VI sec. d.C., quando venne convertito in basilica cristiana.
Proseguendo nella passeggiata, sulla parte orientale dello sperone roccioso della porta Aurea s’incontra il tempio di Ercole, un edificio sacro del 520 a.C., del quale restano le alte colonne e una porzione del grande basamento dell’altare sacrificale.
Poco oltre si trovano i resti del colossale Olympieion, il Tempio di Giove, innalzato per celebrare la vittoria riportata dai greci sui Cartaginesi nella battaglia di Imera del 480 a.C., e considerato nell’antichità il più grande tempio d’Occidente. Di esso oggi non rimangono che poche rovine, sufficienti però a dare idea dell’originaria imperiosità della costruzione.
Su un’area destinata al culto di Demetra e Persefone sorgono, invece, le colonne del Tempio dei Dioscuri e, vicinissimo ad esso, il Tempio di Vulcano risalente al V secolo a. C.
A poca distanza dai templi dei Dioscuri e di Vulcano che si estende la grande e suggestiva distesa di Kolymbetra.
A conclusione della visita alla Valle dei Templi, rientro a Caltanissetta.
Storia e sapori nel cuore della Sicilia
Caltanissetta Cefalù allungando per castelli e monti
Partenza per Enna per una visita al castello di Lombardia. Posto nella parte più alta della città, là dove è possibile ammirare uno dei panorami più suggestivi della Sicilia, il castello svetta imponente. Capolavoro dell’arte militare, in epoca medievale il maniero rappresentò uno dei baluardi difensivi più importanti dell’isola. Il suo nome è legato a una guarnigione di soldati lombardi che occupavano Enna al tempo della dominazione normanna.
Dopo la visita ad Enna si parte alla volta di Nicosia (durata viaggio 30 minuti circa) per una breve visita alla cittadina che vanta la presenza di una magnifica Cattedrale. Nel pomeriggio si prosegue per Sperlinga, per la visita al suo maniero dal fascino incredibile che fonde caratteri di unicità e di suggestione. Scavato nella pietra, la sua storia è intimamente legata a quella della Sicilia.
Ai piedi della roccia su cui sorge il castello è possibile visitare ambienti rupestri che ospitano una esposizione di attrezzi della civiltà contadina.
Famoso per aver dato rifugio agli Angioini durante la guerra del Vespro. Nel piazzale interno si osservano i ruderi della chiesa di S. Domenico Siriano, risalente al 1662. ( la visita a Sperlinga dura circa un’ora).
Si riparte alla volta di Castelbuono per una visita alle cantine Santa Anastasia. Negli antichi caseggiati dell’azienda si producono vini a indicazione geografica protetta come i rossi Passomaggio e Litra.
Ancora a Castelbuono si visita il castello. Si tratta di un palazzo-fortezza costituito da più fabbriche di epoche diverse, la cui lettura è resa complicata dalle ristrutturazioni volute dalle varie famiglie nobiliari succedutesi nei secoli.
Al suo interno, si potrà visitare una suggestiva “cappella” interamente rivestita di bassorilievi ed altorilievi attribuiti alla bottega di Giuseppe e Giacomo Serpotta. Un magnifico coro ligneo dagli stalli intagliati, un’arca argentea che custodisce il teschio di Sant’Anna, impreziosiscono ulteriormente la piccola chiesa. Si continua verso Cefalù (durata viaggio 20 minuti). Gli ospiti potranno visitare il magnifico centro normanno, passeggiata in spiaggia .
Palermo: tra colori, storia e sapori.
Da Cefalù a Palermo tra mare e Normanni
Palermo con i suoi colori, profumi e sapori affascina e incanta il visitatore. Uno stupore che rinnova la meraviglia dei grandi viaggiatori dell’Ottocento per questa città simbolo dell’incontro delle storie e delle culture di Oriente e Occidente, crocevia culturale del Mediterraneo.
I palazzi barocchi, l’eleganza delle ville liberty, gli antichi mercati affollati, le bancarelle ad ogni angolo di strada pronte a soddisfare il rito quotidiano del “mangiare”. La visita inizia dalla chiesa della “Martorana”, edificata nel 1143. Gioiello dell’arte normanna, con cupola in stile arabo, all’interno si presenta ricca di marmi, affreschi e mosaici. Al centro della cupola trionfa l’immagine del Cristo Pantocratore. Dapprima affidata al clero greco, agli inizi del 1400 venne ceduta alle monache benedettine fondate da suor Eloisa Martorana.
La leggenda vuole che siano state proprio le monache del convento le prime ad elaborare la ricetta tipicamente siciliana della “frutta martorana”, ovvero i dolci in pasta reale che vengono donati ai bambini in occasione della ricorrenza del 2 novembre.
Si riprende l’itinerario fino a giungere alla Cattedrale. Di aspetto magnifico la chiesa fu costruita nel 1170 su volere dell’arcivescovo Gualtiero Offamilio proprio sul luogo dove sorgeva la moschea principale. In essa confluiscono elementi stilistici di varie epoche. Nel corso dei secoli subì numerosi interventi che ne hanno mutato l’aspetto originario, anche se nella zona absidale sono tuttora visibili le decorazioni a tarsie di ispirazione islamica. La facciata, dall’imponente portale gotico, è fiancheggiata da due torri. L’interno, a tre navate, conserva le tombe di Ruggero II, Enrico VI, Costanza d’Aragona e dell’imperatore Federico II. Sul pavimento della chiesa l’astronomo padre Giuseppe Piazzi agli inizi dell’Ottocento segnò una meridiana. Ogni giorno questa viene illuminata da un raggio di sole, fatto filtrare da un foro, che sta ad indicare la sua posizione apparente rispetto a una delle dodici costellazioni.
Conclusa la visita in Cattedrale ci si dirige verso il vicino Palazzo dei Normanni, attuale sede del governo regionale siciliano. Capolavoro vero di Palazzo dei Normanni è la Cappella Palatina . C’è chi sostiene che valga la pena di venire a Palermo solo per vedere questa meraviglia dell’arte araba-normanna. Costruita nel 1130 e consacrata nel 1140, la cappella, a tre navate sorrette da colonne di granito con capitelli corinzi, si presenta ricoperta di bellissimi mosaici di gusto bizantino raffiguranti scene dell’Antico e del Nuovo Testamento. Al centro della cupola troneggia l’immagine del Cristo Pantocratore circondato dagli angeli. Il soffitto ligneo della navata mediana è uno degli esemplari più antichi di copertura dell’area islamica. Di notevole pregio artistico sono gli oggetti custoditi nella sala del tesoro della Cappella Palatina, tra questi un tabulario contenente pergamene dell’XI al XVII secolo e una serie di antichi argenti sacri finemente cesellati.
A conclusione, ci si reca nella vicina cittadina di Monreale. Prima di iniziare la visita, sosta dedicata al pranzo (si prevede ove ve ne fosse la possibilità di farli assistere a uno spettacolo dell’opera dei pupi). Dopo pranzo seguirà la visita al famosissimo Duomo con Chiostro e Museo annesso.
Al termine consegna di un souvenir e la partenza alla volta dell’aeroporto di Palermo.
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