
Milano – Stando a un rapporto Istat pubblicato il luglio scorso, l’Italia è il terzo peggior Paese europeo per quanto riguarda la disoccupazione giovanile. Guardando ai dati del 2019 si scopre infatti che in Europa la media della disoccupazione giovanile, tenendo in considerazione i giovani tra i 15 e i 29 anni, è del 12,5%; in Italia questa percentuale è del 22,2%, con punte del 53,6% in Sicilia e in Campania.
“La situazione di partenza non era rosea per i giovani italiani, ed è peggiorata ulteriormente con la pandemia sanitaria” spiega Carola Adami, co-fondatrice di Adami & Associati, società italiana di head hunting che offre anche servizi di CV writing e di consulenza alla carriera. “Se il tasso di disoccupazione negli ultimi mesi è risultato stabile, va sottolineato che quello relativo alla disoccupazione giovanile è invece cresciuto, arrivando al 30,3% in base alle ultime rilevazioni”.
Sono quindi tantissimi i giovani in cerca di lavoro.
“In molti casi si parla di giovani diplomati o laureati con un’esperienza professionale minima o talvolta nulla, che si trovano a fare il proprio debutto nel mondo del lavoro senza un sufficiente accompagnamento. Non stupisce quindi il fatto che tanti giovani, pur in questo periodo delicato e particolarmente difficile, continuino a guardare all’estero come a una soluzione» sottolinea l’head hunter e career coach.
Molto seguita sui social la Adami & Associati è tra le realtà più importanti a livello nazionale non solo per la selezione dei talenti, ma anche per la consulenza alla carriera e per il servizio di ottimizzazione di curriculum vitae e profilo LinkedIn.
“In questo scenario è a maggior ragione cruciale presentarsi alle aziende al meglio, per riuscire a mostrare i propri reali punti di forza: l’unico modo per farlo è poter contare su un CV completo, privo di errori ed efficace, ulteriormente rafforzato da un profilo LinkedIn capace di incuriosire i recruiter”.
A frenare le persone in cerca di lavoro è quindi molto spesso non la mancanza di competenze o di esperienze professionali, quanto invece la poca efficacia degli strumenti con i quali ci si candida presso le aziende: l’importanza della prima impressione, data dal curriculum vitae, non va mai sottovalutata.
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