19 Aprile 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

La SEC presenta i Classici di Politica della Cultura

I primi due volumi sono dedicati a

 Guido Dorso e Umberto Campagnolo

La cultura e gli intellettuali come sostenitori e promotori di valori etici come giustizia, libertà e pace tra i popoli europei. Questa, e molto altro, sta alle origini della SEC (società europea di cultura) fondata nel 1950 e che giocò un ruolo fondamentale per il dialogo tra est ed ovest divisi dalla cortina di ferro. Ma il ruolo dell’intellettuale e della cultura non si esaurisce con le trasformazioni geopolitiche. Così, la SEC, che da qualche anno ha spostato la sua sede operativa a Collodi (Pescia – PT) ,ha presentato in questi giorni a Roma la collana di “Classici di Politica della Cultura“, edita da CLUEB (Bologna).

L’iniziativa è del 30 settembre, durante il convegno organizzato all’Istituto Luigi Sturzo. Ad aprire i lavori e le presentazioni sono stati il professor Andrea Bixio (consigliere cda Istituto Luigi Sturzo) e il presidente della SEC, Pier Francesco Bernacchi.

Mentre Bixio si è soffermato sui valori cari al fondatore della SEC Umberto Campagnolo, in particolare quello della cultura come azione politica, in grado di indicare la strada seguire per favorire la convivenza tra i popoli, e quello dell’Europa come agorà in cui deve essere esercitato il dialogo, Bernacchi ha prima ricordato il professor Vincenzo Cappelletti, ex presidente della SEC recentemente scomparso, per poi sottolineare come oggi la SEC debba promuovere un dialogo sui temi della politica della cultura in tutta l’Europa geografica, ed ha auspicato che ciò avvenga attraverso una stabile collaborazione con il Consiglio d’Europa.

Il titolo dei primi due volumi della collana sono: “Guido Dorso, Classe politica e classe dirigente“, a cura di Giuliano Minichiello e “Umberto Campagnolo, L’autre politique“, a cura di Cosima Campagnolo.

I curatori della collana dei Classici sono il professor Alberto Gambino (Università Europea di Roma) e il professor Lorenzo Franchini (Università Europea di Roma). 

Gambino si è augurato che: “la Collana, il cui obbiettivo principale è proporre testi poco noti su temi attinenti alla politica della cultura, possa attrarre soprattutto giovani lettori” ha detto, per poi anticipare che il terzo volume della collana sarà dedicato proprio agli scritti di Vincenzo Cappelletti.

Franchini ha voluto sottolineare i meriti della SEC nell’ideazione della collana, evidenziando la necessità per la Società di intervenire nella dialettica odierna tra universalismo e particolarismo favorendo il dialogo e la risoluzione pacifica di conflitti.

Al professor Giovanni Farese (Università Europea di Roma) è spettata la presentazione nel dettaglio del primo volume della collana, e sulla scorta dell’introduzione al volume del professor Minichiello, ha detto che il pensiero del meridionalista Dorso (1892-1947) deve essere riscoperto ed europeizzato perché affronta temi tutt’ora di grande attualità, quali la necessità di formare una classe dirigente che non pensi ai propri interessi e l’importanza di stabilire un nesso produttivo tra storia e scienza politica. Su questi temi, ha fatto un intervento anche il politico e studioso Gerardo Bianco, meridionalista e attuale presidente dell’Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia. 

Il segretario generale internazionale della SEC, dott.ssa Cosima Campagnolo,  ha parlato del secondo volume della collana, “Umberto Campagnolo, L’autre politique”, da lei stessa curato. Ha ripercorso in modo puntuale la biografia di Umberto Campagnolo (1904-76), dagli studi universitari all’impegno anti-fascista, dalle prime pubblicazioni alla fondazione della SEC nel dopoguerra, e ha sottolineato che per Campagnolo la politica deve sempre essere protesa verso il domani, nutrendo l’ambizione di superare l’impasse del presente attraverso il supporto di uomini di cultura. 

Anche il dott. Fabio Guidali (Università Statale di Milano) si è soffermato sulla raccolta di testi di Umberto Campagnolo (1904-76), ricostruendo la nascita della politica della cultura alla fine del dopoguerra con il sostegno di forze politiche e intellettuali tra loro distanti (in particolare, comunisti e democristiani), sempre nella difesa e promozione di un dialogo costruttivo. Per questi motivi, gli scritti di Campagnolo, secondo Guidali, offrono una via metodologica ancora oggi da seguire.