L’arte del prossimo futuro sarà un’arte in presenza, pubblica, sociale, partecipativa. Che non dimentica lo sviluppo digitale, ma che dovrà affrontarlo sfruttando tecnologie esistenti,
e dove lo stesso digitale saprà costituirsi come materiale
per la creazione artistica.
E mentre il collezionismo chiede un recupero del rapporto umano, gli artisti ripartono dalla bellezza per salvare
il mondo, si affermano realtà nate per tutelare i lavoratori del settore e i non-luoghi si candidano a diventare
i prossimi musei.
Esperti di settore hanno fatto il punto ieri, nell’ambito della rassegna di conferenze digitali “Tempo di Rinascita”.
Di che arte vivremo? La bellezza salverà il mondo?
Il presente e il futuro del settore dell’arte sono stati al centro della conferenza digitale organizzata ieri, 15 giugno, all’interno della rassegna ‘Tempo di Rinascita – Scenari, idee, progettualità’, ideata dall’agenzia di comunicazione DOC-COM per riflettere a più voci sul mondo che sta cambiando.
A confrontarsi sul tema: il professore Stefano Monti, partner del gruppo Monti&Taft; Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione Palazzo Te, professore associato al dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università Bocconi di Milano; Simona Gavioli, critico d’arte, curatore indipendente, direttore della fiera di arte emergente BOOMing di Bologna; Tommaso Tisot, collezionista, avvocato esperto in diritto dell’arte e presidente di Professional Trust Company; Massimiliano Pelletti, artista e scultore; Daniela Furlani, presidente di Doc Creativity, la cooperativa parte della Rete Doc, che riunisce i professionisti del settore; Stefano Gris, architetto partner dello studio Gris+Dainese, specializzato nella progettazione di spazi museali.
Cosa è emerso?
– La necessità di uno sviluppo digitale, a partire da tecnologie conosciute e già disponibili, ma ancora quasi mai utilizzate, Stefano Monti
– Il digitale nel mercato dell’arte sarà strumento di comunicazione, di vendita e di creazione artistica, Giacomo, Nicolella Maschietti
– L’arte come presenza, essere in un determinato istante e, quindi, dono, Stefano Baia Curioni
– Andiamo verso un’arte pubblica, sociale, partecipativa, Simona Gavioli
– Il collezionismo deve recuperare il rapporto umano. Bisogna riporatre l’arte in galleria, in strada, a contatto con le persone, Tommaso Tisot
– Sì, la bellezza può salvare il mondo, Massimiliano Pelletti
– La cooperativa come garanzia di tutela dei lavoratori del settore, Daniela Furlani
– I non-luoghi saranno i prossimi musei, Stefano Gris
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