20 Aprile 2024

Zarabazà

Solo buone notizie

Il cantiere M9. Indagini archeologiche e interventi sugli edifici storici

Sinossi

Era inevitabile che durante i lavori del cantiere di M9 – Museo del ’900 sarebbero venuti alla luce reperti risalenti all’epoca del monastero e che gli interventi di restauro conservativo e di riuso funzionale degli antichi manufatti avrebbero potuto fornire ulteriori elementi informativi sulla storia di Santa Maria delle Grazie. Il presente volume, che raccoglie gli atti del convegno tenutosi su questi temi il 10 dicembre 2018, svela piccoli e grandi misteri di questo angolo centrale, ma poco conosciuto, di Mestre.

Le indagini archeologiche condotte non solo hanno consentito di approfondire le conoscenze legate alla vita dell’ex monastero ma anche di disporre di dati storici utili ad una più generale riflessione sulle dinamiche di organizzazione territoriale della Mestre medievale e post-medievale e ad una più puntuale ed attenta azione di tutela delle testimonianze del paesaggio antico.

Il complicato ma relativamente breve percorso del progetto – da ritenere un caso virtuoso di efficienza nel panorama italiano – viene illustrato dalle prime battute fino all’avvio e allo svolgersi del cantiere. Le scelte compiute sui manufatti preesistenti vengono spiegate e inquadrate in un contesto in cui aspettative della committenza, sensibilità dei progettisti e autorità degli Enti competenti trovano un contemperamento che si concretizza fattivamente.

I Curatori

Alessandro Asta. Specializzato in Archeologia nel 2007 presso l’Università degli Studi di Padova, dal 2010 ricopre nel Ministero per i Beni e le Attività Culturali Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo l’incarico di funzionario archeologo, ad oggi in forze presso la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’Area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso. Responsabile degli interventi di archeologia subacquea delle tre Soprintendenze venete, si interessa di conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico in contesti sommersi, con particolare riguardo all’ambito della Laguna di Venezia, della fascia costiera nord-adriatica e dei fiumi veneti.

Roberto Stevanato. Già professore ordinario di Biochimica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è dal 1999 Presidente del Centro Studi Storici di Mestre, che da quasi sessant’anni si occupa di storia, tutela monumentale ed ambientale e trasformazioni del territorio di Mestre e dell’hinterland. In tale contesto è autore di diversi saggi e ha promosso la ricerca storica sull’argomento che si è concretizzata con la pubblicazione di oltre un centinaio di volumi e l’organizzazione di innumerevoli conferenze, convegni, tavole rotonde, mostre ed esposizioni, rievocazioni e visite guidate.

Francesco Trovò. Dal 2010 è funzionario presso la Soprintendenza ABAP per il comune di Venezia e Laguna. Svolge incarichi di insegnamento a contratto di Restauro Architettonico presso l’Università IUAV di Venezia. Attualmente svolge attività di tutela sul territorio (tutela monumentale, paesaggistica) e ricopre diverse volte il ruolo di RUP e DL nel caso di interventi pubblici su beni culturali demaniali. Per l’ufficio ha svolto il ruolo di Responsabile dell’area funzionale dei beni demoetnoantropologici ed è referente per il sito UNESCO Venezia e la sua laguna e per la materia del commercio su suolo pubblico.

Potere H. I disabili che hanno fatto la storia

Sinossi

Il concetto ispiratore di questo libro è raccontare le vite dei disabili che hanno fatto la Storia con la maiuscola, quella che resta scolpita negli annali o nell’immaginario collettivo. Non quelli che hanno battuto record o dimostrato “di potercela fare”, ma uomini e donne che, nonostante i propri handicap, sono arrivati ai vertici assoluti nelle rispettive discipline o arti.

Dalla politica allo sport, dalla musica alla fisica. Una carrellata di vite eccezionali articolata in una quarantina di ritratti: personaggi celebri – Omero o Beethoven, Roosevelt o Hawking, Ray Charles o Alex Zanardi – come pure meno noti al grande pubblico, ma per questo più sorprendenti: dal Re Pescatore custode del Graal, al rivoluzionario francese in carrozzina, ai “mezzi uomini” del cinema americano.

Senza dimenticare coloro che, con il loro lavoro o il loro esempio, attraverso i secoli hanno contributo in modo decisivo alla progressiva accettazione, integrazione e, infine, inclusione sociale dei disabili: da Braille o De l’Epee a indimenticabili testimonial come Christopher Reeve o Mohammed Alì.

L’autore

Roberto Zucchi è nato a Modena nel 1956 ma è da sempre residente a Padova, dove si è laureato in Scienze Politiche con una tesi su “Origini mistiche del nazismo”. Giornalista professionista dal 1981, è stato responsabile delle redazioni Esteri e Cultura nonché caporedattore centrale del quotidiano “Il Gazzettino” di Venezia. Nel 2012 ha pubblicato il giallo storico “Siderea Crimina” (Editoriale Programma). Paraplegico dal 1983 a causa di un incidente motociclistico, è sposato e ha due cani.

Cosa fa quest’intrusa in casa mia. Diario di resistenza gattesca

Sinossi

Opportunisti, coccoloni, interessati, catalizzatori di positività, egoisti, agili, imprevedibili, protettori di energia spirituale, invasati, buffi, dispettosi, porta sfortuna, eleganti, odiosi… i termini usati per descrivere i gatti variano dalla più manifesta antipatia, a qualcosa di simile all’adorazione.

C’è chi assicura di esserne allergico e chi non si limita a dire che non li ha in simpatia, ma sente il bisogno di precisare che preferisce i cani, perché più fedeli e obbedienti ai propri padroni. I cosiddetti “gattari” invece, oltre ad avere una o più bestiole che circolano per casa, ne postano foto e video sui social, e si circondano di oggetti con le loro immagini (dalle magliette, ai portachiavi, passando per i calendari e le ciabatte).

Ostili o innamorati dei gatti, ci si ritrova concordi nel riconoscerne l’indipendenza, considerata a seconda del punto di vista un pregio o un difetto. Un gatto infatti può essere un componente della famiglia (il capo famiglia per la precisione), un coinquilino che tollera la presenza umana (o che finge di farlo per sferrare meglio i propri agguati) o un amico a quattro zampe con cui condividere abitudini e riti quotidiani. In ogni caso si ritiene padrone di sé stesso e non si stanca di dimostrarlo in vari modi. Talvolta sembra solo mancargli la parola per spiegarci quale sia la sua opinione su di noi. Forse facendo un po’ di attenzione, si

potrebbe perfino riuscire a sentirli parlare…

Cosa fa quest’intrusa in casa mia? Diario di resistenza gattesca” è il punto di vista di un gatto rockettaro su quegli strani bipedi, quasi totalmente privi di pelliccia, che gli gravitano attorno e su altre comparse, più o meno gradite

L’autrice

Barbara Cremaschi, nata in Liguria nel 1963, ma veneta per origini e adozione. Ha cresciuto un figlio convinto che sua madre fosse una strega, perché le sembrava troppo banale dire a un bambino che era laureata in chimica industriale e lavorava al Petrolchimico di Marghera. Pur passando al settore ambientale, qualcosa della strega le è rimasta, sarà per questo che si ostina a parlare con piante e animali, sperimentare invece di cucinare e leggere tomi su tomi alla ricerca del senso della vita.
Ama salire in sella alla sua scopa, pardon bicicletta, nuotare, camminare, lo yoga, la musica, leggere, leggere, leggere e scrivere. Ha una sana passione gattesca e ovviamente un felino, anche se non è nero, è il suo aiutante.
Con il collettivo Norah Gelbe ha pubblicato per la casa editrice il Prato, i gialli: La ragazza bambola (2017), tradotto in tedesco con il titolo Das Puppenmädchen, e Un mare di luppolo (2018) nella collana “Der Code Knacker”. Inoltre, la raccolta di racconti a tema: Gotico VeneXiano (2018)