
Montalbano Elicona (Muntarbanu in siciliano) è un comune italiano di 2.173 abitanti della Città metropolitana di Messina in Sicilia.
La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia ed è stata proclamata Borgo dei borghi 2015. È caratterizzata dalla presenza, nella parte antica dell’abitato, di un antico castello che fu residenza estiva di re Federico III di Aragona. Gli studiosi non sono concordi sulle origini del paese e del suo nome. Alcuni fanno risalire tale origine alle parole latine mons albus (“monte bianco”), con riferimento ai monti innevati o all’antico nome del monte su cui fu realizzato un castello per volere di Federico III d’Aragona; altri al nome arabo al bana, dal suggestivo significato di “luogo eccellente”. L’appellativo Elicona risale senz’altro alla colonizzazione greca.

È il castello il simbolo di Montalbano Elicona, che domina il borgo ancora oggi come fu ai tempi dei Bizantini e degli Arabi, che per primi decisero di fortificarlo, anche se la sua imponenza si moltiplica con il potere Normanno-Svevo, con la muratura perimetrale merlata (la meglio conservata in tutta la Sicilia) e soprattutto Aragonese. Si tratta di una fortezza rettangolare, chiusa all’estremità da due torri, una a pianta quadrata e l’altra a pianta pentagonale.

Fu il re Federico II d’Aragona che ricostruì e trasformò la struttura da fortezza a residenza reale, con l’apertura di grandi finestre sui muri perimetrali al di sopra delle feritoie sveve, nonché portali e porte. Al suo interno, c’è la ‘cuba’, la Cappella reale forse di epoca bizantina, che nasconde un ‘piccolo’ segreto, ovvero qui ci sarebbero i resti di un personaggio controverso, in odore di eresia, il medico, alchimista e riformatore religioso Arnaldo da Villanova, morto nel 1310.

Da non perdere, ovviamente, la piccola piazza del Portello, ovvero il belvedere dal quale vedere il mare, le Eolie, i Nebrodi, una vista decisamente ‘reale’. Montalbano Elicona è un luogo avvolto dalla strana magia dei megaliti d’Argimusco, nella contrada omonima, in zona portella Mattinata, portella Zilla, o presso le rocche di Losi.
Qui ci sono complessi rupestri e megalitici, risalenti a oltre 30mila anni prima di Cristo. Enormi menhir di arenaria dalle diverse fattezze che sarebbero un antico osservatorio lunare e solare al confine tra i Nebrodi e i Peloritani.

Vicino a Montalbano, da visitare la Riserva Naturale Orientata Bosco di Malabotta, tra i Nebrodi e i Peloritani, caratterizzata da una vegetazione mista in cui predominano i faggi con querce, pini, castagni e noccioli, con un sottobosco ricco di biancospini e rose e peonie selvatiche, frequentato da una nutrita schiera di animali, come gatti selvatici, volpi, gheppi, falchi pellegrini.

E ci si può vedere svolazzare sopra l’aquila imperiale. Per quanto riguarda i prodotti enogastronomici del luogo a Montalbano è famosa la sua provola, il suo gustosissimo pane a lievitazione naturale e le nocciole, per via della presenza di noccioleti nei boschi circostanti della zona.
Per questa ragione vale la pena preferire mangiare , acquistando dalle attività locali, dal macellaio la carne, il suino dei Nebrodi, la salsiccia, e andando dal panettiere il buon pane. Per pernottare ci sono a disposizione vari appartamenti in paese , case vacanze , bed & breakfast, che i montalbanesi affittano, spesso provvisti di cucina con angolo cottura ideale per cucinare le specialità culinarie del paese.

Ogni anno nel mese di agosto viene organizzato un corteo storico , quest’anno giunto al suo quarantesimo anno , che permette la rievocazione storica dell’epoca medievale quando fu sovrano Federico III d’Aragona, nel castello, in quei giorni è possibile respirare un’atmosfera tipica del Medioevo. Tra giocolieri , acrobati, fuochisti, è possibile assistere anche alla presentazione dei vecchi mestieri, il calzolaio, il pane, maestri falconieri, trampolieri, combattimenti, armature.

E’ anche l’occasione per visitare il castello, restaurato dal 1982 al 2018 .
L’ultimo giorno è dedicato alla sfilata di tutti i personaggi del corteo che sfilano per tutto il borgo fino a salire in cima al castello, tra questi si attende l’arrivo del re che fa il suo discorso sullo spiazzale antistante il comune, e a seguirlo ci sono musicisti con tamburi, flauti, giocolieri , trampolieri ecc. oltre che la consorte, i monaci e tutto il popolo. Splendidi sono i vari paesaggi che offre il paese da quello boschivo a quello marino di Oliveri, Milazzo .
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